Un elemento interessante che passa più o meno implicitamente nell’esperienza videoludica è la narrazione. Infatti, un po’ come non ci viene da pensare alla nostra vita come una storia con uno svolgimento lineare, ma la viviamo direttamente, allo stesso modo mentre giochiamo a un videogame ci risulta difficile guardare allo svolgersi degli eventi con un’ottica più distaccata, tale da averne una visione d’insieme, individuarne l’intreccio, i punti di svolta. Semplicemente, quella storia la viviamo.
In un certo senso questo aiuta a immergersi e a rendere l’esperienza significativa, stimolando successivamente la nostra capacità di individuare analogie tra un gioco e l’altro, di raccontare ai nostri amici passi importanti e segmenti di storia che ci hanno colpiti.
Pensiero e linguaggio nella narrazione
La psicologia, fin dai suoi primi momenti, si è interessata al funzionamento del pensiero e, di conseguenza, del linguaggio. Pietre miliari come Wertheimer e Vygotskij parlano rispettivamente di pensiero riproduttivo (la capacità di riprodurre meccanicamente procedimenti mentali precedentemente appresi, senza tenere conto della globalità della situazione) e pensiero produttivo (modalità di pensiero che consente di reimpostare la situazione secondo nuovi significati, cogliendo la struttura d’insieme e rendendo possibile manipolarla) e di un rapporto tra linguaggio e pensiero dapprima indipendente, poi in reciproca interazione e influenza.
Spesso e volentieri i videogiochi stimolano un tipo di pensiero riproduttivo, chiamando alla mente la necessità di replicare determinati schemi cognitivi e procedimenti per la risoluzione dei problemi che gli specifici giochi pongono in essere. Nel tentare di risolverli “dialoghiamo con noi stessi” tramite un linguaggio interiore che struttura il nostro pensiero, esplorando le possibilità per richiamare poi la strategia vincente precedentemente appresa.
Ed è proprio questo linguaggio interiore la chiave non solo per l’applicazione di quanto abbiamo già imparato, ma anche per elaborare nuove soluzioni e per essere in grado di produrre una narrativa complessa e quindi pensieri complessi.
Ma non è facile organizzare i nostri pensieri
Per quanto la teoria sia semplice, nella realtà non è banale mantenere la logicità di quel che raccontiamo, dei pensieri che abbiamo nella nostra mente e delle storie che viviamo. Questa capacità, facilmente riconducibile a competenze di problem solving, è molto importante nella vita di tutti i giorni e, cosa ancor più rilevante, può essere allenata.
Assassin's Creed Odyssey: Story Creator Mode
Sebbene quanto finora affermato può ritenersi valido per la maggior parte dei videogiochi, anche se per certi aspetti l’agire del giocatore all’interno del mondo di gioco crea nuovi contenuti narrativi all’interno della storia stessa che il videogioco racconta, nello scenario videoludico si sono presentati degli strumenti che, oltre a rivelarsi molto divertenti, possono offrire delle opportunità didattiche e di crescita importanti. In particolare, il titolo di successo Assassin’s Creed Odyssey offre l’opportunità non solo di vivere la storia scritta dai creatori, ma di scrivere la propria. Attraverso la Story Creator Mode infatti, il giocatore ha la possibilità di tracciare i propri archi narrativi. Ma non è così semplice come sembra!
Questa modalità proposta da Ubisoft richiede uno sforzo cognitivo a cui non sempre ci sottoponiamo, ma che in termini di sviluppo delle capacità di organizzazione del pensiero e di comprensione del discorso ha da offrire tanti benefici. Infatti, per la creazione di una storia, per quanto semplice possa essere quella che abbiamo in mente, questa modalità richiede di stabilire un punto di inizio e un punto di fine, di costruire i passaggi intermedi, i dialoghi, di definire dei diagrammi di flusso della narrazione dal punto iniziale al punto finale, passando per lo svolgimento dell’intreccio. Tutto questo, è bene sottolinearlo, costringe a produrre mentalmente e a visualizzare una struttura prima di iniziare a narrarla, consentendo di assicurarsi della sua coerenza e linearità. Ma non è tutto: Assassin’s Creed Odyssey Story Creator Mode dà anche la possibilità di provarla la storia che abbiamo creato, quindi di viverla, e di condividerla con la community, impattando positivamente sul nostro senso di autoefficacia e assumendo anche una connotazione sociale forte. Cosa vuol dire? Significa che una volta creata la nostra storia, abbiamo la possibilità di testarla ripercorrendola in prima persona, eventualmente di correggerla e di raccogliere feedback non solo dalla tua esperienza ma anche da quello che i membri della community dicono sul tuo racconto.
Inutile dire, ma lo faccio lo stesso, quanto un processo del genere, camuffato da videogioco che ci fa vestire i panni di creatori di storie, faccia bene alla nostra capacità di pensiero produttivo e riproduttivo, alla capacità di organizzazione del pensiero e di conseguenza di risolvere problemi, concedendosi la possibilità di avere un’impatto sulla nostra vita al di fuori dell’esperienza ludica stessa.
Non vi sentite molto bravi a scrivere o ad organizzare le vostre idee? Allenatevi con la Story Creator Mode di Assassin’s Creed Odyssey, rimarrete sorpresi…e divertiti!
Fonti:
- Vygotskij L. S. (2007). Pensiero e Linguaggio. Giunti Editore.
- Wertheimer M. (1976). Pensiero Produttivo. Giunti Barbera.