5 personaggi dei videogiochi con un disturbo mentale realistico

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Una volta mi dissero che le persone preferirebbero andare dal dentista piuttosto che dallo psicologo perché “i denti si vedono, la mente no”.
In altre parole, il senso della teoria sostenuta era più o meno questo: la società dell’apparenza ci farebbe prediligere l’impegnarsi per apparire in modo adeguato ai canoni conformistici, trascurando aspetti per noi altrettanto importanti ma non appariscenti, come il benessere psicologico, appunto. Una considerazione abbastanza amara, che però racchiude una verità: la salute mentale è sempre stata trascurata dalla considerazione popolare, forse proprio perché incontenibile in una forma precisa, in un’immagine adeguata all’esigenza di concretezza del nostro pensiero. Non è difficile comprendere perché le persone abbiano a lungo avuto pregiudizi rivolti verso chi aveva difficoltà con tematiche psicologiche: il senso comune, infatti, si difende da ciò che non riesce a comprendere appieno ricorrendo agli stereotipi. È sempre stato difficile sfondare il muro del pregiudizio per incontrare chi soffre di disagi legati alla sfera psicologica, eppure, segno dei tempi che cambiano, alcuni videogame sembrano offrire la possibilità di farlo. E sembra che ai giocatori questo piaccia.

Sono numerosi, infatti, quei titoli che sono riusciti a trattare, direttamente o indirettamente, tematiche profonde come la salute mentale offrendo al giocatore la possibilità di vestire i panni di personaggi caratterizzati da un disturbo psicologico, o di interagire con avatar pur sempre caratterizzati da un disagio esistenziale che ha avuto ripercussioni sulle loro condizioni psichiche.
È importante sottolineare che non si tratta di rappresentazioni stereotipate e stigmatizzanti del disagio mentale – che, purtroppo, è possibile trovare in alcuni videogame – ma di caratterizzazioni approfondite della psicologia di un personaggio che permettono al giocatore di empatizzare con lui/lei. I videogiochi che presentano questo avvicinamento empatico a un personaggio che soffre di un disturbo psicologico possono diventare un valore aggiunto per ridurre i pregiudizi su certi temi, sensibilizzare e cambiare la percezione dell’utente su di essi. Dunque, ecco qui una lista di cinque personaggi dei videogiochi che secondo noi soffrono di un disturbo mentale!

 

1) Kate Marsh (Life is Strange) – Depressione

Il primo capitolo di Life Is Strange ha lasciato il segno in chiunque l’abbia giocato, grazie all’abilità con cui gli sviluppatori sono riusciti a fare immedesimare i giocatori nel suo personaggio principale, Max (Maxine) Caulfilde, e alle persone che le ruotano attorno. I personaggi sono caratterizzati in modo molto chiaro, e si tratta, probabilmente, di uno dei videogame più emozionanti di sempre.
Una sequenza iconica di questo videogioco riguarda il tentativo di suicidio da parte di una delle migliori amiche della protagonista Max, ovvero la povera Kate Marsh. Questa ragazza, infatti, è vittima di bullismo da quando un video su di lei è diventato virale: vessazioni da parte di compagne di classe invidiose, insulti, ostracismo e rimproveri da parte di una famiglia molto religiosa la portano a dubitare di sé, a rimuginare su quanto accaduto e a non accettarsi più.
La sua disperazione culmina nel tentativo di lanciarsi da un palazzo, e soltanto le scelte del giocatore svolte nel corso del gioco potranno permettergli di scegliere i dialoghi giusti per farla desistere. Questa ragazza sembra presentare le caratteristiche tipiche di una condizione depressiva: umore depresso con forte tendenza al pianto, scarso interesse per attività che un tempo per lei erano consuete, come uscire a bere un tè con le amiche, preferendo piuttosto chiudersi in un evitamento per lei insolito, e forti sentimenti di colpa e autosvalutazione.

 

Spetta al giocatore scegliere le giuste opzioni per salvare Kate. Solo aver empatizzato con lei nel modo giusto durante il gioco ci porterà a impedire che compia il disperato gesto.

 

Per quanto riguarda gli aspetti cognitivi, la si vede spesso essere senza speranza e pessimista per quanto le sta succedendo, non riuscendo a vedere una luce in fondo al tunnel. Inoltre, sono molto forti emozioni come l’angoscia, la disperazione e una disarmante impotenza per la situazione vissute, unite a un forte senso di vergogna che le rende difficile affrontare la giornata.
Visitando la sua stanza del college, si possono notare dei dettagli curiosi che enfatizzano il suo stato d’animo, come ad esempio la poca luce che filtra dalla finestra, lo specchio coperto da un panno (troppo difficile riuscire a guardarsi allo specchio da quanto è la vergogna per lei provata), disegni cupi contrapposti ad altri molto più colorati disegnati in passato, e frasi della Bibbia evidenziate inerenti la colpa, ma anche il perdono e la redenzione. Secondo chi scrive, potrebbe essere un’esperienza di gioco più coinvolgente ed emozionante quella in cui bisogna tentare di salvarla scegliendo le giuste parole da rivolgerle, piuttosto che tante sequenze d’azione di altri giochi [1].

 

2) Madeline (Celeste) – Depressione

Celeste è un gioco 2D indipendente molto acclamato dalla critica, merito di aver unito un gameplay davvero efficace ad una storia interessante. Madeline è una ragazza in cerca di sé, che vorrebbe ritrovare quel valore e autostima che non riesce a riconoscersi. Per dimostrare al mondo “di essere qualcuno” decide quindi di intraprendere un’impresa quasi impossibile, scalare il monte Celeste e arrivare a toccarne la cima.

 

Madeline, protagonista di Celeste.

 

La caratterizzazione del personaggio, anche in questo caso, sembra indirizzata verso una personalità di tipo depressivo, con forti sentimenti di auto-svalutazione e anche qualche crisi d’ansia, che culmina in certi casi in attacchi di panico. Come notato nella video-recensione di questo gioco a cura di Multiplayer [2], nel corso dell’avventura non esistono nemici, se non ostacoli che non siano raffigurazioni della psiche della protagonista, proprio come “la parte oscura”, un alter-ego che altri non è se non l’incarnazione di quelle parti di sé che non riesce ad accettare.
Il gioco si concluderà (SPOILER) proprio con una riappacificazione tra le due, in cui Madeline tornerà in contatto con quelle parti di sé che prima non accettava, riappropriandosene e comprendendo che la scalata della montagna altro non era che una “distrazione” rispetto a quello di cui aveva veramente bisogno.

 

3) Chloe Price (Life is Strange) – Disturbo borderline di personalità?

Torniamo a Life Is Strange, perché c’è un altro personaggio in cui è possibile ritrovare alcune condizioni tipiche della psicopatologia: stiamo parlando di Chloe Price, l’amica del cuore di Max, ad oggi uno dei personaggi più iconici di tutta la serie, tanto che Dontnod l’ha resa protagonista del prequel Before The Storm. Personalità ribelle e anticonvenzionale, è curioso notare che in un certo momento del gioco, esplorando il bagno di casa sua, si trova della Fluoxetina, uno psicofarmaco. Alcuni hanno pensato che questo dettaglio possa rinforzare l’ipotesi per la quale Chloe soffra di disturbo borderline di personalità, per il quale questo medicinale è spesso usato. Effettivamente, la sua personalità è in certi casi coerente con questo disturbo: sono ricorrenti le sue esagerate preoccupazioni sull’essere abbandonata dalle persone significative, paura che la porta a richiedere agli altri sforzi anche irrazionali per farle percepire di essere preferita ad altre persone (ad esempio quando chiede a Max di rispondere alla telefonata di Kate).

 

Chloe Price, alle spalle di Max Caulfield.

 

Frequenti sono inoltre le sue reazioni impulsive e sconsiderate, nel suo caso il tentare di ricattare persone dal comportamento delinquenziale, ma anche quelle scontrose, soprattutto verso la madre e, in particolare, il padrino.
Tanta è la rabbia che esprime in modo intenso, ma anche inappropriato, verso le figure d’accudimento, fra le quali anche il padre defunto, reo, a suo dire, di averla abbandonata. L’intero modo di agire di Chloe, inoltre, è animato da una grande emotività, che sembra spesso prendere il controllo e sopravvento, ma che contraddistingue tutte le relazioni principali da lei intrattenute, non solo con Max. Il team di sviluppo del gioco aveva dichiarato in un tweet di non aver sviluppato Chloe con l’idea che soffrisse di disturbo borderline di personalità o di altre patologie (ecco perché il punto interrogativo nel titolo del paragrafo), ma sono numerose le persone che hanno avuto questo pensiero dopo aver giocato a Life Is Strange [3].

 

4) Ethan Mars (Heavy Rain) – Disturbo Post Traumatico da Stress

Heavy Rain è un altro di quei capolavori che ci permettono di avvicinarci alla sofferenza altrui e di comprenderla al meglio. Tutti i personaggi giocabili di questo videogame presentano una condizione di disagio psicologico; in particolare, Ethan Mars, attorno a cui ruota la storia principale, è un uomo che non si dà pace per la morte del figlio maggiore, Jason, investito davanti al centro commerciale in cui era stato accompagnato dai genitori per il suo compleanno.
Nonostante Ethan si sia letteralmente lanciato sotto l’auto che ha ucciso il primogenito pur di evitare il peggio, anche se senza successo, non riesce a darsi pace per quanto accaduto e si sente colpevole di non essere stato un buon padre.
Sopravvissuto a sei mesi di stato comatoso, dopo la separazione dalla moglie non riesce a sfuggire ai sensi di colpa ed è tormentato dal rimorso. Ethan rimugina continuamente su quanto successo, e dopo l’accaduto sembra non giovare più quella creatività che gli aveva permesso di diventare un brillante architetto. Si mostra meno curato nell’aspetto: è possibile notare una barba più incolta rispetto all’inizio del gioco e un vestiario dai colori meno accesi.

 

Anche il destino di Ethan è influenzabile dalle scelte del giocatore, così come quello di molti giochi in stile Avventura Grafica.

 

Oltre ad uno stile depressivo di base, ciò che cattura l’attenzione sono i suoi stati di “blackout”, momenti che durano diverse ore in cui non ha il controllo di quello che fa e di cui non ha alcuna memoria: a prima vista, sembrerebbero delle amnesie dissociative, che possono essere tipiche nel Disturbo post-traumatico da stress. Va considerato inoltre che Ethan presenta un attacco di panico quando si trova in mezzo alla folla, dal momento che gli ricorda l’evento traumatico della morte del figlio, in particolare la ressa al centro commerciale che gli impediva di raggiungere Jason (altrimenti detta agorafobia), oltre ad avere dei flashback dell’episodio.

In un precedente articolo, che potete leggere qui (https://www.horizonpsytech.com/2018/09/03/i-5-disturbi-mentali-di-cui-soffrono-i-personaggi-di-heavy-rain/), avevamo già analizzato i 5 disturbi mentali presenti in Heavy Rain.

 

5) Senua (Hellblade, Senua’s Sacrifice) – Psicosi

Hellblade è un gioco di Ninja Theory su cui è stato scritto molto. Il suo protagonista, Senua, è una guerriera che soffre di disturbi mentali psicotici, alla ricerca di un modo per salvare l’anima del fidanzato defunto.
Agli sviluppatori del gioco spetta il merito di aver dato una rappresentazione di un disturbo psicotico complesso come la schizofrenia in maniera scientificamente accurata e non stigmatizzante. Tante sono le voci che Senua sente nella sua testa, che spingono a dubitare della realtà circostante non solo il suo personaggio, ma anche il giocatore, che ad un certo punto viene scosso poiché non riesce più a capire se esista o meno una linea di demarcazione netta tra realtà e follia.
Il fruitore del gioco ha la possibilità di immedesimarsi in un personaggio che soffre non solo di allucinazioni uditive, ma anche visive. Si tratta di un gioco, quindi, che permette al player di sperimentare angosce tipiche di una condizione psicotica, ma lo fa in modo scientificamente accurato, merito anche del team di esperti che ha seguito la produzione del gioco.

 

 

Ecco che finisce il nostro focus su quei videogiochi che, a nostro avviso, hanno trattato al meglio il tema dei disturbi mentali. Obiettivo non facile perché terribilmente sfuggevole, ma a cui alcuni videogame sono riusciti a dare una forma non-stigmatizzante e rispettosa delle sofferenze individuali, al contrario di altri – che non citeremo in questa sede – che si sono limitati a raffigurare una versione caricaturistica del disagio mentale.

Inoltre, il merito dei videogiochi sta nell’offrire al gamer la possibilità di andare oltre una comprensione esclusivamente intellettuale del disagio psicologico, permettendo di empatizzare con persone che soffrono di questa condizione immergendosi in un frammento della loro vita. Probabilmente i videogiochi sono il medium che, ad oggi, permette di avvicinarsi e comprendere al meglio la condizione di chi soffre rispettandone il dolore.

 

Fonti

[1] https://www.stateofmind.it/tag/depressione/

[2] https://www.youtube.com/watch?v=8CkMQb15ib0

[3] https://life-is-strange.fandom.com/wiki/Chloe_Price

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