Verremo ricordati nella Storia come l’era del digitale: a partire dai primi esemplari di TV e PC, passando dagli smartphone fino alle nuove frontiere dell’Intelligenza Artificiale, la nostra società è profondamente plasmata dalla tecnologia. Se da una parte i vantaggi che si derivano da essa siano enormi e sotto gli occhi di tutti, sempre maggiore studio da parte della psicologia viene dedicato alle cause e gli effetti del digitale sulla nostra sfera psicologica. La psicologia ha coniato il termine disagio psicodigitale (DPD) per fare riferimento al malessere che scaturisce da un’interazione disfunzionale tra l’uomo e il digitale, causata da un eccessivo e incontrollato impiego dei dispositivi tecnologici che può sfociare anche in vere e proprie dipendenze.
Ma nella pratica, che conseguenze ha tutta questa tecnologia digitale sulla nostra salute?
La letteratura neuroscientifica e psicologica non manca di sottolineare come un utilizzo smisurato della tecnologia abbia severe ripercussioni su varie sfere della salute umana: fisica (problemi di vista, mal di schiena, emicranie, insonnia), cognitiva (offuscamento mentale e peggioramento delle performance cognitive come ricordare, memorizzare, apprendere, pianificare), psicologica (sbalzi d’umore, ansia sociale, affettività negativa, nevroticismo, aggressività, impulsività e in generale peggioramento del benessere sociale e soddisfazione della vita) e sociale (alienazione, riduzione competenze sociali, minore partecipazione alle attività comunitarie).
Cause ed effetti del digitale nell’età adulta
Nell’età adulta, il fenomeno del disagio psicodigitale è prevalentemente rilevato nel contesto organizzativo dove uno smodato impiego delle nuove tecnologie di informazione e comunicazione (Information and Communication Technologies, ICT) si presenta come un problema allarmante (Galimberti e Gaudioso, 2015). La ricerca psicologica in questo senso ha coniato il termine Tecno-stress per definire una condizione di stress che si genera dall’impiego inappropriato della tecnologia sul luogo di lavoro e si ripercuote negativamente sulla qualità della vita di una persona a macchia d’olio. Secondo Tarafdar e colleghi (2010), si può definire il tecnostress come “lo stress che gli utenti subiscono a causa del multitasking delle applicazioni, della connettività costante, del sovraccarico di informazioni, degli aggiornamenti frequenti del sistema, dell’apprendimento continuo e delle conseguenti insicurezze inerenti al lavoro e ai problemi tecnici”.
Complici di questa “dipendenza digitale” sono anche le nuove forme di lavoro più flessibili come lo smart-working ad esempio che richiedono un costante adattamento dell’uomo che non sempre riesce nella forma più funzionale (Ragu-Nathan T. S., Tarafdar M., Ragu-Nathan B. S, 2008). Ecco che si possono generare condizioni di malessere causate da:
- un sovraccarico informativo e di lavoro, aumento dei ritmi di lavoro e richiesta di multitasking
- perdita equilibrio tra vita privata e lavoro
- complessità nell’uso della tecnologia
Cause ed effetti del digitale in adolescenza ed infanzia
Tra gli adolescenti e i bambini quando si parla di disagio psicodigitale si fa riferimento soprattutto all’iper-utilizzo di internet e videogiochi. La ricerca psicologica classifica i disturbi legati al mondo di internet e dei videogiochi delle vere e proprie dipendenze comportamentali (Video-Gaming Disorder, Internet Addiction Disorder), ma le ricerche da compiere in materia sono ancora molte.
Di certo sappiamo che il mondo della rete nasconde insidie pericolose (Lam, L. T., & Peng, Z. W., 2010) soprattutto per i ragazzi, ancora in fase di sviluppo. Essi possono essere esposti a contenuti e informazioni tipiche del mondo degli adulti (come temi di sfondo sessuale o violento) o possono venire amplificati tratti ansiosi o depressivi in quanto costantemente messi a confronto con gli altri utenti (es. i social media).
Inoltre, è doveroso sottolineare che la rete oltre ad essere causa di disagio può essere anche luogo di sviluppo di questo disagio tra gli adolescenti sotto le forme di fenomeni minacciosi e subdoli come il cyberbullismo o reverenge porn.
Anche giocare costantemente ai videogiochi per molte ore al giorno è una condizione spesso associata all’insorgenza di rischi nella sfera emotiva e personale (aggressività, impulsività, sensation seeking, bassa autostima, affettività negativa, alienazione). Si possono sviluppare conseguenze negative come scarsa consapevolezza e gestione inappropriata delle proprie emozioni, scarso rendimento scolastico, poca attività sportiva, difficoltà nel creare e mantenere relazioni sociali, basso coinvolgimento nella comunità e mancanza di supporto sociale (Amendola S., et al., 2019).
A questo punto è lecito domandarsi: quando l’utilizzo dei dispositivi digitali a lavoro diventa eccessivo da creare malessere psicologico? A che punto l’uso di internet o dei videogiochi si trasforma in dipendenza? Come riconoscere le cause e le conseguenze reali di questo disagio psicodigitale?
Per aiutare i professionisti della salute, Horizon Psytech & Games ha da poco rilasciato la D.P.D Checklist (Checklist per il Disagio Psico-Digitale) con questa precisa missione: offrire uno strumento diagnostico per la valutazione del disagio psicodigitale nella quotidianità dell’individuo. Come è strutturato il test? Si raccolgono dati da parte dei genitori e del soggetto interessato attraverso una doppia intervista e si incrociano i risultati per una visione più completa del fenomeno.
Per ogni dettaglio e informazione più approfondita su questo nuovo strumento di valutazione, lascio qui il link.