Religione e mitologia in Horizon Zero Dawn

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A pochi giorni dall’uscita del nuovo capitolo della saga, Horizon Zero Dawn: Forbidden West vorrei proporre nel seguente articolo una chiave di lettura alternativa dell’universo di gioco del primo capitolo della saga.  Basandomi su un articolo accademico pubblicato da Rebekah Dyer, vorrei qui di seguito analizzare le origini  della tribù dei Nora, del mondo di gioco, fino ad arrivare alla figura di Aloy come “salvatrice dell’umanità” attraverso l’analisi dei riferimenti mitologici, religiosi e biblici contenuti all’interno della lore di Horizon.  Buona lettura!

 

Le origini della tribù dei Nora

Partiamo anzitutto dal clan di provenienza di Aloy. La tribù dei Nora è la prima delle molteplici tribù disseminate nel mondo di gioco, situata ai piedi della montagna Sacra. Un elemento particolare è dato dal fatto che la tribù Nora rimanda ad elementi della cultura dei nativi americani: si tratta infatti di una società  di matrice matriarcale, basata su caccia e raccolta, in cui è fondamentale la figura dello sciamano. Un elemento distintivo rispetto alla cultura nativo-americana è la presenza di una sola divinità venerata dai Nora, ovvero la Grande Madre. Per buona parte del gameplay essa viene mostrata come una grande porta di metallo dalla forma piramidale, che emette una voce sintetizzata quando qualcuno prova ad entrarvi.

Ventre della Montagna

La cultura della tribù viene tramandata solo oralmente, ed è attraverso la parola che passa di generazione in generazione. Non vi sono infatti libri sacri, ma soltanto rappresentazioni artistiche disegnate dagli sciamani stessi sulle pareti di roccia della montagna. Nella religione Nora, basata sul culto della Grande Madre, le macchine rappresentano il Maligno e sono responsabili di tentare gli esseri umani allontanandoli dalla retta via. La tecnologia diventa quello che nella Bibbia viene rappresentato come il Serpente che tenta Eva nel raccogliere il frutto proibito. Fin dai primi momenti di gioco, il giocatore attraverso Aloy inizia ad apprendere una storia alternativa sull’origine del mondo e sul ruolo che la tecnologia ha in esso. Attraverso il Focus infatti Aloy è in grado di conoscere un mondo ormai scomparso fatto di ologrammi, messaggi audio e note scritte lasciate dai Predecessori. Durante la storia Aloy scoprirà che ciò che i Nora venerano non è altro che una grande e sofisticata intelligenza artificiale, mostrando come in realtà tutto il culto Nora si basa su un’ignoranza primitiva. Il rifiuto e la paura per le macchine, il divieto di avvicinarsi ai luoghi di ciò che resta della civiltà dei precursori impediscono di fatto la vera comprensione di cosa sia in realtà la Grande Madre. Questo rappresenta un paradosso: gli stessi uomini che temono e odiano le macchine finiscono, a causa della loro stessa ignoranza, per venerare una macchina. In questo mondo Madre Natura, o per meglio dire GAIA, non è altro che una complessa intelligenza artificiale creata dai Precursori.

 

La montagna sacra

La montagna Sacra a Cuore della Madre è, nonostante tutto, il luogo di “nascita” dei primi esseri umani creati da GAIA stessa dopo la catastrofe causata dai robot creati dalla compagnia cui faceva capo Ted Faro. Nella mitologia greca il nome GAIA fa riferimento alla figura della dea primordiale, colei che ha originato il pianeta Terra.

Il disastro commesso dalla compagnia di Ted Faro ha portato all’annientamento di qualsiasi forma di vita sul pianeta. La piaga che colpisce il mondo dei Predecessori fa riferimento all’immaginario delle piaghe descritte nel libro dell’Esodo. La distruzione non ha riguardato infatti solo la civiltà umana ma tutto l’ecosistema nel suo complesso, causato dalla distruzione di qualsiasi forma di materia organica operata dai robot.

 <<Esse coprirono tutto il paese, così che il paese ne fu oscurato; divorarono ogni erba della terra e ogni frutto d’albero che la grandine aveva risparmiato: nulla di verde rimase sugli alberi e delle erbe dei campi in tutto il paese di Egitto.>> (Esodo 10:15)

A differenza dell’Esodo, voluto da Dio, le piaghe che colpiscono la vecchia civiltà sono state create dall’arroganza degli stessi uomini che quando ormai sarà troppo tardi cercheranno di rimediare al fatale errore commesso. Così come il Dio della Bibbia creò i primi uomini nel giardino dell’Eden, l’intelligenza artificiale GAIA è stata programmata per fare altrettanto diventando una divinità artificiale creata dall’Uomo. La montagna Sacra rappresenta quindi una vera e propria culla della nuova civiltà di uomini dopo il disastro, mentre il pianeta Terra rappresenta un giardino dell’Eden da cui l’umanità può (ri)nascere.

Il collasso della civiltà dei Predecessori

Horizon zero dawn mondo

“The world we are living in… it’s a monument to what they died trying to accomplish.” (Aloy)

La distruzione operata dai robot della Faro corporation e la ri-creazione messa in atto da GAIA sono inoltre riconducibili al diluvio universale mandato da Dio sulla terra. Il progetto Zero Dawn, creato dalla dottoressa Elisabeth Sobeck, sarebbe potuto iniziare una volta che la Terra avesse raggiunto delle condizioni tali da rendere possibile nuovamente la vita. In quest’analisi GAIA rappresenta una gigantesca “Arca” tecnologica sepolta nelle profondità della montagna che preserva la vita e che attende il momento ideale per poter farla rinascere. Nella simbologia biblica questo riconduce all’Arca di Noè: la vita sulla terra rinasce grazie alla capacità di GAIA di creare e crescere embrioni umani a partire da una semplice sequenza di DNA umano. Oltre alla creazione di nuovi esseri umani, essa avrebbe dovuto in seguito istruirli attraverso un’apposita unità chiamata Apollo. Nella religione greca e romana Apollo è il dio delle scienze, delle arti e dell’intelletto: con la conoscenza che i Primi uomini avrebbero dovuto apprendere dall’unità Apollo sarebbero dovuti essere in grado di ricostruire una società diversa, un mondo nuovo che avrebbe appreso dagli errori commessi in passato senza più replicarli.

Purtroppo la conoscenza dei Predecessori andò perduta per un malfunzionamento di Apollo, così di generazione in generazione il culto Nora ha finito per sacralizzare la montagna dalla quale i primi uomini sono emersi, senza però avere gli strumenti scientifici e culturali per poter capire che cosa fosse realmente accaduto.

 

La sfida di Aloy contro la tribù Nora

Always that is what I have believed – that you came from the Womb of the Mountain, a gift from All-Mother Herself.
(Alta Matriarca Teersa)

Tutto ciò che apprende Aloy durante il suo viaggio finisce per minare tutte le credenze culturali e religiose dei Nora, mostrando loro come tutto ciò in cui credevano fosse un’illusione data dalla loro ignoranza, dal loro isolazionismo e dal rifiuto di comprendere il mondo attraverso la tecnologia lasciata dai Predecessori. Aloy attraverso la conoscenza si contrappone alle credenze religiose e culturali del proprio clan di provenienza e le mette in discussione.  Questo sconvolgimento porta il clan a dover rivedere tutto ciò in cui credeva fino ad allora, sul mondo che li circonda ma soprattutto sulla figura di Aloy, esiliata in passato dalla tribù in quanto <<senza madre>>.

 

Aloy ed Elisabeth Sobeck

Aloy è colei che aprirà la grande porta di metallo che era sempre stata venerata dal clan, la Grande Madre, svelando loro come in realtà ci fosse ben oltre dietro a quel semplice portone metallico. Nel ventre della montagna si trova il nucleo di GAIA con il quale Aloy entrerà in contatto durante le fasi finali della storia ed in cui la Grande Madre svelerà alla protagonista qual è lo scopo della sua esistenza. Aloy è stata creata da GAIA a partire dal DNA della dottoressa Sobeck proprio perché l’umanità ha di nuovo bisogno di una “salvatrice“.

Aloy and Sobeck

La nascita “miracolosa” di Aloy rappresenta la seconda venuta di Sobeck, che nell’universo narrativo abbiamo visto rappresentare l’unica speranza di salvezza per il genere umano. Evento che crea un parallelismo con Cristo dopo la sua resurrezione. Aloy diventa uno strumento del presente per correggere gli errori del passato e attraverso il Focus impara a prendersi cura del mondo, a sacrificarsi e ad abbracciare il destino che GAIA ha designato per lei pur mantenendo sempre il libero arbitrio e facendo valere la propria individualità. 

 

Conclusioni

La prospettiva religiosa ha quindi lo scopo di fornire un terreno familiare al giocatore, tale da fargli comprendere che alla fine di tutto lo scopo delle credenze mistiche e religiose non ha lo scopo di spiegare il mondo così com’è nella realtà dei fatti ma quanto piuttosto di fornire una visione del mondo in grado di rafforzare i legami tra i singoli individui e la comunità di appartenenza. Horizon Zero Dawn cerca di spiegarci l’origine del mondo partendo dalla visione mistica e religiosa del clan Nora per farci scoprire lungo il nostro viaggio di come essa sia soltanto il frutto dell’ignoranza di chi per paura non ha mai voluto cercare di comprendere la civiltà precedente attraverso la tecnologia dei Predecessori.

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