La libertà di scelta: perché ci manca?

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Avrete sicuramente letto sui social, in questo periodo delicato, citazioni che ripetono sempre la stessa identica cosa: “Prima eravate sempre chiusi in casa, perchè ora avete voglia di uscire?”. Avrete anche sicuramente letto le successive polemiche tra chi, giustamente, dice che dobbiamo stare in casa per proteggerci e chi vuole per forza uscire anche fuori dallo stretto necessario.
Ma vi siete chiesti come mai, ora che abbiamo il tempo e l’opportunità di gustarci Netflix, Amazon Prime e tutti i videogiochi che possediamo, alcuni di noi non si sentono comunque soddisfatti?

Io sì e nel pensarci ho pensato ad una possibile risposta: ci manca la libertà di scegliere.

 

Secondo questa teoria i nostri bisogni assumono il ruolo di una piramide dove i bisogni basilari (i così detti bisogni fisiologici come alimentazione, sonno) sono necessari per i bisogni di gradi più elevato fino a raggiungere la punta della piramide con i bisogni di “Autorealizzazione”

Ma cosa accomuna questa teoria con il nostro desiderio di libertà? Il terzo grado di questa piramide corrisponde ai bisogni di “Appartenenza” e comprende quei bisogni necessari al nostro vissuto sociale (le amicizie, il partner, l’appartenenza sociale). Ritrovandoci in un momento in cui non possiamo realizzarci in quel grado, non potremmo raggiungere l’autorealizzazione perciò, sia per ricerca di appartenenza che per malessere personale tendiamo a voler uscire dalle nostre abitazioni per incontrarci (questo spiega anche il perché dei flashmob sui balconi: pura e semplice appartenenza ad un gruppo).

Quindi come possiamo ricercare l’appartenenza in questo momento in cui siamo limitati? I videogiochi ci danno un enorme aiuto con le competizioni online in cui tutti possono interagire e parlare con amici e farsene di nuovi vivendo diversi tipi di avventure… e potete venire a giocare in live on noi dello staff a PokéMMO! o, anche, aiutare la ricerca giocando a Foldit (come è stato detto in questo articolo)

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