Librerie (virtuali e non) piene di videogiochi: quando la scelta è troppa

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Quanti di noi da piccoli dovevano pregare mamma e papà, magari aspettando ricorrenze speciali, per avere qualcosa di nuovo da mettere nella console? Oggi, specialmente da PC, la situazione è decisamente cambiata, complici i tanti (troppi?) canali che permettono di procurarsi titoli a prezzi stracciati, accumulando collezioni che avrebbero fatto l’invidia dei bambini che eravamo.

Il mercato online ci offre continuamente occasioni per espandere la nostra libreria: saldi estivi, offerte della settimana, bundle a prezzi stracciati se ti abboni, titoli che non desideriamo particolarmente ma praticamente regalati in cambio di un indirizzo mail dove ricevere ulteriori offerte…eppure tutta questa abbondanza può trasformare quello che dovrebbe essere un intrattenimento in una esperienza sgradevole. 

Una esperienza descritta da alcuni giocatori è l’incapacità di scegliere: si possono passare ore a valutare pro e contro dei possibili titoli senza riuscire a decidere a quale dedicare il proprio tempo, che nel frattempo viene perso. La quantità di alternative può essere quindi controproducente quando che la complessità della scelta supera i vantaggi della varietà.

 

Anche quando si sceglie effettivamente cosa giocare l’ombra del backlog è in agguato, con librerie interminabili “rimaste indietro” che possono diventare ansiogene. Per capire come si arrivi a questo paradosso partiamo dal mercato: i costi bassi favoriscono piccoli acquisti d’impulso ripetuti fino a perdere il controllo della cifra effettivamente spesa, con giochi acquistati solamente perché in forte sconto ma che forse non verranno nemmeno installati. Presto possiamo trovarci a sentirci in dovere di provarli, dato l’investimento che abbiamo fatto su di essi.  Il prezzo basso può anche diventare un incentivo a provate titoli di generi che normalmente non giochiamo, magari effettivamente di qualità, ma che ci chiedono di uscire dalla nostra zona di comfort e sperimentare qualcosa di nuovo. Non sempre però abbiamo tempo e sopratutto voglia di esplorare nuove meccaniche, o prenderci il rischio di essere delusi: rischiamo dunque di preferire sempre giochi a noi più familiari e che consentono sessioni immediatamente appaganti.

Anche il gradimento dei giochi stessi può essere guastato dal loro essere tanti ed economici. L’avere molte alternative non obbliga a perseverare in frangenti particolarmente difficili, ma ci permette semplicemente di cambiare gioco quando questo non è immediatamente appagante. L’aver speso una cifra considerevole può essere un incentivo per “sfruttare” l’acquisto e apprezzarlo fino in fondo, un effetto imputabile al fenomeno della dissonanza cognitiva: di fronte a due pensieri incompatibili (il gioco è stato pagato molto ma non sembra granché) ci sentiamo a disagio e possiamo cercare di colmare questa distanza perseverando in cerca di aspetti positivi, che magari risultano evidenti solo con il tempo.

Resta infine un altro punto cruciale, ovvero la motivazione al gioco. La diffusione dei trofei guadagnati raggiungendo obiettivi e da esibire agli amici online rischia di avere un ulteriore effetto paradossale: se gioco per ottenere il riconoscimento la mia motivazione passa da intrinseca (gioco perchè mi diverto, perchè è soddisfacente) ad estrinseca (l’obiettivo diventa qualcosa di esterno a me).  I  perfezionisti fra noi si sentiranno appagati dal completamento di tutti i possibili obiettivi e magari anche dal massimizzare i loro risultati nel tempo, ma con una quantità sempre maggiore di giochi messi da parte questi da risorsa possono diventare un carico ansiogeno da smaltire. Quello che doveva essere un divertimento diventa sempre più simile a un lavoro.

Quali possono essere dunque le soluzioni?

Siti come completionator danno la possibilità di organizzare la propria collezione anche in base ai tempi necessari per finire i vari titoli, nelle mani di qualcuno rischiano però di diventare l’ennesima fonte di rimuginazioni su cosa e quando giocare vista la mole di informazioni che presentano e l’ennesimo uso dei trofei.

Ritagliarci dei momenti da riservati al gioco “approfondito”. Se il nostro gioco di carte online o FPS preferito sono adatti a sessioni brevi e gratificanti, rischiano di monopolizzare il tempo dedicato al nostro hobby a suon di “ancora un’altra partita”. Proviamo quindi, di fronte a una serata di gaming, a dedicarla fin da subito a qualcosa di nuovo: un possibile investimento sulla soddisfazione al lungo termine.

Ridurre i propri acquisti, pur non sempre facile, può far bene anche al portafogli. Buone strategie possono essere darsi un tetto massimo di spesa o non acquistare giochi particolarmente lunghi se non si prevede di giocarli prima dei prossimi saldi.

Il giocare con gli amici o semplicemente discutere insieme l’esperienza ludica può essere un incentivo a provare nuovi titoli superando le prime fasi di abituazione alle meccaniche ed evitando di rimuginare troppo nella scelta, ma sopratutto riscoprire il semplice divertirsi piuttosto che il completare a tutti i costi. Magari con quel gioco effettivamente terribile che avete preso in un bundle anni fa.

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