“It’s me, Mario!”

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Negli ultimi anni un numero sempre crescente di ricerche hanno iniziato ad indagare la relazione tra identità virtuale e reale all’interno dei videogames.

L’identità non è altro che la rappresentazione che l’individuo ha di sé nel mondo e nella sua individualità, caratterizzata da diverse qualità che lo rendono unico e inconfondibile. Il videogames, invece, è un gioco elettronico caratterizzato da un’alta immersività ed interattività che spinge il fruitore a creare un mondo proprio in cui vivere, agire e comportarsi utilizzando un avatar, ovvero un’immagine che rappresenta il nel mondo virtuale.

Un avatar di Skyrim

Nello specifico gli avatar hanno ricevuto una notevole attenzione da parte dei ricercatori interessati all’identità in quanto permettono agli individui di esprimere (o sopprimere) vari tratti fisici e psicologici. In tal senso il giocatore proietterà nel mondo virtuale il proprio essere mediante la personalizzazione dell’aspetto del personaggio o truppa esprimendo, quindi, l’idea mentale che ha del proprio personaggio. Uno degli esempi più emblematici è rappresentato dal videogames The Sims in cui il giocatore può creare avatar a propria immagine e somiglianza, scegliendo i tratti che risulteranno fondamentali nel gioco in quanto influenzeranno nettamente il comportamento del Sim e le sue richieste. Ma anche videogiochi come Super Mario, Call of Duty, Skyrim e tanti altri richiedono in parte (se non totalmente) la personificazione del personaggio o la scelta di un personaggio che permetta la riuscita e il raggiungimento dell’obiettivo che ci si è prefissati.

Lo studio di Fong & Mar[1] ha evidenziato come gli avatar possano fornire informazioni accurate sulla personalità a livello di tratti individuali come estroversione, piacevolezza e nevroticismo. Nello specifico risulta che alcuni tratti di personalità tendono ad essere comunicati meglio di altri in base alla propria personalità: persone più socievoli tendono a creare avatar più aperti e maggiormente predisposti a manifestare la propria personalità così come persone più piacevoli tendono a creare avatar tendenzialmente più amichevoli; al contrario soggetti con una maggiore predisposizione al nevroticismo tendono a creare avatar poco comunicativi o non molto chiari.

La creazione dell’avatar inoltre può essere influenzata anche da altri aspetti come le aspettative degli altri utenti “virtuali”, in quanto fornire un ambiente virtuale può influenzare le funzioni dell’avatar stesso. Gli utenti del mondo virtuale tendono ad utilizzare creativamente le opzioni di personalizzazione dell’avatar fornite dal gioco stesso, ma cercano di attenersi alle norme culturali e alle regole non scritte per garantire la loro appartenenza ai gruppi sociali [2].

In definitiva risulta quindi importante comprendere come avviene il processo di personificazione dell’avatar in quanto presuppone la trasposizione del proprio essere, della propria mente e della propria capacità di comprendere il mondo ed adattarsi ad esso all’interno del videogioco.

Per saperne di più:

[1] Gong K. & Mar R.A. (2015). What Does My Avatar Say About Me? Inferring Personality From Avatar. Personality and Social Psychology Bulletin, 41(2) 237–249.

[2] Triberti S., Durosini I., Aschieri F., Villani D. and Riva G. (2017). Changing Avatars, Changing Selves? The Influence of Social and Contextual Expectations on Digital Rendition of Identity. Cyberpsychology, Behaior and Social Networking, 20: 8.

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