Livin’ da Dream

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“With the first pick in the 2015 NBA Draft, the Minnesota Timberwolves select..”
Tutti gli appassionati di NBA 2k conoscono bene questa frase che ha sancito l’inizio della loro carriera virtuale nella lega più competitiva del mondo per diversi anni. Quest anno il messaggio del team di 2K è stato molto chiaro “cari fans, tenetevi forte”.
Chiunque abbia giocato a uno dei titoli di NBA 2K conosce la precisione di movimenti, schemi e soluzioni che gli sviluppatori hanno da sempre cercato di dare alla saga. La complessità iniziale nell’imparare anche solo come fare un terzo tempo piuttosto che un arresto di potenza non è da sottovalutare in un gioco che ha sempre cercato di fornire a propri appassionati un controllo totale su ciò che avviene in campo.
nba2k16-15Quest anno l’idea degli sviluppatori è stata quella di coinvolgere il giocatore non solo sul parquet ma anche nella vita del proprio giocatore, estendendo quella sensazione di controllo ben oltre il solito campo. Se nelle precedenti edizioni l’unica cosa importante era ciò che accadeva in campo, poiché le altre decisioni influenzavano relativamente il corso della storia, ora molte delle decisioni che si prendono fuori dall’arena portano a dei cambiamenti nella propria carriera. L’intenzione di 2K  è quindi quella di immergere completamente il giocatore nella vita di una futura stella NBA che quest anno prende il soprannome di Freq (aka Frequency Vibrations) a cui ovviamente si potrà dare il nome desiderato. A gestire le vicende di questa futura stella è ovviamente il videogiocatore che viene immerso nella realtà dello sport professionistico attraverso la maestria di Spike Lee che, da dietro la sua telecamera, riprende tutto. Partendo dai colloqui con agente, GM e con i vari famigliari passando per le promesse fatte degli scout nel tentativo di orientare  la scelta dell’Alma Mater fino ad arrivare a screzi e sfide con altri giocatori nel pre partita dei match più sentiti.  Questo sistema definito (Livin’ da Dream) permette al gioco di avere uno storyboard senza precedenti nella saga 2K e più in generale nei giochi sportivi. La conoscenza dell’ambiente della “National Basketball Association” e delle innumerevoli (e per certi versi incredibili) storie vere di molti giocatori, da parte del regista americano, si fonde perfettamente con quelle che sono le attese e le aspettative del pubblico che segue e spesso sogna la NBA (per un totale di circa 2 ore di riprese solo per quel che riguarda la stagione da Rookie).

1440428937-mediaOgni dettaglio è curato nei minimi particolari, dai contrasti tra sorella gemella Cee – Cee e la ragazza Yvette al rapporto con i genitori e i propri amici di infanzia, con il proprio agente e il GM, fino ad arrivare alla possibilità nei giorni liberi di conoscere altri giocatori NBA e di sentire cosa allenatori e giocatori pensano del nostro gioco durante le partite. Anche in questo caso la realizzazione è tanto curata da sembrare vera con interviste dietro le quinte e riprese di Freq in face to face con Spike Lee, intento a girare una sorta di documentario sulla vita della nostra stella.

La carriera di Freq comincia con l’ultimo anno di High School (il corrispettivo del nostro liceo) e con la conseguente scelta del college da frequentare, anche qui il tifoso  #1 dei New York Knicks ci presenta un set di scout di otto università che proveranno a guadagnarsi i servizi della nostra futura stella e l’annuncio finale che ricorda non poco “The Choice” di Lebron James dai Clevaland Cavaliers ai Miami Heat e viceversa.

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La scelta di 2K di quest anno è stata quindi quella di avvicinare gli appassionati al mondo di un giocatore NBA, mostrando non solo la fortuna nel poter giocare a quel livello (e tutta la “bella vita” che ne consegue) ma anche le responsabilità e alcune dinamiche generali di gestione della franchigia da parte del GM e delle decisioni, talvolta scomode o obbligate, che è costretto ad operare. Ma non solo. Molti sono stati i giocatori ripresi per immortalarne movenze sul campo, espressioni facciali e tono di voce, per fare in modo che l’esperienza di gioco si avvicini il più possibile alla realtà e le situazioni che vengono proposte siano fedeli a quelle che il giocatore si aspetterebbe.

Dal punto di vista psicologico, infine, il gioco è letteralmente un gioiello, un Anello per essere più precisi. Oltre a rappresentare il culmine di una carriera NBA infatti, l’anello si presta anche molto bene come metafora della chiusura del cerchio tra vita pubblica e vita privata delle star NBA e tra richiesta dei fans e sua soddisfazione.

In particolare da questo secondo punto di vista, inserire una storia che coinvolga il videogiocatore maggiormente nel titolo e gli permetta di prendere a cuore non solo la carriera, ma l’intera vita di un giocatore, è decisamente un cambio di rotta nel mondo dei videogame. Le scene animate sia in palestra che fuori trasportano il giocatore nell’avventura e potenziano la dimensione di identificazione con il “mucchio di dati” (tecnicismo) che è il nostro avatar. La possibilità di svolgere diverse attività in palestra come esercizi di reazione oculo motoria per ottenere bonus nella partita successiva e misurare i progressi fisici attraverso una prova di salto, in aggiunta alla canonica partitella della settimana, e di ricevere bonus per obiettivi che si completano spontaneamente giocando (ad esempio segnare una canestro da 3 punti da ogni angolo o completare un giro di corsa del campo o svolgere altri esercizi) appagano quasi ogni desiderio di realismo.

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Quanto detto permette da una parte avvicinarsi, anche solo virtualmente, all’ambiente professionista e capire quanto un pro debba allenarsi per raggiungere livelli di eccellenza e per mantenerli (rispecchiando fedelmente la realtà), conseguentemente aumenta la sensazione di presenza all’interno del gioco, rendendo l’esperienza totalmente immersiva, tanto da essere preoccupati per cosa rispondere nella conferenza stampa successiva ad una prestazione deludente. Inoltre tutto ciò testimonia l’importanza per ogni giocatore di riuscire ad esprimere una parte di sé attraverso il gioco, portando le proprie idee, preferenze e scelte all’interno della realtà virtuale, partendo dalla scelta del College proseguendo per tutte quelle NBA che ne conseguiranno.
Puntando sull’appagamento della curiosità di milioni di fans che da anni attendono un titolo che sappia tanto coinvolgere quanto stupire, in cui ci si possa sentire contemporaneamente attori e spettatori di ciò che avviene in campo e fuori di ciò che si può e non si può controllare, prendendo decisioni che possono orientare in modo significativo gli eventi futuri. Quest anno il team di 2K sembra aver davvero fatto SPLASH!

 

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