“We Become What We Behold”, noi diventiamo ciò che vediamo.
È questo il titolo che Nicky Case, l’autore del gioco (anche conosciuto per The Evolution of Trust) ha scelto per il suo lavoro.
In We Become What We Behold ricopriamo il ruolo di un fotografo, probabilmente uno di quei fotografi che lavora per la stampa e che cerca sempre di arrivare ad uno scoop. Lo scopo del gioco è proprio quello di fotografarlo questo scoop, di trovare quello che alla gente piace vedere e di mostrare agli altri ciò che abbiamo immortalato.
Sono presenti due popolazioni nel gioco:
- Quadrati
- Cerchi
Questi due gruppi convivono pacificamente (possiamo notare per esempio la presenza di una coppia mista), fino a quando noi non ci mettiamo lo zampino. Il gioco stesso ci ricorda che il nostro scopo è fare scalpore e di puntare alla notizia più interessante.
Ed ecco che seguendo questo principio vengono snobbate situazioni di pace e tranquillità a discapito di disordini e violente. Infatti se nel gioco provassimo a fotografare quadrati e cerchi che vanno d’accordo, verremmo ripresi da un monito che ci avverte di come “la pace è noiosa, mentre la violenza diventa virale”.
Con le nostre foto abbiamo il potere di modificare l’opinione pubblica del gioco, in modo da dettare le regole di comportamento a cui i nostri quadrati e cerchi devono attenersi. Possiamo, per esempio, definire la moda del momento fotografando un uomo col cappello, o castigare chi “osa “dimostrare il proprio amore in pubblico.
In realtà noi non abbiamo realmente fotografato situazioni di odio o di conflitto, le nostre immagini si sono concentrare su una semplice estrapolazione al di fuori del contesto di quella che può essere una normale situazione sociale. A causa di questo, uno scatto d’ira da parte di un quadrato accresce la preoccupazione di un cerchio, il quale rende diffidente un altro quadrato, che verrà percepito come snob da un altro cerchio e così via….
Il nostro potere, il nostro controllo sociale è talmente forte da scatenare vere e proprie rivolte: manipolando quello che mostriamo in una foto, creiamo un divario tra cerchi e quadrati talmente talmente forte da sembrare invalicabile. Con le nostre azioni i cerchi odieranno i quadrati, i quadrati odieranno i cerchi ed i manifestanti pacifici verranno totalmente ignorati.
In mezzo a questo clima di odio insopportabile scoppia una tragedia: uno dei cerchi uccide uno dei quadrati. E qui scoppia il panico, tutti si spaventano, tutti sono terrorizzati e c’è chi imbraccia le armi. E noi possiamo ben immaginare cosa può succedere quando una persona arrabbiata, terrorizzata ed armata incontra quello che pensa essere suo nemico e che prova le sue stesse sensazioni e che, casomai, è armato pure lui.
We Become What We Behold ci ricorda chi siamo, ci dice chi possiamo diventare e ci ricorda di stare attenti perché la realtà può essere vista con lenti diverse, e molto spesso queste lenti sono telecamere.