The Last of Us parte 2: Senso di Colpa e Vendetta – Analisi del finale

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Anche a distanza di più di due mesi dall’uscita di The Last of Us 2 è giusto ritornare a parlare del capolavoro Naughty Dog, per esplorarne nuovamente i temi e metterne in luce dettagli che, a un primo sguardo, possono essere sfuggiti ai più. È per questo che mi accingo a fornirvi una mia spiegazione del finale nell’ottica di due tematiche fondamentali: senso di colpa e vendetta.

L’articolo è sostanzialmente tutto un gigantesco SPOILER quindi chi non avesse terminato il gioco non dovrebbe proseguire oltre.

Finale Parte I

Nell’atto finale di The Last of Us parte 2, Ellie stanca e ferita riesce ad arrivare al luogo dove Abby e Lev sono tenuti prigionieri per ottenere la sua vendetta. Abby è denutrita, senza la sua caratteristica massa muscolare e in fin di vita. Dopo aver liberato la ragazza e aver atteso che ella metta in salvo anche Lev decide di non farli partire per poterla affontrare.

La prima domanda che sorge spontanea è: perché non uccidere Abby subito invece di affrontarla?

Il combattimento è straziante ed Ellie perde due dita a causa del morso di Abby, tuttavia riesce a sopraffarla e sta per annegarla quando ha la visione di Joel e decide di lasciarla andare. Lev e Abby scappano con la barca mentre Ellie rimane sola e in lacrime sulla riva, bagnata dalle onde.

Perché Ellie non ha ucciso Abby se la sete di vendetta le ha fatto addirittura abbandonare Dina e la vita con lei? Cosa significa la visione di Joel?

Per rispondere a queste domande dobbiamo fare un passo indietro e affrontare i due temi principali della saga: il senso di colpa e la vendetta.

 

Senso di colpa di Ellie

Ellie viene lasciata da sua madre Anna alle cure di Marlene, il capo delle Luci che però l’affida a un collegio militare senza mai incontrarla personalmente. Il suo senso di colpa inizia qui, con l’abbandono. Come molto spesso succede nei figli di genitori separati essi tendono ad attribuire a loro stessi la colpa per la separazione, capiamo bene che con l’abbandono la colpa è ancora più accentuata. Inoltre è una colpa inconscia perché riferita al solo fatto di esistere dato che era una neonata quando è stata abbandonata.

Solo dopo aver compiuto 13 anni e dopo una fuga notturna con Riley, Marlene le consegna la lettera di sua madre con la quale rivolgeva ad Ellie parole d’amore e la incitava a trovare la sua strada e a vivere una vita che vale la pena di essere vissuta.

Quando viene morsa con Riley negli eventi narrati da Left Behind, le due si promettono che si sarebbero trasformate insieme per vivere unite le ultime ore rimaste. Tuttavia solo Riley si trasforma ed Ellie o l’ha uccisa o è fuggita. Ad ogni modo qui abbiamo la vera e propria nascita del suo senso di colpa. Una condizione che la caratterizzerà per tutta la sua esistenza. Ellie inconsciamente sente di aver tradito la promessa fatta alla sua amica. La sua immunità al fungo è una colpa perché lei può sopravvivere mentre gli altri intorno vengono infettati. Il senso di colpa del sopravvissuto.

Ma non finisce qui,anzi. Dal momento che è immune Marlene vuole portarla dalle Luci per provare a creare una cura. Ellie diventa in questo modo un “carico preziosissimo” qualcosa per cui dare la vita. Infatti, nel momento in cui viene affidata a Joel e Tess, subentra la consapevolezza di metterli in pericolo costantemente. Quando Tess si sacrifica per dargli una possibilità, convincendo Joel a portare Ellie da Tommy, lei mostra tutto il suo senso di colpa.

 

 

 

Nel viaggio con Joel, mentre il suo attaccamento a lui si fa sempre più forte, vede morire Henry e Sam, vede cosa succede nelle persone quando un loro affetto si trasforma e si chiede cosa accadrebbe per lei se Joel si trasformasse. Il suo legame con Joel è sempre più forte ma anche la missione lo è. Diventa il suo obiettivo di vita, il suo modo per espiare la colpa. Se può servire a creare una cura lei farà di tutto per arrivare al laboratorio. D’altra parte però, lei è una bambina che ha finalmente trovato qualcuno con cui combattere, il padre che non ha mai avuto, qualcuno che le voglia bene anche se non se ne rende conto. Per questo lotta per stare con Joel e completare la missione con lui. E una volta terminata Joel le avrebbe insegnato a suonare la chitarra e a nuotare… e avrebbe cantato per lei.

Quando Joel viene quasi ucciso, la sua disperazione è massima, tuttavia seguendo gli insegnamenti di vita della madre riesce a curarlo e a portarlo in salvo.

Dopo essere stata quasi stuprata da David le sue prospettive vengono ulteriormente accentuale. Il suo viaggio non può essere inutile, deve raggiungere il laboratorio. Ma Joel, che ormai le vuole bene più di ogni altra cosa al mondo, le dice di tornare a casa, che possono stare insieme e basta. Lei rifiuta, ma spera comunque in quella vita da lui promessa.

Sedata senza possibilità di stare con Joel, si risveglia solo dopo che lui ha ucciso tutti e l’ha portata in salvo, dicendole la bugia che c’erano molti come lei ma era tutto inutile. Lui non le dice che l’avrebbero uccisa.

Arrivati a Jackson lei gli chiede di giurargli che ciò che gli ha detto è vero. Gli fa capire che lei ha bisogno di espiare la colpa di essere sopravvissuta dopo aver infranto la promessa con Riley, aver visto morire Tess e Sam.

E’ importante capire che Ellie non voleva morire, voleva solo fare qualcosa di utile per dare indietro ciò che aveva ottenuto. Forse avrebbe scelto di morire, ma forse avrebbe rifiutato per vivere con Joel. Joel ha agito da padre, ha agito per lei.

Io sono convinto che lei qui sappia che le cose non sono andate come le ha detto Joel, ma ha bisogno di quella menzogna e fra poco vedremo perché.

 

Senso di colpa di Abby

Il senso di colpa di Abby sembra meno evidente di quello di Ellie ma a mio modo di vedere riveste un ruolo comunque importante nella sua psicologia.

Come ci mostra uno dei flashback di The Last of Us parte 2 è lei che convince il padre ad eseguire l’intervento su Ellie dicendo “Se fossi al suo posto vorrei essere operata”. Il padre era già convinto ma non è difficile pensare che dopo la sua morte le parole che gli ha rivolto siano risuonato più volte nella sua mente. In più il ruolo che il padre ricopriva fra le Luci era inestimabile: era l’unico in grado di creare una cura. Con la sua morte le possibilità sono svanite e le stesse Luci si sono disgregate. Una colpa che Abby sente ricadere in parte su di sè. Se solo avesse fermato suo padre.

Ma la sua “colpa” non si ferma qui. Nella cieca volontà di eseguire la sua vendetta, Abby sa di aver deteriorato il suo rapporto con Owen come ci viene testimoniato dalla scena dell’acquario quando lui vorrebbe solo stare con lei ma Abby è ossessionata dalla volontà di uccidere Joel. Infine, la stessa scelta di unirsi ai Lupi e rovinare la sua vita precedente da Luce è fonte di senso di colpa come capisce solo dopo aver ucciso Joel.

 

Joel come capro espiatorio

A questo punto con la fine del primo The Last of Us e con la scoperta che Joel ha ucciso Jerry, il padre di Abby, entrambe le ragazze assumo Joel come capro espiatorio, nonostante non sia esente da colpa e tuttavia caricandolo di importanza ancora maggiore.

Ellie, come già espresso in precedenza, sa che quella di Joel è una bugia ma non vuole affrontarlo. All’inizio di The Last of Us parte 2 vediamo un rapporto ambiguo fra Joel e Ellie che si potrebbe spiegare con l’adolescenza di Ellie ma che secondo me deriva da un rancore latente di Ellie che lo incolpa di ciò che è successo al Laboratorio senza sapere cosa sia successo nello specifico. In questo modo, Ellie riesce a spostare verso Joel il suo senso di colpa. Ora la colpa è di Joel e lei può cercare di vivere la sua vita normalmente. In questo modo si appassiona al disegno con la sua amica e forse amante Cat e poi successivamente ha una relazione con Dina. Vuole ancora troppo bene a Joel per odiarlo, ma in quella situazione di quiete a Jackson le viene naturale scansarlo e ignorarlo.

E’ fondamentale ora capire che quando Joel muore, lei viene immediatamente riproiettata al primo The Last of Us, come se quei 3 anni a Jackson fossero stata pura finzione. Il castello di carte crolla e ora è di nuovo sola, con i suoi sensi di colpa al quale si aggiunge quello di non essere riuscita a impedire la morte della persona a cui voleva più bene in assoluto. Da qui si origina la sua vendetta. Il ritorno al primo The Last of Us.

Per Abby allo stesso modo la vendetta nei confronti di Joel diventa l’obiettivo della sua vita. Ha sacrificato tutto per arrivare a ucciderlo: il suo rapporto con Owen, la sua affiliazione alle Luci, quelli che lei ritineva i buoni e forse, anche il suo corpo.

 

Vendetta

Partiamo da Abby: Nonostante sia l’azzardo e la sorpresa più grandi messi in piedi da Naughty Dog nel gioco, la maniera con cui si esprime la sua vendetta nei suoi risvolti psicologici è piuttosto canonica. Non per questo brutta o mal narrata. Nel momento in cui uccide Joel qualcosa in lei si rompe. Capisce l’inutilità per lei del suo gesto e tutto quello che ha perso per arrivare a provare quella soddisfazione tanto agognata, che però non c’è. Da quel punto in poi Abby deve espiare, si rende conto della persona che è diventata e del fatto che si è unita ai Lupi senza nemmeno credere alla loro causa, ma solo perché le fornivano la struttura logistica e pratica per allenarsi e uccidere Joel. Decide di provare a recuperare il suo legame con Owen, ma viene ucciso, così come Manny e Mel. Ciò che lei stessa ha contribuito a mettere in piedi le si sta ritorcendo contro e sta perdendo nuovamente tutto. Capisce che aveva ragione Owen, che vale la pena cercare di nuovo le Luci, tornare ad essere le persone che erano. Capendo perché Owen aveva risparmiato una Iene una volta, prende in affetto due giovani Iene in fuga: Lev e Yara. Yara muore permettendo loro di fuggire. Cercando le Luci dove diceva Owen finiscono però catturati dalle Serpi finché non arriva Ellie.

La vendetta di Abby quindi ha un andamento canonico con la presa di coscienza della sua inulità e la volontà di espiare le sue colpe.

Il caso di Ellie è diverso e più complesso. Tutto si origina dal modello di Joel e da ciò che è avvenuto nel primo The Last of Us. Ellie parla con Tommy cercando di spronarlo a partire. Joel lo avrebbe fatto, avrebbe dato tutto per loro. Tommy sa che ha ragione, per questo parte senza dirle niente, per proteggere lei e Dina. La missione diventa recuperare Tommy che nel frattempo sta facendo strage da solo. Nel momento in cui uccide Nora si rende conto degli effetti che ha avuto sulla sua psiche e ne esce distrutta ma decide di andare avanti uccidendo Mel e Owen ma non lo fa volontariamente il suo obiettivo era arrivare a Abby, la loro uccisione avviene perché tentano di affrontarla in questo senso la volontà di vendetta è subordinata all’idea di avere uno scopo o un obiettivo. Ellie non può essere una ragazza normale è segnata dagli eventi del primo The Last of Us e lì vuole ritornare. Questo spiega perché dopo il confronto con Abby nel quale rischia di morire, decide comunque di andare nuovamente a cercarla. L’arrivo di Tommy a casa, quando è con Dina e il figlio JJ, funge da motivazione per il ritorno a quella vita precedente che abbiamo visto nel primo episodio della saga, nello stesso modo in cui lei aveva spronato lui a partire.

Ellie sceglie di abbandonare Dina, un sacrificio che capiamo essere grandissimo, ma lo capiamo alla luce degli eventi del finale e del modo con cui sono montati. Naughty Dog ci mostra la scena flasback del ballo e qui vediamo Ellie provare a vivere da persona normale dicendo di essere una ragazza come tante. Come abbiamo già detto, colpevolizzando Joel per quel futuro lei ora può cercare di vivere normalmente anche se inconsciamente sa che ciò è impossibile. L’episodio successivo, con Joel che difende le due ragazze da Seth, è solo un pretesto per mostrare come Ellie voglia allontanare Joel dalle sue questioni per provare a essere padrona del suo destino. La litigata fra i due sembra importante ma dall’inizio del gioco sappiamo che in realtà i due hanno fatto subito pace.

Voglio ribadire un concetto: Ellie ha perdonato Joel ben prima di quando dialogano sul portico, la questione del perdono non è mai stata davvero in discussione. Joel è sempre stata la persona più importante nella vita di Ellie e quella a cui lei ha voluto più bene in assoluto, anche più di Dina. Lei sa benissimo che tutto quello che è, le  sue passioni, la musica, il disegno  e la sua vita dipendono dalla scelta di Joel. Lo ha già perdonato. Lo ha sempre perdonato. Anche quando non sapeva cosa fosse successo al laboratorio delle Luci. Il punto fondamentale è che lei ha bisogno di un obiettivo. Con la morte di Joel non può più dirsi che la sua condizione dipende dalla sua scelta, ora è padrona del suo destino.

 

Finale parte 2

Torniamo quindi alla scena finale e alla spiegazione del perché si sviluppa in questo modo. Ellie è ancora divisa fra il senso di colpa interiore che la perseguita da tutta la vita, dal dolore per la morte di Joel e dalla volontà di espiare. Le è stato impedito di provare a salvare l’umanità, di essere davvero utile e ripagare le sue colpe.  Con la morte del padre di Abby non c’è più nemmeno la possibilità forse desiderata nel primo capitolo e lei vuole solo spegnersi in maniera eclatante, vuole terminarsi, vuole uno scontro che la condanni a morte perché da sola non ce la fa. Questo risponde alla prima domanda: Ellie affronta Abby perché da un lato vuole estinguersi in quello scontro. È già ferita, ha già sacrificato tutto e potrebbe essere finalmente il momento della sua fine.

Tuttavia Ellie vince lo scontro e sta per affogare Abby quando appare Joel e lei desiste. In questa scena va ricercata la particolare trattazione del tema della vendetta di cui dicevamo poco sopra. Ellie non compie la sua vendetta tanto desiderata, che le aveva fatto sacrificare tutto, compreso il suo rapporto con Dina perché da un lato l’aver visto Abby portare in braccio Lev fino alla barca le ha fatto capire il rapporto fra i due, simile a quello fra lei e Joel. Tuttavia quella scena viene prima del combattimento, quindi sicuramente ha influito ma non è stata fondamentale. Dall’altro lato Ellie, come Abby, si rende conto che la vendetta è inutile ma diversamente da lei non in senso positivo. Abby compie un percorso di crescita che la migliora come essere umano, la porta a cercare le Luci e a ritornare a quella dimensione di essere umano buono che era prima della morte del padre. Ellie al contrario, capisce che non avrà più Joel indietro e che la vendetta è inutile perché il suo scopo era quello di spegnersi in maniera eclatante. Ellie capisce che è un mostro condannato a soffrire le sue colpe per sempre; è una sopravvissuta perché riesce a sopravvivere sempre, ma il suo destino è soffrire dilaniata dalla volontà di essere utile nel mondo per dare indietro ciò che ha ottenuto e quella di vivere la sua vita che però sa non poter essere quella di una ragazza normale.

Nel risparmiare Abby c’è la desolazione dell’inutilità, la percezione del vuoto, la fine del senso di una vita che le aveva regalato Joel e ora, senza di lui, non c’è nessun risvolto positivo. Non c’è nessun “Ellie ha finalmente accettato la morte di Joel e ora può finalmente iniziare una nuova vita”. Ellie è un mostro condannato a soffrire e sopravvivere.

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