Nostalgia, portami via! Come vi spiegavo in questo articolo uscito quale mese fa, spesso la nostra memoria fa leva su quanto ci fossero piaciuti i primissimi videogiochi a cui avevamo messo mano nella nostra vita: ci hanno divertito così tanto che tutt’oggi li troviamo parimenti appassionanti. Giocandoli, ci siamo trovati talmente bene che mai ci sogneremmo di abbandonarli, proprio perché sono stati affidabili. Ed è per questo motivo che ancora adesso sappiamo che non potrebbero mai tradirci.
Così, ogni tanto capita ancora di giocare a qualche vecchio classico, con la lacrimuccia che scende, ma ancora divertendoci. Proprio per questo motivo c’è chi sulla nostalgia sta commissionando delle vere e proprie campagne commerciali. Per fare un esempio extra-videoludico, basti pensare al revival di un noto telefonino: immettere in commercio un telefono cellulare con (praticamente) le stesse caratteristiche tecniche di fine anni ’90-inizo 2000 sarebbe una pazzia, data l’assenza della connessione a internet e dei vari social. Sempre che il tuo nome non sia Nokia 3310. In quel caso, le persone ti comprerebbero solo per vantarsi di avere ancora tra le mani una leggenda vivente della telefonia mobile, ma anche perché dentro di loro sarebbero sicuri di potersi fidare del loro vecchio telefono che mai li ha traditi. Un amico su cui contare sempre.
È anche per questo motivo che molti detentori di una PS4, a partire dal 30 giugno, si saranno chiesti se valga la pena o no spendere qualche soldo per il remake di una vera e propria pietra miliare del monolite targato Sony. Stiamo parlando di Crash Bandicoot N. Sane Trilogy, versione con “upgrade” della fortunatissima saga di Crash Bandicoot, protagonista del mercato quando ancora era in commercio la PS1. Non conosco nessuno che, possedendo una Playstation One, non avesse mai giocato a nemmeno uno dei cinque titoli di questa serie comparsi su quella console. Tutti ne rimanevano entusiasti, pur essendoci in giro, già all’epoca, titoli più completi dal punto di vista della tecnica e dell’intelligenza artificiale: CB, infatti, non aveva caratteristiche tecniche minimamente paragonabili all’open-world di Super Mario 64, presentando delle meccaniche di gioco già viste in passato, ma migliorate. Eppure è riuscito a entrare nel cuore di tutti gli appassionati di Playstation di vecchia data.
Non posso indagare sulle motivazioni dei consumatori dell’epoca e sul loro apprezzamento di questo gioco, ma posso chiedermi, lecitamente, se la versione remastered in commercio attualmente possa avere successo oppure no. I giovanissimi, abituati a grafiche spettacolari e dinamiche di gioco un tempo inedite, potrebbero trovarsi straniti davanti a un gioco simile, che funziona con meccaniche molto semplici, basate sull’utilizzo di pochi tasti. Potrei restare invece meno sorpreso se trovassi qualche mio coetaneo farci un pensiero piuttosto serio. Dopotutto, chi meglio di noi può capire cosa avevamo provato in quei pomeriggi? Quale altro gioco platform potremmo mai trovare tanto semplice e divertente allo stesso tempo? Ci saranno mai altri titoli capaci di farci provare emozioni anche minimamente simili? In fondo, di giochi, nel corso degli anni, ne abbiamo provati tanti, ma, come recita un noto detto popolare, “si torna sempre dove si è stati bene”; ed effettivamente, quando in quei pomeriggi trascorrevamo parte del nostro tempo giocando alla serie di Crash Bandicoot, stavamo bene davvero. Non va poi trascurato il peso che potrebbero assumere le migliorie apportate dallo sviluppo tecnologico: come potrebbe essere stato migliorato Crash Bandicoot, venendo rimasterizzato su una console mille volte più potente di quella originale? Sarà stato potenziato? C’è qualcosa di nuovo che ci aspetta e qualche vantaggio che potremmo trovare nel giocare ad una versione con la grafica migliorata? Oppure, potremmo addirittura giocare alla stessa identica serie di Crash Bandicoot ma infinite volte più bella proprio perché migliore? Dopotutto, è vero che la nostalgia è una canaglia, ma non va trascurato che se si fosse trattato di ripresentare semplicemente il vecchio CB in pochissimi sarebbero interessati a valutarne l’acquisto. Troppo pochi. Il fattore-miglioramento svolge quindi un ruolo fondamentale. Proprio come nel caso del nuovo Nokia 3310, si punta a ripresentare in commercio il prodotto originale, ma con una pelle nuova, più conforme al tempo in cui si vive.
Se le case di produzione puntano ancora molto sulle versioni remastered di vecchi classici, deve sicuramente esserci un tornaconto economico. Se c’è un tornaconto economico, vuol dire che è vero che ciò che ci è piaciuto un tempo non smetterà mai di piacerci, proprio per la garanzia di fiducia che ci aveva dato una volta. Sono curioso di sapere come si evolverà la situazione, o se mai qualche appassionato di vecchia data possa sognare che qualche altro classico segua la stessa avventura.