L’odio per il giallo sembra accomunare molte community videoludiche. Perché?
Il 4 agosto 2020, il videogioco Battle Royale Fall Guys: Ultimate Knockout è stato rilasciato per PC e PlayStation 4. Alcuni minigiochi prevedono la divisione casuale dei giocatori in squadre, indicate dai colori rosso, blu, giallo, e verde. Nei minigiochi a tre squadre, i giocatori spesso utilizzano la tattica di allearsi con una squadra rivale per garantire l’eliminazione della terza. Il caso vuole che la squadra bersaglio dell’offensiva coordinata sia, nella maggior parte delle volte, la squadra gialla. Le sfortune della squadra gialla sono diventate presto meme, a tal punto che, il 10 agosto 2020, l’account Twitter ufficiale di Fall Guys ha twittato:

A qualcuno questa storia potrà sembrare familiare. In Pokémon Go, i giocatori dei Team Valor (rosso) e Team Mystic (blu) hanno trovato rapidamente il loro bersaglio: il Team Instinct, giallo. Così, i giocatori che si identificavano con il gruppo di Spark sono stati spesso esclusi dalla conquista delle palestre.
Ma da dove deriva l’odio per il giallo?
Problemi di Attenzione
Il giallo è generalmente visto come divertente, energico, e certamente attira l’attenzione. Tuttavia, è decisamente poco usato in ambito web rispetto agli altri colori. Questo perché, nei casi in cui il giallo è dominante, per l’utente diventa difficile sapere su cosa concentrarsi o su cosa cliccare. Il giallo attira la nostra attenzione in troppe direzioni contemporaneamente. Inoltre, a causa dell’alta quantità di luce riflessa, usare il giallo come sfondo su carta o su monitor aumenta il rischio di affaticamento degli occhi.
Radici Naturali
Alcune ricerche (e.g., Jacobs & Suess, 1975) suggeriscono che il rosso ed il giallo aumentino il livello di ansia rispetto al blu o al verde. Sebbene sia considerato un colore allegro, le persone hanno maggiori probabilità di perdere la pazienza (e i bambini piangere) nelle stanze gialle. Ciò potrebbe accadere perché, mentre colori come il blu o il verde sono prevalenti nel mondo naturale, il giallo appare solo con parsimonia. Per questo, attira (con insistenza) la nostra attenzione.

Radici Culturali: Pioggia o Metafore?
Uno studio condotto da Adams & Osgood (1973) ha indagato le reazioni emotive ai colori da parte di 23 gruppi di 35-40 studenti di diverse culture. I risultati hanno mostrato che il blu e il verde erano associati al concetto di “buono”; il giallo a “debole” e “cattivo”, ed il rosso a “forte” e “attivo”, a prescindere dall’appartenenza culturale.
Eppure, studi più recenti hanno messo in dubbio tali risultati. Uno studio condotto in 55 paesi sembra aver scoperto che l’associazione tra il giallo e la gioia varia in funzione di fattori climatologici. I partecipanti appartenenti a Paesi più lontani dall’equatore e/o con livelli di precipitazioni annuali più elevati hanno associato il giallo alla gioia in misura maggiore. Dunque, le esperienze ambientali sembrano contribuire al significato percepito del colore:
“Associazioni giallo-gioia [potrebbero] emergere a causa dell’esperienza dell’individuo (il sole rende tutti i colori più vibranti), delle sensazioni fisiche (la sensazione positiva della pelle riscaldata dal sole), dell’esperienza incarnata (fare cose gioiose sotto il sole)”.
In risposta a questa scoperta, altri autori (e.g., Azer, 2019) suggeriscono di prestare attenzione ai possibili fattori linguistici. Secondo l’autore, le metafore che includono i colori potrebbero essere un altro meccanismo che collega le esperienze climatologiche con le associazioni colore-emozione.
Insomma, l’odio per il giallo ha spaziato dai millimetri di pioggia annuali ai modi di dire popolari attraverso i millenni, fino ad arrivare ad essere la ragione per cui la squadra gialla sembra sempre essere destinata a perdere. Kudos!
Abbiamo già parlato di videogiochi e colori: qui l’articolo.