La prima volta che si indossa un visore per la realtà virtuale (VR) difficilmente verrà dimenticata, soprattutto se tale esperienza viene vissuta attraverso gli head-mounted display di ultima generazione. Il livello di immersività lascia ormai a bocca aperta, nonostante si avverta la necessità di ulteriori passi in avanti nella tecnologia per raggiungere risultati completamente rivoluzionari.
Tuttavia, muoversi in prima persona in uno spazio virtuale 3D potrebbe non essere piacevole per tutti. Il rischio di sperimentare la cosiddetta cybersickness (CS) non è affatto nullo, colpendo tra il 50% e l’80% degli utenti, e ciò potrebbe portare a particolari disagi nel corso del proprio viaggio virtuale.
La cybersickness è definita come una costellazione di sintomi di malessere e disagio provocati dalla visione di immagini in movimento in VR. I sintomi possono essere, senso di nausea, stanchezza e affaticamento, vertigini, mal di testa, sensazione di stordimento. Ci sono diversi fattori, spesso tra loro collegati, che possono provocare questa indesiderata condizione:
MISMATCH TRA CANALI SENSORIALI
Uno di questi è il possibile mismatch tra ciò che i propri sensi, il sistema propriocettivo e quello vestibolare si aspettano di avvertire e ciò che viene effettivamente percepito. I segnali inviati da questi canali servono al nostro organismo per aggiornare costantemente lo stato e la posizione del nostro corpo nello spazio. È dunque importante che la comunicazione tra loro sia perfettamente in sincronia, così come avviene in condizioni normali. Col VR può però capitare che tale sincronia venga alterata. Ciò accade, ad esempio, se le immagini all’interno del visore dovessero ruotare troppo velocemente o lentamente senza un congruo movimento della nostra testa o del nostro sguardo. Questo esempio di mismatch tra vista, propriocezione e sistema vestibolare, è oltretutto quello che più prepotentemente può provocare i sintomi della CS, in particolare nausea e vertigini.
CARATTERISTICHE DEL DISPLAY
Anche le caratteristiche del display, e in generale le caratteristiche fisiche del visore, contribuiscono in modo significativo ad aumentare o diminuire il rischio di CS. Una di queste riguarda il frame rate. Più alto è il frame rate più le immagini saranno fluide e realistiche, e quindi minore sarà la CS. Al contrario, al di sotto del limite minimo dei 20 frame per secondo le immagini appariranno troppo scattose e sarà probabile sperimentare malessere. È importante poi che il display abbia un’alta definizione, che non risulti sfocato, e che il sistema di lenti sia di buona qualità. Può incidere inoltre il Field Of View (FOV): più ampio è, più c’è pericolo di provare disagio nell’esperienza VR.
FATTORI DI INTERAZIONE
Un altro fattore che può determinare il livello di benessere o malessere nella realtà virtuale è l’intuitività dell’interazione con i comandi utilizzati. A partire dai controller impugnati dalle mani, si può dire che più i comandi sono fedeli alle interazioni reali, più aumenterà il senso di benessere all’interno del mondo virtuale e di conseguenza sarà più difficile incorrere nei sintomi della CS. Ciò riguarda anche il tipo di controllo che si ha sul proprio movimento all’interno dello spazio virtuale. Come deducibile, è sempre preferibile un movimento governato attivamente dall’utente, piuttosto che un movimento indotto dal VR e percepito passivamente. È solo nel primo caso che le proprie aspettative relative ai feedback sensoriali potranno essere maggiormente e “realisticamente” soddisfatte.
ALTRI FATTORI
Infine vi è una serie di variabili individuali che possono interferire, positivamente o negativamente, con i sintomi da CS. Alcuni studi hanno affermato che una più ampia esperienza con il mondo dei videogiochi può rappresentare un fattore protettivo capace di limitare la CS. È sicuramente da non trascurare lo stato psicofisico corrente e generale dell’utente. Per esempio, in condizioni di febbre o mal di testa, sarebbe meglio evitare di avventurarsi in un videogioco in VR. Oppure, chi sa di soffrire di vertigini o mal di mare, deve essere consapevole che sarà più probabile imbattersi in sintomi simili con l’utilizzo del visore.
ALCUNI CONSIGLI PER GLI UTENTI
Accusare cybersickness è, come visto, piuttosto comune ma non è sicuramente una condizione che deve preoccupare, in quanto i sintomi passano semplicemente interrompendo l’uso del visore. Ci sono comunque dei semplici accorgimenti che possono essere seguiti per contrastare la CS e altre possibili conseguenze negative:
- Evitate sessioni troppo lunghe col visore. Sebbene un uso frequente della VR possa portare a una certa abituazione e quindi a diminuire la propria sensibilità alla CS, ciò non significa che spendere ore immersi in uno spazio virtuale porti a questi benefici. È bene limitare le proprie sessioni di gioco o visione intorno ai 30 minuti, facendo successivamente delle pause di almeno 10-15 minuti, anche se non se ne avverte la necessità;
- Informatevi sulle caratteristiche del gioco. Soprattutto se sapete di essere persone particolarmente sensibili a vertigini e nausea, alcune esperienze virtuali potrebbero darvi più fastidio di altre. Attenzione quindi ad applicazioni in cui il movimento nel gioco è passivo e/o brusco.
- Usate la realtà virtuale quando state bene! Se è incorso un’influenza o provate anche un leggero mal di testa, rimandate il vostro svago in VR ad un altro giorno. Il rischio è che i sintomi di CS, oltre che di stanchezza e dolore, aumentino;
- Se provate i sintomi da CS interrompete subito. Per quanto sia comprensibile la voglia di finire un livello o stabilire un nuovo personale record in una sfida, i giochi in VR devono interessare il divertimento e non diventare prove di forza.