Girovagando su Twitter mi è capitato di leggere il commento di un utente che chiedeva: “Quale videogioco è la vostra comfort zone?”. Dopo aver risposto alla domanda ho continuato a pensare alla comfort zone e a come i videogiochi possano aiutarci a scappare dalla realtà.
Nel corso del tempo l’essere umano ha sempre cercato un modo per poter scappare dalla realtà, una via di fuga per poter restare solo per riprendersi, per ritrovare un equilibrio. Abbiamo anche visto delle app che parlano di benessere. Ma cos’è la comfort zone?
Essa è, letteralmente, un luogo fisico, uno stato mentale, una routine, un hobby in cui ci sentiamo al sicuro. Quando siamo nella nostra comfort zone siamo in pace, non abbiamo ansie né paure e sappiamo che lì non può succedere nulla di male, possiamo considerarlo il nostro rifugio segreto.
La comfort zone può essere un hobby, un libro, la musica, un film, un piccolo spazio da qualche parte, una serie tv e anche i videogiochi. Ma perché anche il videogioco?
Come abbiamo trattato varie volte nei nostri articoli, il videogioco ha molti aspetti positivi, tra cui il relax. Giocare ad un videogioco dopo una giornata di studio o di lavoro può risultare rilassante poiché la nostra mente si svaga e riesce a sfogare lo stress attraverso un mezzo ricreativo. A volte, specialmente in titoli open world, anche solo perdersi a vagare nella mappa di gioco senza compiere alcun progresso principale o secondario risulta catartico e piacevole.
Quindi la Comfort Zone è una zona positiva?
Essa è di base uno stato mentale positivo ma, come del resto sappiamo, non uscire dalla comfort zone e non affrontare le difficoltà e il mondo esterno comporterebbe non solo negatività ma anche sviluppo di problematiche. Qualunque sia la zona di comfort a cui facciamo affidamento, bisogna ricordare che è nata per essere un momento di sollievo da cui uscire e rientrare saltuariamente. Restare ancorati e bloccati ad essa non aiuta, anzi, diventa una vera e propria cella, un luogo dove il nostro quieto vivere inizia a soffocarci e a diventare un incubo, un incubo di cui non abbiamo coscienza.
Il cambiamento, l’affrontare una situazione scomoda, spaventa un po’ tutti, non fa male ammetterlo. Perciò è giusto affidarci a ciò che ci da pace per ritrovare noi stessi, ma restarci non risolve i problemi, bensì li ingigantisce solamente. Il troppo, si sa, fa male, quindi anche il restare troppo in una zona sicura, in una zona nata solo per riprendersi, può causare danni.
La comfort zone non è così pericolosa come viene descritta molto spesso su Internet, è solo uno strumento e come qualsiasi strumento è il modo in cui lo usiamo a renderlo pericoloso o meno.