Se anni fa i social network costituivano la ventata di novità assoluta, una proposta mai vista prima, nonché un’esperienza totalmente nuova per l’individuo, oggi quando si parla di questi contesti virtuali ci fa quasi l’effetto di un libro già letto.
Come hanno fatto allora a collezionare sempre più utenti attivi?
La risposta è complessa e deve tenere conto di diversi fattori. Non li esaminiamo tutti in questa sede, ma ci focalizziamo su alcuni aspetti particolarmente interessanti.
Moda, senso d'appartenenza ed evoluzione
È indubbio che agli albori dell’era social questi fossero una realtà per pochi eletti, un privilegio di chi disponeva effettivamente degli strumenti per accedervi. Ora invece sono una piazza democratica alla portata di chiunque…e anche molto popolata. Oltre al fatto che, come molte delle novità introdotte soprattutto nel mondo giovanile, per imitazione o pressione sociale, i social network si sono diffusi a macchia d’olio, svolgendo via via una funzione sempre più fluida, sicuramente di matrice relazionale, ma complessa da definire in poche semplici parole. Il punto piuttosto è un altro: possibile che dopo tutto questo tempo, invece che seguire una parabola di nascita-crescita-morte, i social network siano in continuo incremento sia come numero che in termini di popolazione?
Uno dei fattori lo si trova nel vecchio darwinismo: i social che più sono stati in grado di adattarsi sono sopravvissuti. Ed è proprio in questo concetto di adattamento che si trova la chiave di volta del ragionamento, ma bisogna prima capire in che modo questo adattarsi si è concretizzato.
Curiosità: qual è stata l'evoluzione dei social network? [Guarda il video]
L'ingrediente segreto: la gamification
Il succo della spinta adattativa dei social network è andata sì nella direzione di poter condividere informazioni di natura sempre più varia, in differita e in tempo reale (pensiamo alle storie), ma anche in termini di tipologia di stimolo offerto. In breve, hanno capito che dovevano divertire. Come? Semplice: cosa diverte di più di un gioco? E quando si gioca difficilmente si abbandona la partita prima che finisca.
Pensiamo ad esempi alla portata di tutti: i giochi di Facebook e successivamente, in modo ancora più efficace, le storie interattive di Instagram.
Facebook: i risultati di gioco diventano parte del tuo profilo
Andando a memoria, Facebook fu forse la prima piattaforma a introdurre dei piccoli videogiochi ai quali poter accedere direttamente dal social stesso su browser. Via via che il corso della partita si svolgeva, il giocatore poteva condividere i propri risultati sulla Home, così che tutti potessero vederli e applaudirli o cercare di sfidarli. Farmville, grandi classici fruibili istantaneamente hanno ampliato le possibilità d’azione di Facebook su cui un cambiamento importante si stava innescando: la piattaforma non era più solo luogo di incontro, socializzazione e condivisione di post, ma anche di intrattenimento collettivo.
È evidente come, lo dimostrano numerosi studi sul gioco, il solo fatto che sul social sia presente la possibilità di intrattenimento faccia sì che l’utente ci torni, ci ritorni, ci si soffermi a lungo. L’investimento cognitivo ed emotivo insito nel gioco mette così l’utente in relazione col social stesso, rendendolo un luogo di incontro e scambio con gli altri connotato anche da una dimensione di coinvolgimento nella reciprocità, non solo in forma bidimensionale tra utente e piattaforma.
Tuttavia, successivamente si è presentata la necessità di scavalcare il fastidio di dover caricare una pagina apposita per potersi dedicare all’attività ludica, o comunque di cambiargli forma per mantenere l’appeal che il social doveva assolutamente confermare. A questo giro è stata la community di utenti a dare il proprio contributo con meme e soprattutto i post ludicizzati, come quelli che chiedono di mettere un’emoji sulla base della didascalia del post.
Utilizzato anche come strategia di marketing per raccogliere informazioni sulla lead generation o comunque sia sul livello di gradimento di alcuni contenuti, questo particolare tipo di post ha spopolato su Facebook, innescando un meccanismo di diffusione sulle varie pagine presenti sulla piattaforma e, soprattutto, ha generato una spirale di affiliazione degli utenti verso i contenuti e chi li pubblica.
I social 2.0: l'esempio di Instagram Stories
Con Instagram è stato fatto un passo ulteriore ancora.
Sebbene in maniera simile a quanto raggiunto con i post a emoji appena menzionati, Instagram ha conquistato gli utenti consentendo di aggiungere alle proprie Stories una componente ludica immediata, istantanea e veramente smart.
Spesso infatti vediamo pagine Instagram di settore coinvolgere gli utenti in simpatici mini quiz a basso dispendio cognitivo, come quello che si vede in immagine. In questo specifico caso d’esempio, nelle storie precedenti (esattamente 5) vengono proposte delle curiosità, una per ciascuna storia, sulla saga Ubisoft denominata Far Cry. L’utente è quindi stimolato con un appello alla sua curiosità e orgoglio di giocatore a verificare le sue conoscenze in materia, scorrendo storia dopo storia. Lì, alla fine della sequenza, si ritrova la domanda “Quante ne conoscevi?” che va a rimarcare il carattere ludico di domande che altro non hanno fatto se non invitarti a tornare nuovamente su quella pagina, a seguirla o, perché no, a comprare i suoi prodotti. Il tutto semplicemente facendoti giocare, facendoti vedere che ti conosce così bene da sapere cosa proporti per intrattenerti.
E come questo blando esempio, nel giro di pochi anni sono state implementate molte funzionalità, dalle Q&A, ai quiz e via dicendo, i quali hanno ampliato in un certo senso il parco giochi del social, delineando un nuovo volto della presenza virtuale non più fatta di osservazione e unidirezionalità, ma di reciprocità e partecipazione diretta.
Non voglio dilungarmi troppo su casi specifici, ma porre in essere una riflessione da condividere con te che mi stai leggendo. I social sono mutati e con essi le potenzialità della ludicizzazione di ciò che ludico per sua natura inizialmente non è. Ed è proprio questa ludicizzazione che adesso, dando seguito alla parabola evolutiva che i social stanno percorrendo, permetterà a loro stessi di incrementare followers, incisività e di consolidare la propria posizione nel mondo virtuale. Almeno, fino alla prossima evoluzione.