Videogame su smartphone, un affare “rosa”

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“Il fatto che le donne spendano più tempo nei giochi era un dato abbastanza inatteso, ma non come quello che riguarda gli acquisti in-app: vedere che sono le donne a fare più acquisti in-app è stata una vera e propria sorpresa”. – commento di Flurry ai risultati della ricerca.

Yahoo ha appena acquistato Flurry, azienda leader nel settore di analisi e ricerca, protagonista di una ricerca che ha portato a risultati un po’ inaspettati: le donne spendono di più per gli acquisti in-app e trascorrono più tempo sui giochi, in particolare gestionali e di simulazione.

Monitorando gli spostamenti economici all’interno degli app-store e il tempo di attività con i prodotti acquistati, è risultato che le donne spendono più tempo e denaro per i giochi su iPhone e iPad.

L’indagine rivela che le femmine superano i maschi per tempo trascorso per giocare soprattutto in determinate categorie di gioco.pasted-image

Come è osservabile dai dati, le differenze statistiche possono essere definite significative: le donne giocano il 35 per cento di tempo in più degli uomini, superano i maschi negli acquisti per il 31 per cento e sono più portate a conservare e provare l’app acquistata o scaricata gratuitamente sul proprio dispositivo portatile per almeno sette giorni (il 42 per cento in più rispetto agli uomini).

Se si concentra il focus spostandolo sulle diverse tipologie di applicazioni è possibile individuare qualche categoria in cui i Gamers si prendono delle rivincite tutte al maschile: si può notare infatti il primato quasi indiscusso del sesso maschile per i giochi di carte, giochi di strategia, tower defense, sport, sparatutto, giochi di ruolo d’azione. Le donne tuttavia rimangono insuperabili per quanto riguarda il tempo e il denaro investito per le categorie gestione, simulazione, i solitari, slot, poker e casino, match a bubble shooter, bingo e quiz di logica.

Il primato femminile è, in effetti, un dato che lascia abbastanza di stucco ed allora non ci si può esentare dal ragionamento e dall’identificazione delle cause.

Ipotesi 1: Diffusione. Gli smartphone stanno sostituendo anche i biberon e di conseguenza, visto la maggioranza di sesso femminile in tutto il Vecchio Continente, in Canada e negli States è logico pensare che ci siano più proprietari di devices del gentil sesso. Variabile sufficiente a spiegare la quantità di download superiore rispetto alla quota maschile.

Ipotesi 2: Inversione Proporzionale. Se gli smartphones riducono il numero di interazioni “faccia-a-faccia” (pur consentendo attraverso le social-app di rimanere comunque in contatto con “gli amici”) le femmine ne hanno risentito in modo esponenziale a causa della loro tendenza al pettegolezzo. Noi maschi si sà, spesso troppo occupati a non pensare per parlare, siamo i migliori nel perdere tempo facendo il nulla (giocare ai giochi in app potrebbe essere considerato tempo perso…se non fosse così dannatamente divertente!) ma le ragazze, esperte nell’occuparsi a pensare troppo parlando del “nulla” e facendo solo quello, sembravano poter essere meno inclini “all’effetto ozio” (teorizzato ed ideato da memedesimo ora) veicolato da queste applicazioni. Speranza vana: l’effetto ozio ha avuto conseguenze devastanti. Perché? vi ricordate il nome dell’ipotesi? Bene: se l’uso di smartphones è correlato ad una diminuzione delle interazioni “face to face” questo ha portato ad un annullamento del tempo dedicato al chiacchiericcio pomeridiano facendo riversare nell’uso delle applicazioni lo stesso impegno e coinvolgimento che per anni hanno caratterizzato i caffè con le “best<3”.

Ipotesi 3: Mamma mia. Sono un ragazzino di circa 12 anni (ma con i tempi che corrono potrei averne 6 o una ventina). Sono un frequentatore assiduo dei “campi da gioco” virtuali. L’ultimo che ho preso mi stufa però. “Basta guerre, basta pallone. Cosa scarico? Beh dai pur di non studiare mi metto a fare torte e a gestire il mio ristorante. Si dai, BakeDream sembra il gioco per me!…vediamo…0.99$….massi, tanto paga mamma!”. Ecco svelato l’arcano: gli account degli app store sono in mano ai genitori visto il loro accesso a carte di credito, modalità preferita di acquisto negli app-store, e quindi risulta che a scaricare ad usare le applicazioni siano solo le donne (mio padre non mi ha mai dato le credenziali delle sue carte, braccino corto o chiaroveggenza?). In realtà sono i figlioletti a passare ore sui devices spendendo un capitale. Cara Flurry hai preso un granchio. Sarà per la prossima. E per voi mamme: andate a dare un’occhiata all’estratto conto: potreste scoprirvi leader nel settore degli acquisti in app-store!

Ipotesi 4: Mondo Impazzito. Non era una guerra nucleare che dovevamo temere, ma questo giorno! Capirete come risultati pubblicati da Flurry siano devastanti dal punto di vista cognitivo ed emotivo: noi uomini avevamo un primato (uno di numero). Abbiamo perso pure quello. Peggio ancora. Saremo noi adesso a dover alimentare la millenaria macchina del pettegolezzo. Un problema su tutti: stiamo ancora cercando di capire come si accenda.

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