I primi mesi del 2021 hanno visto venire alla luce Little Nightmares II, il secondo capitolo della serie sviluppata dagli svedesi di Tarsier Studios. Il “piccolo” horror che ci pone di fronte a paure ed incubi giganteschi.
Assumendo i panni del piccolo Mono, dovremo affrontare un mondo oscuro ed ostile, ideato e costruito su misura dei mostri e degli incubi che dovremo vivere. Fin dai primi minuti di gioco è evidente che avanzare sarà possibile solo adattandosi ad un ambiente di dimensioni colossali rispetto al personaggio da noi controllato. Il segreto per sopravvivere sarà infatti sfruttare le nostre esigue dimensioni per nasconderci, fuggire e sgattaiolare al sicuro.
Nemici mostruosi, simili ad una rappresentazione fisica dei nostri peggiori incubi, ci si pareranno davanti intenti a darci la caccia. L’avventura di Mono si intreccerà poi con quella di Six, protagonista del primo capitolo, e si articolerà lungo diverse sfide e rompicapi che porterà i due protagonisti a compiere il loro destino.
La scuola dell’incubo
La storia di Little Nightmares II si sviluppa lungo tre aree principali: la scuola, l’ospedale e la città.
La scuola rappresenta probabilmente l’area più interessante dal punto di vista delle immagini e dei messaggi che veicola. È qui infatti che il piccolo Mono dovrà affrontare alcune delle prime sfide a lui imposte dall’universo di gioco: i bulli e la maestra.
Nonostante i bulli siano in grado di creare non pochi problemi al nostro protagonista, questa volta la “stazza” giocherà a nostro favore. Gli incontri con questi avversari risulteranno fin da subito abbastanza gestibili. Durante gli scontri, infatti, Mono si dimostrerà in grado di superare l’ostacolo lottando ad armi pari.
L’avversario che invece rappresenta il primo “incubo” che dovremo affrontare è la maestra. Il suo aspetto mostruoso, le sue dimensioni colossali e le sue abilità sovraumane rappresenteranno una sfida gigantesca per il piccolo protagonista della storia.
La paura sta negli occhi di chi guarda
Le sfide che Mono e Six si troveranno ad affrontare sono rappresentate principalmente da tutte quelle figure presenti nella vita di ciascun bambino.
Compagni di classe, maestre, dottori e altre figure adulte caratterizzano la storia di vita di ciascuno. Quanti di noi, da piccoli, possono dire di non aver mai avuto paura di una certa maestra? O ancora, quanta ansia provavamo nella sala d’attesa del pediatra mentre cercavamo di distrarci con i giocattoli sparsi per il pavimento?
Queste figure sono in grado di agire come risorse o come fattori di rischio per la salute mentale e per lo sviluppo della personalità. All’interno di un mondo da incubo come quello di Little Nightmares II, inoltre, i rapporti che si instaurano dentro la scuola saranno inevitabilmente disfunzionali.
Un caso estremo di questo tipo può indicare l’importanza di determinati rapporti per l’insorgenza di alcune problematiche tipiche dell’età infantile e adolescenziale, come la fobia scolare o l’antropofobia. La scuola, il luogo nel quale avviene la “nascita sociale” di un bambino, viene quindi vissuta come il posto più spaventoso al mondo. Guardata attraverso gli occhi di un bambino esile e fragile come Mono, questa si presenta come un luogo diroccato, squallido e minaccioso. Le figure presenti al suo interno, i bulli e la maestra, non sono altro che il contenuto terribile che riempie l’incubo rappresentato dalla struttura scolastica. È perciò inevitabile che la prima emozione associata a questo luogo sia la paura, il senso di disorientamento e di impotenza che invadono Mono, Six ed il videogiocatore.
Quell’incubo di maestra
Little Nightamers II è un gioco in grado di incutere in maniera molto efficace la sensazione di terrore che nasce dal sentirsi circondati da un ambiente a noi totalmente estraneo ed ostile.
L’esperienza più autentica di paura si vive durante le fasi finali dell’area della scuola: durante la “boss fight” con la maestra. L’atmosfera, creata magistralmente dagli sviluppatori, contribuisce enormemente ad infondere ansia e timore grazie ad un insieme di ambientazioni, musiche e suoni studiati nel minimo dettaglio. L’unico modo di affrontare la gigantesca e raccapricciante maestra è servirci della nostra piccola taglia per risolvere i rompicapi e cercare di sfuggirle, ma l’impresa non sarà facile.
Proprio quando Mono penserà di aver raggiunto la salvezza, ecco che uno scatto della figura colossale lo farà piombare nell’abisso dell’incubo. La figura della maestra si contorce ed il suo collo inizia ad allungarsi a dismisura, producendo un suono di muscoli che si strappano ed ossa che si rompono. La sua testa deforme si dirige verso di noi, con le fauci spalancate per inghiottire in un solo boccone il piccolo protagonista agile e scattante.
L’unico impulso che muove le dita del giocatore è quello di fuggire il più velocemente possibile attraverso un piccolo condotto d’areazione, ma neanche qui saremo al sicuro. La testa del mostro, infatti, ci insegue anche lungo la piccola apertura che corre dentro il muro, spinta da una forza sovraumana. Come nei peggiori incubi, sembra che ogni sforzo di Mono nel fuggire sia vano e che le gambe rimangano paralizzate in preda al terrore.
A pochi centimetri da noi, le zanne del mostro ci inseguono e l’unica certezza che rimane al piccolo protagonista è che smettere di correre vorrebbe dire finire divorato. Dopo una fuga che pare infinita, con il fiato sospeso per tutto il tempo, finalmente uno spiraglio di luce fa capolino nel buio del condotto d’areazione. Le gambe di Mono ritrovano un’ultima, insperata riserva di energia per compiere un balzo e raggiungere l’esterno, mettendosi in salvo. Siamo finalmente usciti dalla scuola e siamo sopravvissuti, il mostro non ci insegue più. La storia di Mono e Six è ancora lunga, ma da adesso proseguirà con la consapevolezza che anche gli incubi peggiori, prima o poi, finiscono.