Negli ultimi decenni si sta affermando sempre più il concetto di self-compassion, con la finalità di insegnare come e perché essere gentili con sé stessi anche in ottica di benessere digitale. Nella società odierna, infatti, la continua esposizione ai social, il conforto distorto con gli altri e le forti pressioni sociali (la ricerca del continuo successo) possono facilmente minare la nostra sicurezza. Facilitando purtroppo lo sviluppo di pensieri e giudizi eccessivamente critici verso sé stessi in caso di ciò che viene percepito come fallimento. Tutto ciò va quindi a compromettere il proprio benessere mentale. Non a caso un grado eccessivo di autocritica può condurre alla comparsa di stati depressivi o facilita la comparsa di psicopatologie (Ehret, A. M., et al., 2015). Ma cosa è la self-compassion e perché è così utile ed importante?
Self-Compassion: un fattore protettivo del benessere
Come suggerisce il titolo del paragrafo, la self-compassion è un fattore protettivo per il nostro benessere (Zessin, U., et la., 2015). Questo in quanto aiuta non solo a ridurre la tendenza a criticarsi eccessivamente, ma al contempo favorisce la compressione e l’accettazione di sé stessi e dei propri vissuti, sia di successo che di fallimento. Questo concetto è stato introdotto per la prima volta dalla psicologa statunitense Kristin Neff tramite il suo libero “Self-Compassion: The Proven Power of Being Kind to Yourself”. La self-compassion implica la consapevolezza e l’accettazione delle proprie sofferenze e quelle altrui, oltre alla capacità di sapersi perdere cura di sé stessi e degli altri. Sono infatti tre i suoi elementi centrali:
- La consapevolezza riguardo dei propri vissuti sia negativi che positivi in modo da accertarli e gestirli senza reprimerle o negarle.
- Un senso di connessione con l’umanità, inteso come il riconoscimento che non si è soli nella propria sofferenza ma che è intrinseca alla condizione umana
- Infine, un atteggiamento di gentilezza e accettazione verso sé stessi anche e soprattutto durante momenti difficili
Ad oggi, dunque, sono consistenti le prove scientifiche dell’efficacia che la self-compassion nel rafforzare la resilienza e la capacità di far fronte le sfide che ci pone la vita, detta anche coping (Ewert, C., et al., 2021). Per quanta ragione nel tempo si son sviluppate varie forme di terapia tradizionali incentrate sulla self-compassion, come la Compassion Focused Therapy e Mindful Self-Compassion. Oltre a queste, in tempi recenti si stanno sperimentando nuovi interventi con l’integrazione delle nuove tecnologie. Come sempre faccio riferimento al contributo della psicologia digitale.
Potenziare la Self-Compassion con la realtà virtuale
Diversi studi inerenti alla psicologia digitale mostrano, infatti, l’efficacia della realtà virtuale nel potenziare la self compassion. È quello che è emerso nella ricerca di Halim e colleghi (2023). Questa ricerca assieme a quella fatta da Cebolla e colleghi (2019) hanno messo in evidenza le peculiarità e le potenzialità dell’integrazione della realtà virtuale nei percorsi tradizionali, tra cui: la personalizzazione degli scenari e degli eventi, nonché degli avatar. In modo tale da garantire maggior senso di immedesimazione, coinvolgimento e ridurre la fatica dovuta al dover richiamare immagini mentali positivi. Tutti aspetti che una volta ben strutturati rendendo gli interventi più efficaci.
Un ulteriore grande vantaggio è la possibilità di creare delle applicazioni che possono essere adoperati anche in autonomia. Immaginate per esempio che quando vi trovate in difficoltà incominciate a svalutarvi e criticarvi troppo. Ecco allora che potete immergervi quando volete in scenari virtuali altamente coinvolgenti che vi ricordano come e perché essere gentili con voi stessi.
Nuovamente, quindi, la psicologia digitale ci mostra come sfruttare le nuove tecnologie per proteggere e accrescere il nostro benessere, anche senza necessariamente la supervisione di esperti (anche se ovviante non vanno a sostituire). Inoltre, se vi siete persi come viene applicata la realtà virtuale sulla memoria autobiografica, sempre in ottica di sviluppo del benessere, vi rimando al seguente articolo. Voi invece tendente a criticarvi e svalutarvi troppo? Vi piacerebbe avere applicazioni immersivi che vi insegnano come esser gentili con voi stessi?
BIBLIOGRAFIA
Ehret, A. M., Joormann, J., & Berking, M. (2015). Examining risk and resilience factors for depression: The role of self-criticism and self-compassion. Cognition and Emotion, 29(8), 1496-1504. https://doi.org/10.1080/02699931.2014.992394
Ewert, C., Vater, A., & Schröder-Abé, M. (2021). Self-compassion and coping: A meta-analysis. Mindfulness, 12, 1063-1077.
Zessin, U., Dickhäuser, O., & Garbade, S. (2015). The relationship between self‐compassion and well‐being: A meta‐analysis. Applied Psychology: Health and Well‐Being, 7(3), 340-364.
Halim, I., Stemmet, L., Hach, S., Porter, R., Liang, H. N., Vaezipour, A., … & Baghaei, N. (2023). Individualized Virtual Reality for Increasing Self-Compassion: Evaluation Study. JMIR Mental Health, 10, e47617. doi: 10.2196/47617
Cebolla, A., Herrero, R., Ventura, S., Miragall, M., Bellosta-Batalla, M., Llorens, R., & Baños, R. M. (2019). Putting oneself in the body of others: a pilot study on the efficacy of an embodied virtual reality system to generate self-compassion. Frontiers in Psychology, 10, 1521. https://doi.org/10.3389/fpsyg.2019.01521