Davey Wreden, giovane autore reso famoso da The Stanley Parable, presenta nel 2015 il suo secondo lavoro, The Beginner’s Guide.
Il trailer ci introduce i presupposti di questo viaggio: immaginiamo di sederci al computer di uno sconosciuto, e di aprire tutti i file che ci capitano, finché in una cartella intitolata “il mio lavoro” troviamo una serie di videogiochi. Wreden ci invita a capire chi sia davvero il proprietario di quel computer solo esplorando gli ambienti di gioco che ha creato, passando da un file all’altro. Davey ci dice di essere amico di quella persona, un ragazzo che si fa chiamare Coda, e ci narra quello che vediamo proponendo la sua interpretazione: un labirinto impossibile da superare è un errore causato dall’inesperienza dell’autore che va superato con un cheat code, un lampione significa una volontà di aggrapparsi a qualcosa, ad una luce nell’oscurità, una prigione è un segno di ansia, una casa pulita di solitudine.
Wreden dimostra ancora la sua eleganza nel game design: circa due ore di racconto in cui al giocatore è richiesto, principalmente, di ascoltare esplorando. Il giocatore non deve perdere il filo del racconto, base fondante di questa esperienza di “interactive storytelling”, di conseguenza non deve perdere tempo a cercare la strada giusta: le architetture di Wreden diventano ancora una volta, come in The Stanley Parable, un chiaro e silenzioso invito verso la via giusta per proseguire nel gioco.
Più procediamo di file in file, più il rapporto tra Davey e Coda si fa intricato e stringente: l’amico sa che Wreden gli sta chiedendo di vedere i suoi giochi per capirlo, a suo dire per aiutarlo, essendo sempre più preoccupato per la sua salute. Sembra quindi di assistere al crollo di una persona: i puzzle irrisolvibili si fanno sempre più presenti, con asteroidi che è impossibile evitare e macchine meravigliose che bisogna distruggere. Fino a quando arriva l’ultimo gioco: un labirinto intricato di scale scure e porte insuperabili, finché si giunge in quello che sembra un museo. Al posto delle opere d’arte, alle pareti si leggono frammenti di una lettera per Davey:
“Se ci fosse una risposta, un significato in tutto questo, ti renderebbe più felice? (…) potresti smettere (…) di violare quei confini che mi tengono al sicuro? (…) potresti smettere di cambiare i miei giochi, di aggiungerci lampioni? Li lasceresti così come sono?”
È in questo momento che ci rendiamo conto di quanto arbitrarie fossero le interpretazioni di Davey, del fatto che i puzzle irrisolvibili di Coda fossero un tentativo di fermare l’invadenza dell’amico, tentativo peraltro senza successo dato che Wreden, preoccupato di non poter risolvere i problemi (quelli proposti dal gioco e, di conseguenza, quelli di Coda) forzava l’accesso hackerando i codici e facendoci proseguire nei livelli. Di quanto Coda fosse costretto a portare avanti le sue creazioni anche quando non gli davano più gioia, di quanto fosse Davey ad avere sempre più bisogno dei giochi di Coda, e non lui stesso. Del fatto che Coda sapesse che Davey aveva bisogno di vedere una speranza, uno scopo all’interno dei giochi, e che era costretto a darglieli.
All’inizio di The Beginner’s Guide quello che Wreden definisce un bug solleva il nostro avatar fino a farlo uscire dall’astronave in cui siamo, permettendoci di vedere l’universo ed i suoi confini, quasi fosse in una scatola dalle pareti bianche. Alla fine, lo stesso “bug” ci solleva ancora attraverso il soffitto, ma questa volta la vista è diversa: un labirinto candido ed infinito. La mente di Coda potrebbe anche essere complessa e profonda come l’universo, ma lui ne conosce i confini; quella di Wreden invece, così occupato a cercare di aiutare e comprendere l’amico, è per lui stesso un labirinto ancora inestricabile.
Elegantissima metafora del rapporto tra persone, e ancora di più dei rischi del rapporto psicoterapeuta e paziente, Wreden con estrema delicatezza ci tiene per mano fino a quando ci lascia cadere nel momento in cui più riponevamo fiducia in lui: un magistrale inganno del Wreden designer ad opera del Wreden narratore, fantastico affabulatore. The Beginner’s Guide, La Guida per Principianti, ci insegna che le debolezze non sono un male se sono gestite e accettate, e che nessuno ha il diritto di distruggere i precari equilibri che tengono insieme una persona.
GIOCABILITA’: 5/5
IMMERSIONE: 5/5
IMPATTO EMOTIVO: 5/5
MOTIVAZIONE: 5/5
CREATIVITA’: 5/5
USER EXPERIENCE: 5/5