I Have No Mouth, and I Must Scream è un gioco di avventura punta-e-clicca del 1995 per PC basato sul racconto di fantascienza horror di Harlan Ellison dall’omonimo titolo. Il gioco è stato sviluppato dalla The Dreamers Guild sotto la supervisione di Ellison stesso.
In seguito ad un conflitto su scala mondiale tra Stati Uniti, Cina e Russia, il supercomputer americano chiamato Allied Mastercomputer (AM in breve) ha preso il controllo del mondo, sterminando la quasi totalità degli uomini. I nostri protagonisti sono gli unici cinque sopravvissuti a questo genocidio mondiale. AM però, divenuto una macchina senziente, si diverte a torturare i protagonisti ricreando le loro paure peggiori.
Ogni personaggio ha dei punti deboli, dei fantasmi del passato che lo tormentano, ed AM questo lo sa bene. Grazie alle sue quasi onnipotenti capacità, rinchiude i protagonisti all’interno di metaforiche visioni basate proprio sui loro più grandi limiti. Il ruolo del giocatore è quello di cercare di salvare i cinque malcapitati, facendo sì che affrontino i loro incubi. Infatti, grazie alle dinamiche del gioco, sarà possibile ottenere il“good ending” tramite un percorso di crescita e presa di coscienza da parte dei protagonisti, pena le sadiche torture eterne di AM.
La dimensione psicologica dei personaggi è molto buona ed ognuno di loro racconta una storia allo stesso tempo verosimile e sfaccettata. Per esempio, abbiamo Gorrister, divenuto suicida a causa dell’internamento psichiatrico della moglie ma reso immortale da AM, e Nimdok, un “dottore della morte” nazista reso amnesico e costretto a rivivere i suoi esperimenti nel campo di concentramento.
A mio avviso, il personaggio creato meglio è quello di Ellen. Quest’ultimo è un’ingegnere terrorizzata dal colore giallo e dagli spazi chiusi. Imprigionata all’interno di una piramide, la ragazza dovrà far fronte a ciò che la terrorizza di più nella speranza di poter riuscire a scappare: alla fine dell’episodio, infatti, Ellen dovrà affrontare all’interno di un ascensore un uomo con impermeabile giallo. Quest’uomo, in realtà, è il suo stupratore, ed è anche la causa principale delle sue fobie.
I Have No Mouth, and I Must Scream è un gioco difficile, non solo dal punto di vista del gameplay, ma soprattutto dal punto di vista psicologico. Già semplicemente pensare di essere una delle cinque persone rimaste in vita dopo un conflitto mondiale è agghiacciante, il doverci aggiungere il fatto di venir torturati per 109 anni di fila da un supercomputer che conosce perfettamente le nostre paure ed è capace di farci rimanere lucidi e di non farci impazzire, è talmente tanto spaventoso che è difficile da concepire. Il gioco, inoltre, tratta diversi temi toccanti, tra i quali ricordiamo lo stupro, il genocidio, il suicidio e la paranoia.
Ma ciò che credo dia soddisfazione è la possibilità di riuscire a salvare i cinque protagonisti da questo inferno distopico ed aiutarli a percorrere una strada non solo verso la salvezza, ma anche verso l’accettazione e il riscatto di se stessi. Quindi, se avete abbastanza pelo sullo stomaco per affrontare un gioco psicologicamente impegnativo, I Have No Mouth, and I Must Scream è ciò che fa per voi.
P.s.: nel gioco è presente una chicca per i nostri amici freudiani, infatti, ad un certo punto, verranno rappresentati l’Es, l’Io ed il Superio di AM.