Sappiamo bene quanto la narrazione videoludica sia in grado di creare universi fittizzi e alternativi in cui personaggi sempre nuovi e complessi siano in grado di spiegarci il loro mondo attraverso i loro occhi, le loro emozioni e il proprio Sé.
Spesso però siamo abituati a pensare ai videogiochi come universi narrativi che nascono e si concentrano su un solo medium (che può essere la console casalinga o portatile, il pc, lo smartphone) dimenticandoci però che a volte queste piattaforme sono soltanto il punto di arrivo finale della narrazione, che è iniziata ben prima e soprattutto su altri mezzi.
Una delle migliori narrazioni per spiegarvi questo concetto è senza dubbio Final Fantasy XV.
Narrazione transmediale, da dove nasce?
Si tratta di un concetto formulato sociologo Henry Jenkins che rappresenta un processo in cui i diversi elementi di un racconto sono “dispersi” su differenti piattaforme e canali di comunicazione. Questo perché ogni singolo medium è in grado di valorizzare particolarmente il frammento narrativo in esso contenuto, veicolando informazioni che contribuiscono allo sviluppo dell’arco narrativo e alla comprensione della storia in maniera molto più dettagliata.
La narrazione transmediale si inserisce in un unico universo narrativo, che viene raccontato attraverso diversi media con lo scopo di fornire informazioni sempre più precise e dettagliate che possano essere utilizzate dagli utenti per comprendere più approfonditamente non solo la storia principale, ma anche l’intero universo in cui vengono narrate le vicende.
Perché proprio Final Fantasy XV?
Final Fantasy XV, il capitolo della serie che detiene il record di ben 5 milioni di copie vendute al day one e rilasciato per la prima volta nel novembre 2016. Anche se inizialmente venne annunciato nell’E3 del 2006, il suo sviluppo ha richiesto ben 10 anni prima di essere ultimato. Il protagonista è Noctis Lucis Caelum, l’ultimo erede del Regno di Lucis in grado di controllare una molteplicità di armi attraverso l’uso della telecinesi, sfruttando il potere dei Cristalli. A causa di un armistizio fallito tra le due parti, Noctis e i suoi compagni si troveranno così a dover combattere contro l’Impero di Niflheim.
L’aspetto interessante di questo capitolo della saga è che la storia di Final Fantasy XV si estende “oltre i confini” del medium videoludico, questo perché Square Enix ha deciso di suddividere la narrazione in un film “Kingsglaive: Final Fantasy XV” e in una serie anime “Brotherhood: Final Fantasy XV”. Entrambe contribuiscono a introdurre il giocatore alla storia che verrà poi sviluppata nel videogioco, partendo proprio dalle origini.
Kingsglaive e Brotherhood, due importanti frammenti narrativi
Questi due mini archi narrativi sono stati creati con lo scopo di approfondire vicende e legami che all’interno del videogioco non avrebbero trovato spazio e che hanno anche l’obiettivo di spiegare al futuro videogiocatore come si sia giunti alla storia narrata nel gioco. La serie animata Brotherhood racconta l’arco temporale in cui si sono sviluppati sentimenti di amicizia e fratellanza tra Noctis e i suoi compagni Prompto, Gladiolus e Ignis, che accompagneranno il protagonista per tutta la storia. È una serie che approfondisce il profilo psicologico dei personaggi e di come le varie vicende accadute nella loro infanzia abbiano contribuito a renderli quelli che ci verranno poi presentati nel videogioco.
Ricalcando l’obiettivo di creazione della serie animata, Kingsglaive si differenzia da essa per l’arco narrativo a cui fa riferimento: si concentra infatti su Nyx Ulric, uno degli Angoni del Re, un unità speciale creata per cercare di riequilibrare le sorti del conflitto tra le due nazioni. Il sacrificio di Nyx permetterà a Lunafreya di fuggire con l’anello affidatole da re Regis per portarlo a Noctis. Il tutto grazie a una perfetta simbiosi tra computer grafica e motion capture, che esprime espressività dei personaggi, l’epicità dei combattimenti e delle ambientazioni tramite un ottimo realismo pur raccontando vicende irrealistiche.
L’aspetto interessante giunge proprio nella parte finale del film che diventerà poi l’inizio del videogioco: Noctis e i suoi compagni in viaggio verso Altissia con la regalia in panne.
In conclusione
Final Fantasy XV ci ha senza dubbio mostrato come l’utilizzo di diversi media si sia dimostrato fondamentale per la creazione di un intero universo narrativo che non poteva essere spiegato completamente all’interno del videogioco per mancanza di spazio. Ecco quindi l’importanza della compenetrazione nel lavoro di storytelling che le diverse piattaforme sono in grado di fornire.