Il virtual GP di Formula 1, un esperimento ambizioso

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In un periodo in cui ogni evento sportivo e non viene puntualmente cancellato o rimandato a data da destinarsi, la Formula 1 ha sì annullato il Gran Premio del Bahrain, ma non si è arresa. Quello che hanno fatto invece è stato, in una mossa ambiziosa e interessante, sostituirlo con la sua controparte virtuale: il 22/03/2020 si è corso il GP virtuale, su niente meno che F1 2019 della Codemasters, un gioco che potete tranquillamente giocare a casa (e che, tra parentesi, è in prova gratuita per Xbox One e Playstation 4 per un mese intero scaricandone la demo).
Infatti anche chi ha partecipato al GP virtuale giocava da casa propria, seguendo le restrizioni del periodo: vi hanno preso parte persone di diversa estrazione professionale, da Lando Norris (pilota McLaren) a Liam Payne (membro dei One Direction). Piloti, ex piloti, streamer, cantanti e golfisti, tutti buttati in una gara insieme, trasmessi live su Twitch, Youtube e… Sky Sport. Sì perché questo interessante esperimento non è andato in onda solamente per i canonici canali dei videogiochi, bensì anche in televisione, portando la cosa all’attenzione anche di chi non ha mai sentito parlare della scena eSport.


A parer mio, ci sono molti punti su cui lavorare, ma come primo tentativo non era da buttare.
Ma andiamo con ordine, e cerchiamo di capire cos’è andato bene e cosa rischia di rendere questo esperimento una tantum senza troppo seguito.

La scelta dei partecipanti.

Come citato, abbiamo in mezzo sì Lando Norris e Hulkenberg, piloti di Formula 1; Philipp Eng, che corre in DTM; Guanyu Zhou, Formula 2. Ma ci sono anche Cyanide, streamer britannico; Sadokist, commentatore di eSport; il citato Liam Payne. Le scuderie di Formula 1 hanno i loro team di eSport, ma per questo evento hanno deciso di tenerli metaforicamente in panchina per lasciar correre veri piloti e intrattenitori di diversa estrazione, e i risultati non si sono fatti attendere. Basti vedere che carnaio è stata la partenza, pareva più Flatout di F1. Dopo alcuni giri la situazione si è stabilizzata e abbiamo potuto vedere alcuni esempi di vera abilità al volante tradotta in abilità di guida nel videogioco, ma non senza qualche intoppo lungo la via.

E ora passiamo al secondo punto, gli intoppi appunto. Qualcuno ha detto #Landobot? Sì, perché il buon Norris è crashato, sia durante le qualifiche che durante la gara stessa, venendo sostituito per la maggior parte del tempo dall’IA che ha guidato la sua auto finché non è riuscito a tornare in sessione. Gara che in origine doveva essere il 50% di un GP normale, 28 giri, ridotta al 25% per problemi tecnici che hanno portato il tutto a durare 14 giri.


E il terzo punto, i setting.
F1 2019 permette di impostare la gara a piacere, passando da un’esperienza arcade a una estremamente simulativa: si è optato per una via di mezzo, lasciando alcuni assist alla guida e danni ridotti: quest’ultima ha salvato la gara, altrimenti dopo la partenza non sarebbe rimasto nessuno in grado di correre.
Ma d’altro canto, non si è spinto al limite la capacità simulativa del titolo Codemasters, preferendo, come per la scelta dei piloti, un approccio più legato all’entertainment che alla simulazione. Inoltre, a differenza della realtà, le vetture erano normalizzate: la Mercedes e la Williams competevano 1:1, il tutto dipendeva solo dall’abilità del pilota.

Questa prima esperienza ha raccolto più di 450.000 spettatori, che devo dire è un numero impressionante, considerando anche che ha aperto la porta agli eSport su canali tradizionalmente riservati a sport che non hanno nulla di virtuale. Dall’altro lato, come ho voluto evidenziare, si è optato per portare nomi conosciuti in gara, senza dare spazio ai team di eSportivi che si allenando proprio per competere in questo ambiente.

Mi auguro prima di tutto che questo esperimento continui, seppur le contingenze che hanno portato a questo risultato siano molto tristi e stiano influenzando la vita di tutti noi. Spero inoltre che si riesca ad attirare gli stessi numeri di pubblico proponendo uno spettacolo più maturo, mettendo testa a testa gli eSportivi con impostazioni simulative, in modo da far vedere quali sono le vere potenzialità del media.

I simulatori di guida, più di altri generi di gioco, possono cercare di essere il più vicino possibile alla realtà. Se al posto del campionato di Serie A venissero trasmesse partite di FIFA 20, per quanto potrebbero essere interessanti, non sarebbe come vedere una vera partita: premere un tasto su un controller non traduce la finezza dell’azione reale come invece possiamo fare con un volante. Penso che un simulatore di guida sia un bel modo per portare parte dell’emozione di una gara reale da un’ambiente privo di rischi come il videogioco, ma bisogna osare di più perché questo possa cominciare ad essere preso sul serio.
Altrimenti avremo sempre la partenza del virtual GP del Bahrain: divertente da vedere, ma toglie subito dall’illusione che quanto si stia guardando possa essere realistico.

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