Serious Game. Di cosa stiamo parlando?
I serious Game sono giochi digitali in cui è l’apprendimento, nelle sue varie forme, a rappresentare l’obiettivo principale. Si tratta di strumenti digitali intenzionalmente ideati, progettati e sviluppati per la formazione su specifiche competenze.
Generalmente, i serious game sono strumenti formativi, e idealmente gli aspetti seri e ludici sono in equilibrio. Al centro dell’attenzione sta la volontà di creare un’esperienza formativa efficace e piacevole, mentre il genere, la tecnologia, il supporto e il pubblico variano.
Lo scopo fondamentale è quello di sviluppare abilità e competenze da applicare nel mondo reale, attraverso l’esercizio in un ambiente simulato e protetto. La loro efficacia nel promuovere l’apprendimento attivo delle competenze indispensabili per il XXI secolo sono largamente riconosciuti a livello scientifico (Romero et al., 2014).
I serious game sono strumenti coinvolgenti, efficaci e idonei per promuovere processi di apprendimento e formazione guidati. Sono vere e proprie attività digitali interattive che, attraverso la simulazione virtuale, consentono ai partecipanti di fare esperienze precise ed accurate. Hanno tanti vantaggi e svariate applicazioni. Per esempio:
- Riescono ad incentivare percorsi attivi, partecipati e coinvolgenti di apprendimento dell’esperienza umana;
- Possono sensibilizzare su alcune tematiche sociali, migliorare il decision making, la pianificazione e il problem solving, formare a livello professionale.
I serious games trovano applicazioni in contesti diversissimi tra loro: dal marketing (detti Advergame) alla riabilitazione di persone con deficit cognitivi, dal recruiting al settore socio-educativo.
Noi di -“Horizon Psytech”- Ne abbiamo già parlato in modo specifico qui e ne abbiamo descritti alcuni che ci hanno sorpreso in quest’altro articolo.
In che modo i Serious Games possono essere il presente ed il futuro della riabilitazione cognitiva?
Lavorare sulla motivazione risulta essere oggi fondamentale per i percorsi di neuroriabilitazione; bisogna promuovere una partecipazione attiva che permetta di sfruttare al meglio quell’incredibile risorsa che la plasticità neurale rappresenta per il nostro cervello. L’obiettivo dei serious games è quello di rendere il soggetto indipendente, motivato ed operativo.
I serious game, proprio per la loro strutturazione, sono sempre più utilizzati da psicologi e neuropsicologici con finalità riabilitative. La loro attrattività risiede nel fatto che il gioco è un metodo naturale di apprendimento; vengono spesso utilizzati per promuovere la motivazione, il coinvolgimento e permettere un monitoraggio istantaneo dei training cognitivi effettuati.
Oggigiorno i serious game sono utilizzati in contesti clinici per fronteggiare demenze, traumi cerebrali, deficit cognitivi e problematiche del neurosviluppo cognitivo, così come per favorire tolleranza e resilienza in pazienti oncologici con task specifici.
Tuttavia, non è raro vederli in situazioni in cui è richiesto un training di potenziamento cognitivo (ad.es migliorare i tempi di reazione di un Pro player nel panorama Esports), o ancora specificatamente per gli anziani allo scopo di promuovere un invecchiamento attivo in contesti non clinici.
SG, screening e riabilitazione
Esistono già diverse possibilità concrete legate ai serious game, sia per quanto riguarda l’assessment del declino cognitivo, nei soggetti con MCI (Mild Cognitive Impairment), sia con soggetti con alto rischio di conversione in AD (demenza di Alzheimer) o in condizioni di VCI (disfunzione cognitiva vascolare). In particolare, si stanno sviluppando dei serious games che possano essere implementati nella fase di screening in sostituzione ai classici test neuropsicologici carta-matita in quanto quest’ultimi: richiedono tempo, sono costosi e necessitano del coinvolgimento di molti professionisti.
Le nuove tecnologie consentono quindi di sviluppare strumenti di misurazione di più semplice utilizzo e che possano ridurre anche i tempi di processamento dei dati fornendo condizioni di test controllate (Zucchella et al. 2014).
Ad oggi, sempre più psicologi/neuropsicologi clinici utilizzano i serious games (SG) sia in fase di screening che poi in fase riabilitativa. Utilizzarli permette di individuare i punti di forza e lavorare su training cognitivi costituiti ad hoc sul paziente.
Esiste, a tal proposito, una forte evidenza empirica che ha messo in luce che i serious game hanno effetti benefici sul funzionamento cognitivo in contesti di neuroriabilitazione, in particolare agendo direttamente e specificatamente sull’attenzione selettiva, il linguaggio, la memoria e le capacità decisionali.
Inoltre, l’utilizzo funzionale consente il mantenimento di un cervello sano limitando il decadimento delle funzionalità cognitive necessarie allo svolgimento di attività giornaliere negli anziani con demenza o con problematiche neuropsicologiche (Tziraki et al., 2017), offrendo possibilità di monitoraggio continuo e ampliando le possibilità applicative in ottica di tele-riabilitazione e tele-medicina.
I serious games possono e “devono” integrare gli interventi neuropsicologici esistenti offrendo un contesto più coinvolgente, standardizzato e personalizzato per l’allenamento o la riabilitazione cognitiva.
Un commento
Molto interessante!