Fandom in fiera: cosa ci spinge a partecipare

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Che siate “semplici” visitatori, cosplayer o esperti del settore, c’è almeno un denominatore che accomuna queste tre categorie sotto un’unica, identica ala protettrice: il fandom. Coloro che decidono di partecipare a una fiera, che sia di dimensioni macroscopiche come l’appena terminata Lucca Comics&Games, MGW, oppure quelle un po’ minori per dimensioni, ma non certo per importanza, come la crescente Modena Nerd o ALEComics, rimanendo solo in territorio italiano, lo fanno scientemente e per tanti motivi diversi, ma è quasi sicuramente la passione, la curiosità e l’amore per il mondo fumettistico e videoludico a spingerli a partecipare.

Fino a qui, nulla di nuovo sotto il sole, ma c’è di più: cosa porta i visitatori a sostenere ore interminabili di code per provare solo una manciata di minuti qualche demo del prossimo videogioco in arrivo? Cosa fa sì che le persone passino intere giornate anche sotto la pioggia con i loro costumi che probabilmente rischiano anche di rovinarsi irrimediabilmente, ma la tenacia fa da padrona e non demordono? Qual è il motivo scatenante per cui giovani ragazzi si armano di pazienza, una cospicua somma di denaro e si imbarcano in un viaggio non sempre veloce e semplice per attraversare diverse zone d’Italia e andare verso la meta anelata? Il desiderio di partecipare e di vedere con i propri occhi quanto attende a una fiera è come sentirsi parte di una festa. E quale migliore occasione se non una fiera che si tramuta in festa?

Uno sguardo sulla folla di Lucca Comics&Games 2019

Quale che sia la propria età, ci si sente sempre, irrimediabilmente giovani, come se questo mondo non conoscesse età e non facesse distinzione tra giovanissimi e “vecchie guardie” del settore. La passione non ha età, e lo dimostrano i partecipanti a questi eventi, stimolati da tutto quanto li circonda mentre si fanno largo tra fiumane di persone da seguire senza altra scelta, musica ad altissimo volume tra gli stand, che confonde e conduce ancora di più a procedere come automi.

Perché tutto questo accade? Il fandom è, come spiega il termine stesso, lo spirito di “fanatismo” che spinge i fan a comportarsi in certe modalità, tra cui il sentimento di appartenenza a una comunità, un evento, poterlo raccontare in seguito ad amici, conoscenti e a un pubblico reso sempre più ampio grazie ai social network e alla tecnologia in senso più generale. Il senso di appartenenza può essere dunque una delle cause dominanti nella scelta di diventare uno dei grandi numeri che ogni anno riempiono i contatori delle fiere sopracitate e dell’universo del fandom del settore, di uno dei vari generi di intrattenimento o di un qualche prodotto specifico. Non parliamo di “mera psicologia” in senso freddamente oggettivo, quanto della genuina meraviglia che pervade il fan quando si trova a contatto diretto con la realtà che va cercando tra i padiglioni di una fiera o per le vie della città di Lucca, tra gruppi di cosplayer, artist alleys da percorrere alla ricerca dei propri autori preferiti o di quel fumetto che stavano cercando da tempo.

Il pubblico radunato in uno dei padiglioni di Modena Nerd

Non parliamo poi dell’attesa quasi interminabile per provare pochissimi istanti dell’anteprima di un gioco per cui non si sta più nella pelle, che sia la prima prova in assoluto o addirittura una replica. Questo fenomeno risulta anche come attaccamento affettivo a un prodotto davvero atteso, al quale si attribuisce un senso davvero importante per sé, per il proprio portato culturale e immaginario, Solo il senso di fanatismo a cui accennavamo poc’anzi può portare a questo comportamento, sottolineando come si tratti di un’accezione positiva del termine: il fanatismo di cui si parla in questo testo è appunto la radice del termine anglosassone “fan-atic”, genericamente usato per parlare di qualcuno che provi un attaccamento e interesse particolare e fin quasi smisurato nei confronti (in questo caso specifico) di un prodotto, personaggio o autore.

Il fenomeno del fandom trova quindi una grandissima espressione multiforme in particolar modo durante le fiere, proprio perché queste ultime diventano luogo ed evento di plurime espressioni del proprio culto nei confronti di un universo in costante sviluppo, alla ricerca di notizie, aggiornamenti, esclusive, tutto quanto possa sfamare la propria insaziabile ricerca di dettagli e anteprime sui titoli e prodotti di interesse. Partecipare alle fiere diventa così un “sub-fenomeno” di un fenomeno già di per sé piuttosto articolato, che permette al grande pubblico di sentirsi parte di una grande famiglia che sa riempire di affetto e calore ogni qualvolta si stringa la mano a un autore, si accenda lo schermo di una console con il proprio gioco preferito o si riesca ad acquistare quel numero introvabile del fumetto che cercavamo da tempo. Solo pochi e limitati esempi di quanto significhi per un fan prendere parte a momenti come questi.

Una fumettista alle prese con la sua opera durante Lucca Comics&Games

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