Finalmente è arrivato quel giorno dell’anno – come il Natale, come il pranzo della domenica, come il sabato sera, come il venerdì sera, insomma sempre – per avere l’ennesima scusa per gustarci quel buonissimo uovo di cioccolato, fondente, al latte o alle nocciole, senza sentirci poi troppo in colpa.
Ebbene sì, è proprio Pasqua o, per essere più precisi, Pasquetta.
Molti di noi magari si ritengono “grandi per queste cose” tanto da non provare più l’ebrezza di aprire un uovo di Pasqua. Tanto le sorprese faranno sicuramente schifo. Nei paesi anglosassoni vi è usanza nascondere le uova decorate nel giorno di Pasqua per farle cercare ai bambini: infatti, per trovare il loro coniglio o uova di cioccolato viene istituita una vera e propria caccia al tesoro chiamata Easter Egg Hunt.
Su questa tradizione – so che molti di voi ci sono già arrivati – si basano proprio gli Easter Eggs.
Qualcuno di voi non sa cosa di cosa sto parlando? Don’t panic – come dice Marvin in Guida galattica per autostoppisti (che se non avete letto e né visto vi consiglio di rimediare) – cercherò di definirveli e di elencarvene alcuni.
Un easter egg in informatica è un contenuto generalmente bizzarro che i progettisti o gli sviluppatori di un prodotto nascondono nel prodotto stesso, tipicamente nei videogiochi ma presente anche in CD musicali – come traccia nascosta – o nei DVD – contenuti trovabili solo premendo alcuni tasti del telecomando non indicati. Questo contenuto si classifica come tale se è qualcosa di completamente estraneo alle normali funzioni del software in questione e al tempo stesso non causa nessun danno.
Esempi di Easter Egg
Il primo Easter egg della storia lo troviamo nel videogame Adventure, del 1979, prodotto dalla Atari. All’epoca la dirigenza impediva ai programmatori di essere inseriti nei crediti del videogioco, in quanto li considerava alla stregua degli operai delle catene di montaggio. Il programmatore del gioco Warren Robinett, come gesto di protesta, aveva nascosto al suo interno, in una stanza segreta, la scritta “Created by Warren Robinett”, a quel punto i dirigenti avrebbero dovuto ammonire Warren per il suo comportamento, ma Steve Wright, capo dei progetti dell’Atari, notò come questo avesse incuriosito il pubblico e contribuito a migliorare le vendite; per questo coniò proprio il termine Easter Eggs. Da quel momento Steve Wright impose che tutti i videogiochi contenessero degli Easter egg.
Nel primo livello della campagna di Halo 3, nascosta fra le rocce si può trovare una famiglia di piccole scimmie con i volti degli sviluppatori della Bungie.
Gli Ester egg non sempre sono delle firme dei produttori anzi, oggi giorno vengono inseriti semplicemente per divertimento. Per esempio in Half Life 2 gli zombie emettono versi incomprensibili, ma se essi vengono riprodotti al contrario si possono udire frasi come: “Help!”, “God help!” e “Help me!”. Si può dire che ormai gli Easter Egg sono una vera e proprio trovata di marketing:
fanno parlare, aumentano il coinvolgimento, le persone faranno video su Youtube, dirette streaming magari sul proprio canale Twitch, si organizzeranno per ritrovarsi online tutti alla stessa ora per sparare a tutti i manichini di Nuketown (mappa di Call Of Duty: Black Ops) semplicemente per vederli trasformarsi in zombie.
In qualche modo Steve Wright ci aveva visto giusto, gli Easter Egg sono dei piccoli brillanti che rendono il gioiello un po’ più luccicante!
Altre volte, come potete vedere nel video qui sotto, gli Easter Egg sono dei meri riferimenti esterni, come in The Witcher III a Monty Python & Il Santo Graal. (Anche stavolta, se non avete visto il film fatelo, vi assicuriamo diverse risate!)
Su Twitter Elan Ruskin, Senior Engine Programmer per Insomniac Games, ci fa notare che Spider-Man – esclusiva Playstation 4 uscita il 7/09/2018, ha nascosto un Easter Eggs che è sfuggito ai fan: se giocherete di sabato a questo titolo vedrete che alcuni passanti, ebrei ortodossi, proprio in linea con la loro usanza di non lavorare e non uscire al sabato, non compariranno in città .
Un altro Ester Egg non videoludico, ma pur sempre molto Geek, vede l’App Spotify come protagonista: cercate la colonna sonora di Star Wars: il Risveglio della forza” e vedrete cosa succede alla vostra barra di riproduzione!
Credo che gli Easter Egg siano delle piccole cose, piccoli regali che ci rendono più vicini agli sviluppatori; questo perché spesso le loro scelte sono personali e in qualche modo stanno condividendo qualcosa di intimo con noi. Di fronte a queste sorprese la vostra espressione facciale cambierà: infatti le vostre sopracciglia si alzeranno, gli occhi si spalancheranno e la bocca si aprirà. Queste sono proprio le caratteristiche della mimica facciale presente nell’emozione della sorpresa, una delle sei emozioni fondamentali.
In conclusione, oltre ad augurarvi buona digestione pasquale, vi consiglio di aprire bene gli occhi e di lasciarvi sorprendere dalle piccole cose della vostra vita!