Mi è capitato in questi giorni di imbattermi in videogiochi che cavalcano ancora prepotentemente l’onda dei souls (ossia le recenti opere create da FromSoftware), in cui la regola è “difficile uguale a bello” o per meglio dire “snervante uguale a divertimento”.
Mi sono ritrovato così a giocare a Necropolis: A Diabolical Dungeon, ritrovandomi tra le mani un gioco provvisto di una grafica molto accattivante, un gameplay e combact system identico a quello dei souls (con delle aggiunte e delle carenze) e con tanta, ma tanta sfrontatezza e totale mancanza di una trama…seria.
In sé il gioco mi ha coinvolto e mi rattrista molto leggere diversi articoli, commenti e recensioni su blog e forum che criticano pesantemente tale titolo.
Molte parole si sono spese in favore di questo gioco, purtroppo invano, inutile quindi riproporre tutti i lati positivi, che riescono a far intrattenimento, di quest’opera (ve ne sono già fin troppi), ma desidero soffermare l’attenzione sull’essenza di questo gioco, ossia la continua morte e ripartenza (con le rispettive perdite o quasi di tutti i progressi).
Fino ai titoli per Playstation 1, molti giochi che provai avevano una regola ben precisa, immutabile e invalicabile, ossia: muori?! Bene ricomincia da capo!
Giochi come “Topolino e le sue avventure” mi han fatto dannare l’anima facendomi desiderare di venderla al diavolo se l’avessi incontrato per finire gli ultimi livelli; ore e ore di gioco continuato, con la scoperta di passaggi segreti, strategie e soluzioni nuove, assieme a tanta, ma tanta frustrazione.
La differenza tra questi giochi, che mi intrattenevano in passato (tra rabbia, lacrime e nervoso) e quelli di adesso è solo l’età che mi porto ora appresso e…una grafica “più definita”.
Necropolis è un gioco che mi ha fatto riaffiorare alla mente vecchi ricordi, di giornate videoludiche intere fini a sé stesse, in cui i progressi fatti erano solo apprezzabili nel loro immediato raggiungimento, dove salvare era qualcosa di sconosciuto e dove la paura di ritrovarsi la console spenta dopo pranzo poteva condurti a shock talmente forti da poterti uccidere o a spingerti a uccidere (come dicono i tg… si scherza).
In conclusione, Necropolis è un gioco che ha ripreso gli schemi vecchi e “datati” dei primi videogiochi, strutturandosi come una serie di ascensori che dall’alto (primo livello) ti conducono verso il livello più basso (decimo livello), facendoti percorrere diversi percorsi in orizzontale, imbattendosi in stanze segrete, nemici diversi e di differente resistenza e forza, facendoti trovare armi e armature varie e divertenti, non lasciandoti però mai la tranquillità di poter sopravvivere alla morte quando sopraggiunge.
[whohit]NECROPOLIS (A DIABOLICAL DUNGEON): un novo gioco…dalla ricetta infame come vuole la vecchia tradizione[/whohit]