Una notte tranquilla, un po’ di nebbia e vapore che sale dai tombini;
il suono di una melodia nostalgica, un jazz o un blues proveniente da qualche autoradio;
i fari di qualche vettura che sfrecciano sull’asfalto nero pece, che si confonde con l’oscurità marcata dalla luce di quei pochi lampioni ancora funzionanti…
degli spari lontani…
una chiamata diretta alla nostra unità, l’arrivo sul luogo, gli ordini e l’inizio delle indagini;
il sopralluogo e la curiosità per piccoli dettagli, indizi che pare mi parlino come immagini vissute da vicino…
infine il sangue e il silenzio dei presenti…
una nuova vittima e l’inizio di un’altra battuta di caccia ai mostri di questa città che continuano a infestarla.
Benvenuti il L.A. Noire, titolo videoludico che ha saputo rapire innumerevoli giocatori, non solo fan sfegatati di GTA, icona della casa videoludica.
L.A. Noire può definirsi un gioco completo e immersivo, le missioni presenti al suo interno possono spaziare dallo sventurare una rapina all’indagare per riuscire a rintracciare (interagendo con svariati oggetti, alcuni dei quali ci raccontano pezzi di una storia) svariate piste su omicidi o furti, cercando di completare un puzzle generale che riguarda la trama principale.
Nulla è scontato e tutto è in dubbio, oltre al nostro ingegno e intuito ciò che caratterizza il gamplay è la nostra abilità di osservazione dei dettagli, la R.S.G. ha infatti impiegato per questo titolo l’uso di specifiche espressioni facciali e reazioni motorie che fungono da elementi fondamentali o di inganno per smascherare le persone sotto inquisizione.
In un colloquio potremmo atteggiarci da agenti aggressivi e scettici, ponendo pertanto in dubbio su ciò che i personaggi con cui andremo a dialogare ci diranno, sostenendo addirittura che stiano mentendo e cercando di inchiodarli bluffando o sfruttando le prove che abbiamo raccolto durante le indagini, altrimenti potremmo dar loro fiducia ma non sempre ciò si rivelerà corretto.
L.A. Noire, nonostante la trama ben strutturata e l’ottima grafica, non ha saputo riscuotere un grosso interesse da parte del pubblico-giocatore tipo del brand GTA, per il semplice motivo che la sostanza non era la stessa, mossa in parte azzardata dalla RSG che ha voluto puntare su un qualcosa di “differente” dai suoi titoli più celebri, cedendosi più al desiderio di offrire maggior creatività a discapito di un maggior guadagno.
L.A. Noire ci trasporta in una ambientazione anni ‘50, in una città viva e in crescita come la Los Angeles del grande cinema-spettacolo, della fame di denaro e della Mafia vecchio stile tra la sua “facciata” romantica e la spregiudicatezza violenta.
Un titolo che non soddisfa l’intera fetta di giocatori fedeli alla casa videoludica, godibile sotto molteplici punti di vista (dalla trama al gameplay) che possono essere sia i suoi punti di forza sia i suoi punti di debolezza e cause del suo mezzo successo sugli scaffali, paragonabile a un libro che magari non piace a tutti ma che per cultura lo si dovrebbe almeno conoscere.