Knock-Knock! In and Out of Reality

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Knock-Knock! non è un’esperienza dell’orrore, ma che parla di orrore. La sua aura di mistero ed inquietudine è rispecchiata sin dall’introduzione, dove viene infatti definita non come un gioco, ma come una “meditazione interattiva”, e la storia di come è nato questo progetto non è da meno.

Stando al sito ufficiale della Ice-Pick Lodge, sviluppatori del gioco, a novembre 2011 un’email anonima con 19 file allegati raggiunge lo Studio, suggerendo la produzione di un gioco “non convenzionale” utilizzando come ispirazione il materiale fornito. Sembra che il mittente di quella mail non fosse stato in grado di portare a termine il suo progetto, e che volesse passare il testimone allo Studio fornendo appunti, file audio e frammenti di video, avvisando gli sviluppatori delle possibili nefaste conseguenze dell’intraprendere un proposito del genere. Lo Studio raccoglie la sfida ed il gioco nasce due anni dopo, il 4 ottobre 2013.

La vicenda si svolge in una casa isolata al centro di un bosco, dove uno scienziato vive da solo. Il protagonista nota avvenimenti bizzarri all’interno della casa: oggetti che si rompono, si spostano o spariscono. Se dapprima crede che sia la sua memoria ad ingannarlo, incolpando la propria insonnia, ben presto inizia a percepire delle presenze che si introducono nelle stanze e lo cercano, come giocando a nascondino. Queste presenze, che il protagonista chiama “Ospiti”, sono esseri quasi-umani: privi di testa, con una cassa di legno al posto del capo, o avvolti in camicie di forza.

Non appena cala la notte, gli Ospiti dunque cercano di introdursi da ogni spaccatura nei muri e da ogni finestra: scopo del gioco è quindi quello di riparare ogni breccia nella casa nell’arco di otto notti, conservando la propria vita e le propria sanità mentale fino all’alba successiva, e di ritrovare ciò che ci è stato rubato. Secondo lo scienziato, infatti, un Ospite gli ha sottratto un diario che gli era stato donato tempo addietro da suo nonno, accompagnato da un sinistro avvertimento: quando finirai le pagine morirai”. Questa affermazione enigmatica apre le porte ad un secondo piano, quello metaforico, che a questo punto investe diverse meccaniche di gioco: la narrazione viene affidata al ritrovamento di appunti che descrivono inquietanti giochi di società, ed alle deliranti affermazioni del protagonista, che in quei momenti guarderà dritto verso di noi giocatori.

Non solo non sappiamo se quelli a cui assistiamo siano davvero avvenimenti soprannaturali o se siamo invece spettatori del deteriorarsi della sanità mentale dello scienziato, ma l’intera opera fluttua tra un horror trascendente e una metafora teatrale. Knock-Knock! è una “meditazione interattiva” che parla della vita e dello scorrere inesorabile del tempo, il quale non può essere fermato con il nostro semplice spegnere la luce e chiudere le porte. Il tempo si intrufola nelle nostre case-fortezza, senza che ce ne accorgiamo fino al momento in cui ci ruba ciò che ci è più prezioso, in un viaggio in cui giorno e notte, sogno e realtà, coesistono in un abbraccio vorticoso. Forse l’anonimo autore della mail ha voluto passare il suo messaggio a chi potesse consegnarlo in modo più efficace di quanto egli fosse in grado di fare, forse il suo tempo stava per scadere, e proprio allora ha lasciato un ultimo messaggio nella bottiglia: non lasciate che il tempo vi scorra tra le dita.

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