Perché ci piacciono i videogiochi? E perché a un pubblico eterogeneo (ricordiamo che secondo il rapporto IIDEA 2020, la percentuale di giocatori e giocatrici in Italia è parecchio equilibrata)? La risposta immediata potrebbe essere banalmente: “perché ci divertono”, ma non possiamo limitarci a questa superficiale reazione. Possiamo anche pensare al concetto di evasione concesso dal gioco, ma questo stato d’animo potrebbe essere relativo a qualsiasi altra attività che ci distragga dal resto della vita quotidiana, come ad esempio la pratica di attività sportiva, la lettura di un libro o la visione di un film, per parlare di azioni che possiamo compiere anche in autonomia.
Capiamo allora che il gioco ci permette di entrare in un mondo alternativo, da soli o in compagnia, e questa realtà alternativa spesso si rivela più accattivante di quella “offline”, con regole diverse e con limitazioni talvolta ben differenti dal mondo in cui ci troviamo. La società di ricerca Immersyve ha raccolto parecchi dati sui consumatori di videogames, oltre ad averli associati ai bisogni umani relativi a questo tipo di attività, per arrivare a scoprire quali sono le principali esigenze che spingono le persone a fruire di videogiochi.
Perché ci piacciono i videogiochi: 3 esigenze psicologiche
Scopriamo insieme le tre esigenze psicologiche rilevate dagli studi sopracitati:
- La competenza: Le persone, ancora prima di essere giocatori e giocatrici, sono tendenti a ricercare apprezzamento e sentirsi bravi in qualcosa, oltre che poter ricevere una qualche forma di riconoscimento per le loro capacità. Desiderano sentirsi in grado di gestire situazioni, proseguire nel percorso, completare obiettivi e ottenerne di successivi. Questo vale chiaramente anche nella vita reale e si manifesta nel desiderio di seguire un percorso professionale, intraprendere attività extra lavorative come un hobby o uno sport, e così via. I giochi sono in grado di offrire opportunità di questo tipo, ma in maniera immediata, senza andare a ricercare situazioni simili nella vita reale, e offrendo sfide con vari gradi di difficoltà, con chiare linee di progressione e in un contesto che il giocatore sceglie in maniera attiva nel momento in cui acquista un determinato tipo di gioco.
- L’ autonomia , o il desiderio di indipendenza: I giocatori vogliono avere il controllo delle loro azioni e delle situazioni in cui interagiscono, una situazione non sempre fattibile e facile da vivere nella vita reale, considerando che chiaramente abbiamo un tasso di controllo su persone e situazioni molto più basso e incostante.
- La relazione: la possibilità di giocare in multiplayer, e in particolare, i giochi online di massa (MMO, MMORPG, MOBA ad esempio), consentono a parecchie persone di relazionarsi in maniera immediata e istantanea non solo con persone conosciute a distanza, ma anche con estranei, con i quali è potenzialmente possibile instaurare nel tempo una conoscenza più approfondita della persona che si cela dietro l’avatar digitale del gioco in questione. Non solo con persone reali: le ricerche dimostrano che, nel caso, ci si può relazionare in modo virtuale anche con i personaggi di fantasia all’interno del gioco.
Altri motivi per cui ci piacciono i videogiochi
Non solo questi tre principali motivi ci spingono a giocare ai videogames, e ci piacciono. Non dobbiamo scordarci anche del tema dell’immedesimazione, ossia la possibilità di metterci nei panni di un personaggio che fa qualcosa che non possiamo concretamente fare nel mondo reale, nel caso di superpoteri, magie e altro ancora. Nondimeno, la scelta del tipo di personaggio da utilizzare esprime gran parte del nostro carattere e manifesta le vere passioni del videogiocatore, dichiarando parecchie caratteristiche dell’identità della persona coinvolta.
A tal proposito, possiamo affermare che è possibile comprendere la psicologia di un videogiocatore sulla base del genere di videogame utilizzato: dai titoli che un giocatore preferisce, si capisce che cosa va cercando nei videogiochi, facendoci capire come fungano da valvola di sfogo, ricordando che però non sempre è valida la connessione personalità – preferenze, ossia che se a una persona piace giocare a videogame violenti, questa non deve necessariamente essere considerata come tale. Dunque la scelta del tipo di videogiochi può suggerire interessi o bisogni che il giocatore può soddisfare in questo modo.
Infine evidenziamo, come dicevamo anche sopra, il desiderio di mettersi in partita e la volontà di prendere parte attivamente alle storie e alle vicende in cui i giocatori finiscono, senza subirle passivamente. Gli appassionati di videogiochi, in particolar modo, amano le storie, che devono quindi sempre essere originali; e il gameplay e le sue dinamiche, che devono adattarsi al meglio per fornire al giocatore l’esperienza migliore possibile.
E voi? Quali sono le vostre motivazioni che vi spingono a giocare e a farvi piacere i videogame?