Una ricerca condotta dal centro di ricerca dell’Università degli studi di Padova testimonia come l’utilizzo dei videogame può aiutare coloro che sono affetti da dislessia. Questi risultati aprono scenari molto interessanti: possibile la creazione di un serious game per la cura di questo disturbo?
I metodi tradizionali per la cura della dislessia? Dimenticateli. Una sessione intensa di videogame infatti, sembra avere effetti benefici decisamente superiori ad un anno di allenamento nella lettura. Fantascienza? Non più. Lo studio condotto da Andrea Faccoetti e collaboratori certifica gli effetti benefici che i giochi elettronici hanno su questa tipologia di disturbo.
LO STUDIO – Il team di Faccoetti ha testato sia le capacità di lettura che quelle attentive di bambini prima e dopo delle sessioni di gaming che duravano 80 minuti. Il test tuttavia non era uguale per tutti: i bambini infatti, suddivisi in gruppi, giocavano a giochi di azione, come ad esempio gli shooter, o a giochi detti di non-azione. Il risultato? Ebbene coloro che giocavano a giochi d’azione vantavano una migliore prestazione nella lettura di brani. Ma si spiega tale miglioramento?
AGGIRANDO IL DEFICIT – La dislessia è un disturbo in cui il soggetto presenta delle difficoltà nella codifica di stimoli scritti o/e nelle capacità attentive che consentono sia la rilevazione dello stesso stimolo che la sua codifica. In tal senso i videogiochi possono fare autentici miracoli poiché innanzitutto consentono alla persona affetta da dislessia di trarre informazioni non solo per via scritta (dove esiste la difficoltà), ma bensì anche dalla cornice contestuale, inoltre permettono più facilmente il mantenimento attentivo.
Per quanto riguarda il primo punto, mentre un libro consente di estrapolare le informazioni esclusivamente per via scritta (escludendo i testi illustrati) un videogame offre un’informazione più strutturata e completa, sia dal profilo sensoriale (spesso i videogame lavorano sia sul piano visivo-iconico che su quello auditivo), che da quello contestuale. In parole semplici se sto giocando ad un FPS (first person shooter) e durante la partita un alleato mi chiede attraverso ad una vignetta che compare sullo schermo “aiutami, sono ferito”, il significato di tale comunicazione non sarà dedotto esclusivamente da ciò che è scritto, ma anche dal contesto, dunque dal mio alleato atterra che è stato precedentemente colpito e che magari sanguina. La codifica di queste informazioni contestuali può consentire un apprendimento e dunque un miglioramento nell’abilità di lettura. Per quanto riguarda le capacità attentive invece, i videogiochi grazie alle loro proprietà, meglio approfondite nel nostro articolo “Gli aspetti attrattivi dei videogiochi”, risultato nettamente più attrattivi per quanto riguarda l’attenzione delle persone. Ciò consente a coloro che sono affetti di dislessia di migliorare la capacità di prestare attenzione agli stimoli, migliorandone dunque le prestazioni. Questi due meccanismi presenti in qualsiasi videogioco possono favorire le abilità di lettura in soggetti dislessici. Vi state domandando perché i giochi FPS hanno avuto un maggior effetto rispetto agli altri? Semplicemente perché richiedono un maggior sforzo attentivo.
DISLESSIA VS SERIOUS GAME – I dati di questa ricerca aprono parecchi scenari per quanto riguarda lo sviluppo di serious game volti a curare questo deficit, tanto che i primi prototipi sono già in fase progettuale. Si prospetta dunque un futuro in cui i videogiochi potranno aiutare anche in ottica riabilitativa.