Benvenuti nella Landa degli Evocatori

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League of Legends domina la scena videoludica gratuita da ormai 10 anni e seppur con normali variazioni fisiologiche non accenna a cedere il primato.

E’ un MOBA online gratuito con diverse modalità di gioco sviluppato dalla Riot. Quella più utilizzata prevede un 5vs5 in una mappa con tre corsie separate da una giungla: la Landa degli evocatori. L’evocatore sceglie tra più di 100 campioni quale schierare in base alle caratteristiche proprie e del campione.

LoL è divertente, completo, ha una grande community ed è affascinante da studiare a livello sociale e cognitivo. L’interesse nasce perché richiede diverse abilità e meccaniche semplici prese singolarmente, ma che combinate richiedono di prestare attenzione a molte cose contemporaneamente (attenzione divisa). Questo avviene anche se non ne siamo consapevoli.

Microgame vs Macrogame

Una delle meccaniche basilari del gioco è il farming, last hittare i minion per poter ottenere dell’oro da utilizzare per l’acquisto di equipaggiamenti, lumi e pozioni. Non è però così semplice, bisogna capire il momento esatto in cui dare l’input. Questo però non è sempre lo stesso in quanto varia a seconda di molte variabili (campione, oggetti, quanti colpi ha preso da minion o torre avversaria, ecc) . Per questo all’interno del gioco è presente un tool di pratica dove imparare le meccaniche base. Qui scegliamo totalmente noi quali variabili considerare e quali eliminare per riprenderle in un secondo momento.

Basilare quanto il lasthit è la conoscenza delle abilità del campione scelto. Ogni campione ha infatti quattro abilità, offensive o difensive, con tempi di ricarica differenti. Qui entra in gioco anche la memoria, difficilmente in game si ha il tempo di rileggere la descrizione delle abilità. Può anche aiutare tenere conto dell’abilità più forte dei campioni avversari e i tempi di spawn dei mostri della giungla.

Il farming e l’utilizzo del campione rientrano nel microgame del gioco. Questo comprende le abilità e informazioni che solitamente un giocatore assimila per prime. Oltre a questo però c’è il macrogame. L’obiettivo del gioco è distruggere il nexus avversario, attraversando la landa e distruggendo le costruzioni avversarie. Il macrogame richiede quindi strategia: ad esempio spesso la decisione di uccidere il Barone Nashor in un determinato momento può fare la differenza tra una partita persa e una vinta. Con la strategia entrano in gioco i processi decisionali derivati sia da esperienze proprie in game che dall’emulazione di altri giocatori. Nei team professionali vi è il ruolo dello shotcaller che ha il compito di prendere le decisioni sulle azioni da compiere.

Quali processi intervengono?

Anche solo guardando altri giocare (su Twitch è uno dei giochi con più streamer e spettatori) si può notare quanto la componente emozionale sia estremamente forte. Nonostante sia presente anche la modalità contro un IA (usata prevalentemente agli inizi o per provare campioni nuovi), LoL tratta principalmente partite con e contro altre persone. Solo questo porta ad un livello di stress (positivo e/o negativo) maggiore rispetto a un gioco single player. Infatti entrano in gioco diversi fattori della psicologia sociale. La facilitazione sociale è uno di questi: voler fare bella figura con il proprio team porta ad un aumento della motivazione e a impegnarsi maggiormente. Troviamo anche la compensazione sociale, un membro del team più esperto degli altri aumenta il proprio impegno per compensare le performance non ottimali dei compagni.

League of Legends, complice anche la popolarità e il fatto di essere diventato uno degli esports più seguiti al mondo, ha portato allo sviluppo di una componente competitiva molto intensa anche nel giocatore casuale. La competizione in un gioco online è inevitabile e spesso è proprio quello che attira i giocatori. Ma chi gioca spesso sa che non sempre la competizione porta le persone a dare il meglio di sé. La compensazione sociale spesso viene sostituita dalla rabbia e dalla frustrazione del giocatore più forte (o che crede di esserlo) che si sfoga sull’anello debole del team generando frustrazione anche negli altri giocatori. Il 90% di queste partite termina con una sconfitta e due o tre report.

Questo fenomeno si presenta prevalentemente nelle partite in solo/duo. In questi casi almeno tre dei propri compagni sono selezionati dal gioco con un algoritmo (spesso non perfetto). Così si viene a creare quella spersonalizzazione dell’altro (frequente in internet) che facilita i comportamenti aggressivi. A tutti è sicuramente capitata una partita persa quasi a tavolino proprio a causa di litigi tra i componenti del proprio team. Allo stesso modo, tutti abbiamo avuto una prestazione mediocre in game e vincere lo stesso grazie alla perseveranza dei compagni.

In conclusione, League of Legends ha tutte le ragioni per essere considerato uno dei migliori giochi nel suo genere, come tutti ha dei difetti ma niente di insormontabile per mamma Riot.

Voi cosa ne pensate? Vi divertite ancora nella landa?

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