Sarà piuttosto sconvolgente la notizia che la PRO.M.I.S. Salute, progetto volto a promuovere la salute in regioni e provincie autonome, abbia promosso un progetto per la creazione di un un app e differenti videogiochi volti alla prematura diagnosi del Parkinson e alla sua cura.
i-Prognosis, il nome del progetto e anche quello dell’applicazione per smartphone già disponibile per il download, sta raccogliendo dati attivamente, ma sembra comunque essere già in grado di stabilire se una persona presenta i primi sintomi.
La ricerca si concentra sull’identificazione precoce di sintomi specifici. I dati vengono raccolti in modo innovativo e discreto tramite l’applicazione, attualmente disponibile in Germania, Grecia, Portogallo e Regno Unito.
Il sistema mira a identificare piccoli tremori, rallentamento dei movimenti, perdita dell’uso della voce o di alcune espressioni del viso, sintomi correlati con il Parkinson.
Leontios J. Hadjileontiadis, docente di Ingegneria e Informatica presso l’Università di Salonicco e Coordinatore del Progetto Salonicco “I-PROGNOSIS“, spiega come dopo tre anni di ricerca e sviluppo, abbiano raggiunto un tasso di precisione di circa l’85% e che ora l’obiettivo è quello di estendere la base dei pazienti per ottenere ancora più dati.
Con questi strumenti e tanto lavoro, i ricercatori sperano di poter aiutare i pazienti e combattere una malattia che colpisce almeno 10 milioni di persone in tutto il mondo.
È, infatti, una lotta contro il tempo la diagnosi, se è fatta precocemente esistono diverse terapie per ritardare il più possibile il deterioramento muscolare.
La PRO.M.I.S. non si è limitata, come prima accennato, alla sola app di diagnosi, ma si è prodigata anche per lo sviluppo di videogiochi utili alla Terapia per la malattia.
I ricercatori hanno sviluppato 14 diverse terapie per aiutare i pazienti a riguadagnare forza dei muscoli, migliorare la propria fisicità e anche a combattere la depressione.
Sotto stretto controllo clinico questi videogame sono già in uso in strutture specifiche e in rari casi anche a casa dei pazienti, ma solo sotto prescrizione medica.
Bulula Dias, educatrice Sociale e Fisica presso l’Università di Lisbona teorizza che se i pazienti giocano a questi videogame per almeno 30 minuti al giorno, vedranno un miglioramento della malattia e l’evoluzione di questa potrebbe anche stabilizzarsi.
Oltretutto i neurologi potrebbero controllare i progressi dei loro pazienti anche online.
Potrebbero davvero diventare uno strumento terapeutico di grande aiuto.
Sevasti Bostantjopoulou, Professoressa emerita di Neurologia presso l’Università Aristotele di Salonicco, dice come questi esercizi, questi programmi per computer, possono essere davvero efficaci come strumenti di trattamento. Sono rigorosamente mirati e realizzati su misura. Possono essere adattati alle esigenze di ogni paziente”