I cosiddetti life simulator sono una realtà sempre più diffusa fra i videogiocatori (e non) di tutto il mondo. Generalmente concedono la possibilità all’utente di sperimentare una vera e propria “seconda vita”, il cui passare del tempo è scandito da ore (o minuti) virtuali, corrispondenti o meno a quelle reali.
Un esempio clamoroso è quello di Animal Crossing, uscito originariamente per Nintendo Gamecube nel 2002 e che ha compiuto un vero e proprio miracolo a livello di creazione di una community e di una rete di videogiocatori che sono diventati irriducibili appassionati di questa vita bucolica e tranquilla (allego qui
l’eccellente articolo scritto dalla mia collega Erika a riguardo!). I giocatori,vestendo i panni di un avatar umano, si ritroveranno catapultati, con la scusa di un trasferimento improvviso, all’interno di un ridente villaggio abitato da animali antropomorfi (tutti con proprie precise caratteristiche psicologiche) con i quali socializzare e vivere eventi scanditi dal passare dei giorni nella vita reale, creandosi letteralmente una vera e propria “seconda vita” all’insegna del relax e della pace.
Animal Crossing ha gettato le basi dei life simulator proprio grazie alla sue semplicità e influenza, ma il vero e proprio Boom negli ultimi anni c’è stato con Stardew Valley.
Welcome to Pelican Town!
Stardew Valley si apre con la creazione del proprio avatar, completamente personalizzabile, in seguito alla quale verremo catapultati insieme a lui all’interno di un ufficio (volontariamente monocromatico e malconcio) con il nostro personaggio in preda ad un vero e proprio esaurimento nervoso causato dalla monotonia e rigidità del posto di lavoro.
In quell’esatto momento, al nostro personaggio appare in testa un flashback di suo nonno quasi sul punto di morte, in cui gli ricorda di aver lasciato una lettera da aprire solo nel caso in cui “sarà sfiancato dalla monotonia della vita“. In quell’esatto momento il protagonista si rende conto di aver sempre portato quella busta con sé: decide di aprirla e scoprirne il contenuto. Viene così a conoscenza del fatto di aver ereditato una umile fattoria in una tranquilla città di campagna chiamata Pelican Town.
Il nostro personaggio non ci pensa due volte, consegna subito le dimissioni al suo capo reparto e sale sul primo autobus disponibile, verso una nuova vita che gli è stata consegnata quasi per miracolo. Con questa premessa si apre la favola di Stardew Valley, consegnandoci una sensazione così familiare e un personaggio con cui è subito facile immedesimarsi, con una situazione psicologica così vicina a tanti di noi.

Già dalle prime battute SV trasmette il messaggio, in pura chiave romantica, di seguire le proprie passioni e le proprie sensazioni istintive positive quando ci sentiamo “bloccati” in una spirale viziosa da cui risulta difficile uscire.
All’arrivo in Pelican Town saremmo accolti da un simpatico vecchietto che è il sindaco di questa piccola realtà, che in seguito ci accompagnerà alla fattoria (la quale è scelta insieme alla creazione dell’avatar) insegnandoci subito le basi dell’agricoltura e fornendo i primi semi da fare crescere con amore e pazienza.
Da questo punto del gioco in poi, ci viene concessa completa libertà da parte del gioco (e questo è sicuramente uno dei suoi punti di forza): impareremo ben presto a pescare, allevare, ad esplorare le miniere in cerca di minerali utili, scegliendo noi il come e il quando farlo.
Una delle parti però, a mio parere, più interessante sta nel conoscere e approfondire il rapporto con tutti i vari cittadini, ognuno caratterizzato da una ben precisa personalità, legami affettivi, preferenza negli hobby e nel tempo libero, gusto nei regali e luoghi preferiti dove incontrare gli altri; anche nel rapporto con essi è concessa piena libertà al giocatore nel come farli evolvere, arrivando addirittura al matrimonio con loro (indiscriminatamente dal sesso del proprio avatar) e alla possibilità di costruire una vera e propria famiglia.
Sotto questa apparente semplicità di fruizione e di meccaniche, si nasconde in realtà un interessantissimo e complesso intreccio di meccaniche di gioco e di psicologia. Un caso interessantissimo riguarda un evento che concerne la catena di supermercati (del quale il nostro personaggio prima faceva parte), sul quale non voglio fare spoiler, ma che vuole trasmettere un messaggio forte e chiaro: non sempre le scelte più accessibili e facili possono essere positive, e, soprattutto, trasmettere un senso di accomplishment a chi le fa, ma, bensì, che i percorsi più lunghi e forse “faticosi”, sul lungo termine, potrebbero essere davvero quello che fa sentire le persone veramente realizzate e soddisfatte.
La vita è fatta di skills
Partendo da questo presupposto, uno dei numerosi miracoli che riesce a realizzare Stardew Valley sta proprio nell’aiutare a sviluppare ai giocatori numerose skill a livello gestionale pratico e psicologico: per chi deciderà di avvicinarsi a questa perla, la parole d’ordine sono Costanza e Adattabilità.
Il gioco, con l’enorme libertà che offre, non impone nessun tipo di pressione e scadenza, i traguardi (a parte le sidequest che ogni tanto ci vengono fornite) stanno direttamente alla decisione del giocatore!
Voglio ampliare il rapporto con qualche NPC? Bene, si va in esplorazione nelle miniere e cerco di trovare la pietra che consiste nel suo regalo preferito. Ho bisogno di soldi e materiali per farmi il silos di grano? Benissimo, posso coltivare gli ortaggi a basso tempo di produzione e vendere tutti i prodotti che ottengo dai miei animali (i quali non possono neanche morire se rimangono senza cibo, sempre in favore di quello spirito di relax che permea tutto il gioco), oppure è possibile dedicarsi ad attività di pesca e di vendita del pesce ottenuto.
Oltre a tutto questo, ampio spazio è lasciato anche a tutta la parte di gestione della fattoria con i vari edifici, come la disposizione ottimale di essi per garantire felicità e libertà agli animali che si allevano, o semplice risparmio di energia (indicato da una pratica barra verde di stamina, espandibile raggiungendo particolari traguardi nel gioco!) e risorse per garantire la massima efficienza, in modo che aumentino le possibilità di avere prodotti di qualità con prezzi di vendita molto più alti. Tutto questo accumulo di risorse permetterà di potenziare sempre di più i mezzi a propria disposizione, consentendo di toccare con mano i progressi che il giocatore farà, accompagnato, inoltre, da un semplice sistema di level up basato sulla ripetizione di quelle attività che sono il cuore pulsante del gioco!

La magia di tutto questo sta nel senso di accomplishment e autoefficacia che il giocatore percepirà immergendosi nelle lande bucoliche di questa seconda vita, imparando a gestire lo scandirsi delle ore, dei giorni e delle stagioni e variando, di fatto, le tecniche e le strategie che gli consentiranno di sentirsi soddisfatto e realizzato dagli obiettivi che si porrà, senza mai punirlo pesantemente nel caso in cui sbagliasse.
Questo perfetto equilibrio fra “crescita” del mondo di gioco e costante sensazione di serenità riesce a rendere Stardew Valley un’esperienza davvero assuefacente e costantemente stimolante, che permette al giocatore di far crescere non solo il mondo nel quale si sente proiettato, ma, allo stesso tempo, di crescere a livello personale! Il gioco, così facendo, stimolerà il giocatore stesso, in maniera indiretta, a migliorare skill che possono essere applicate nella vita reale, oltre al suscitare una sensazione di benessere psicologico ottenuta grazie al costante processo di superamento di obiettivi a breve termine.
Non finisce qui, perché il gioco stesso, proprio grazie all’atmosfera idilliaca che lo permea, permette all’utente di provare quella bellissima sensazione di “escapismo” così tanto ricercata dagli scrittori del periodo romantico, garantendo sensazioni meravigliose che stimolano la concentrazione e l’immaginazione, ma ne parleremo in un altro momento!