Tra le varie serie tv che girano per il web, e che talvolta si assomigliano tra loro, per colpa di un mercato che comincia già ad essere saturo, si può trovare qualche perla.
Starò quindi per rivelarvi qualche tesoro nascosto? Non direi proprio.
Infatti, la serie di cui vi parlerò non brilla per l’ottima regia, gli effetti speciali ed i membri del cast, che sono praticamente degli sconosciuti, ma è sicuramente piacevole, divertente e propone delle tematiche interessanti.
La prima stagione della serie Upload, è disponibile su Prime Video, ed è passata in sordina rispetto ai grandi nomi presenti sulla piattaforma. Ma proprio per questo ho deciso di provare a vederla, rimanendo poi incatenata ad essa dalla trama.
Purtroppo, bisognerà attendere il 2021 per la seconda stagione e, credetemi, dopo il cliffhanger finale è davvero dura.
Ma di cosa parla questa serie? E perché può essere di interesse al pubblico di Psicologia dei videogiochi?
La trama in sostanza
Come suggerisce il nome, tale serie tratta di tematiche proprie del mondo virtuale. Non propriamente legato solamente ai videogiochi ma al concetto generico di rete.
In un futuro non troppo lontano, si è reso possibile uploadare, ossia scaricare in appositi server, la propria memoria e la propria personalità all’interno di un avatar che continua per questo a vivere al posto nostro.
Nonostante tutte le limitazioni del caso l’avatar potrà mantenere i legami ed i contatti con le persone “reali”, in modalità davvero interessanti. Dal semplice chattare o videochiamarsi, fino alla futuristica possibilità di provare il contatto fisico tramite appositi gadget.
In questo, sembra quasi aver preso spunto dall’ondata di creatività applicata alle relazioni sociali virtuali osservata durante il periodo del lockdown. Riunioni di lavoro, matrimoni, appuntamenti e pure funerali: fisico e virtuale si fondono e si confondono anche nella quotidianità.
Ma perché gli abitanti di questo mondo dovrebbero accettare di vivere in un mondo virtuale, perdendo di fatto il corpo?
Naturalmente la causa principale è la morte corporea, dando la possibilità di non perdere gli affetti ancora presenti. Ma, come vedremo, sempre più persone scelgono questo “stile di vita” poiché affetti da malattie, disabilità, vecchiaia, per raggiungere la persona amata “uploadata” e per vari altri motivi meno nobili suggeriti durante lo scorrere della serie.
Questo perché colui che viene uploadato può sostanzialmente lasciare “per iscritto” come vuole che il suo avatar appaia. Eccezione fatta per alcuni casi speciali, come quelli dei minorenni di cui avremo un esempio comico e triste allo stesso tempo.
C’è quindi la possibilità di essere una versione migliori di sé stessi, ma una volta uploadati siamo quindi liberi di fare ciò che ci pare?
Assolutamente no. Tutti i server sono gestiti da varie aziende che pretendono quote di denaro anche abbastanza ingenti per i servizi da loro offerti, che variano dalla tipologia di server: puoi vivere in una sorta di Las Vegas virtuale, in un paradiso tropicale, in un borgo italiano o, come nel caso del protagonista della serie, in uno splendido hotel di lusso insediato in una valle incontaminata e romantica, chiamato Lake View.
Inoltre, vi sono comunque delle regole come in qualsiasi altra società. Anche se, come in ogni società, c’è sempre un modo per “cheattare”.
Tra realtà e finzione
Proprio come in alcuni videogiochi online la possibilità di avere vestiti extra, cibi particolari o compiere attività ed azioni speciali prevede il pagamento di somme di denaro più o meno sostanziose.
Vien da sé che come si può facilmente intuire, la possibilità di una vita eterna dopo la morte sia quindi privilegio per pochi.
Tale tematica è cardine di tutta la vicenda che verrà rappresentata nei 10 episodi, grazie anche al confronto/scontro tra la realtà privilegiata del protagonista Nathan e della sua fidanzata e quella meno avvantaggiata rappresentata da un personaggio chiave della storia, ossia Nora, l’”angelo custode” del protagonista.
Tale ragazza lavora per conto dell’azienda di upload proprietaria di Lake View, ossia l’Horizen, e gestisce le necessità di un gruppo di avatar, guidandoli in questa loro nuova vita al meglio delle proprie possibilità, pena un recensione negativa.
Tutto il sistema basato sulle recensioni dei clienti nei confronti dell’assistenza aziendale riesce ad illustrare quanto potere abbia questa sorta di “casta” degli uploadati sulle vite delle persone che vivono nel mondo fisico. Mondo sempre più complesso, da cui tutti cercano rifugio virtualmente o tramite legami usa-e-getta.
La possibilità di essere uploadati quando l’ora sarà giunta rappresenta il sogno di molti, ed ai migliori dipendenti delle aziende di upload viene fatto uno sconto sui prezzi. Tutti competono per la promessa di una vita eterna, priva di ogni dolore o stress.
Altra tematica che sarà probabilmente esplorata nella prossima stagione sarà anche la possibilità di attuare il processo inverso: ibernare il proprio corpo in attesa di una cura per la propria malattia o creare un corpo giovane e sano, in cui downloadarci, per poter vivere nuovamente nel mondo reale.
Spunti di riflessione
Insomma, Upload è una versione più scanzonata e piena di colpi di scena di stampo comico/romantico di ciò che potrebbe essere un episodio alla Black Mirror.
Non per questo sa di già visto, anzi stimola alcuni quesiti non ancora trattati consciamente ma che sono la conseguenza logica di alcuni cambiamenti all’interno della nostra società: l’invecchiamento della popolazione, la mancanza di risorse, il desiderio di apparire sempre giovani e belli, la lotta tra le classi sociali, la coesistenza di reale e virtuale e la ricerca della vita eterna.
Potrebbe quindi questa realtà essere una delle soluzioni possibili alle problematiche del nuovo millennio? Quali sono i suoi pro ed i suoi contro? I vantaggi ed i limiti? Con la serie Upload potremmo forse trovare le risposte che cerchiamo tra scontri politici, momenti comici e scene da romanzo rosa.