“Molti psicologi attualmente stanno facendo numerose ricerche riguardo il ruolo dei processi empatici che i videogiocatori mettono in atto durante una partita coi videogame.”
Innanzitutto è bene spiegare brevemente cosa si intende per empatia. Empatia significa, letteralmente, sentire dentro. E’ la capacità di capire lo stato d’animo provato da altre persone. Grazie all’empatia si instaura un legame empatico tra due o più persone, che condividono gli stessi sentimenti, che siano di tristezza o di felicità. L’altro, con cui si entra in contatto, viene “trasportato nel proprio mondo“.
EMPATIA COGNITIVA & EMOTIVA – Nei videogiochi si differenziano due tipologie di empatia: quella emotiva e quella cognitiva. Per quanto riguarda l’empatia cognitiva, il giocatore si immedesima totalmente nel protagonista del videogioco, si mette letteralmente nei suoi panni, i giochi in prima persona sono quelli in cui si sviluppa maggiormente questo processo.
Per quanto riguarda l’empatia emotiva, la persona si immedesima nelle emozioni dei personaggi dei videogiochi: proveremo quindi tristezza se il personaggio che controlliamo prova emozioni negative, oppure festeggeremo con lui quando supereremo insieme un capitolo di gioco. I personaggi controllati dal giocatore, solitamente, sono in terza persona, per cui il protagonista ha una propria storia, a cui è seguita una personalità costante che lo caratterizzerà per tutto il gioco. Solitamente, chi sviluppa maggiore empatia emotiva, finirà con l’apprezzare maggiormente il gioco stesso.
GIOCARE IN COMPAGNIA – Secondo uno studio della McGill University of Montreal, sedute di gioco di gruppo aiuterebbero a sviluppare l’empatia nei giovani, empatia che sta venendo sempre più a mancare per colpa delle numerose interazioni interpersonali tramite social.
Facendo giocare insieme delle persone che non si conoscono, in breve tempo inizieranno a conoscersi e ad entrare in sintonia, in empatia. Questo non succede con le conversazioni tra sconosciuti sui social. Questo studio ha trovato risultati consistenti riguardo l’empatia che si sviluppa tra videogiocatori solo nel caso di partite fatte in gruppo, ovvero quando si è nella stessa stanza del proprio partner di gioco.
VIDEOGIOCHI VIOLENTI, CHE EFFETTI HANNO? – I videogiochi hanno una grande influenza per quanto riguarda la moralità dei bambini e degli adolescenti (dagli 8 ai 14 anni). Se giovani di queste età trascorrono buona parte del loro tempo libero in compagnia di giochi violenti e non adatti ai loro target d’età, si dimostreranno più spesso immaturi dei coetanei. Svilupperebbero, inoltre, una minore fiducia nel genere umano, con conseguente diminuzione di empatia provata.
Per far si che un certo effetto negativo si attui, i giovani del range d’età descritto precedentemente devono giocare quotidianamente a videogiochi violenti per almeno 3 ore consecutive al giorno. Per diminuire questo problema dovrebbero intervenire i genitori, monitorando le ore di gioco giornaliere e gli acquisti videoludici dei figli. I videogiochi presentano sempre un target specifico, legato anche all’età: compito dei genitori è quello di offrire ai figli esperienze videoludiche consone alla loro età.