Da Mortal Kombat a Tekken, da Doom a Halo, da F1 a Gran Turismo… avete mai pensato a come questi videogiochi hanno influenzato il vostro cervello?
Certamente hanno contribuito a suscitare forti emozioni, al crearsi e al consolidarsi di ricordi, ma non solo. Secondo una ricerca, i videogiochi d’azione influenzano le abilità cognitive, in particolare la percezione, l’attenzione e i tempi di reazione, migliorando le performance dei videogiocatori in test cognitivi.
Perché proprio questo genere?
Fra i generi disponibili, i videogiochi d’azione sono fra quelli con il maggiore potenziale di modificare le capacità percettive e attentive dei videogiocatori. La loro caratteristica distintiva, infatti, è la presenza di target in movimento che richiedono un processamento periferico notevole, oltre alla capacità di cambiare costantemente e rapidamente il proprio focus attentivo.
In un primo momento, la vostra attenzione sarà “distribuita”. Dovrete scrutare l’ambiente circostante, cercando di individuare i vostri target. Ma, una volta identificati, ecco che la vostra attenzione si fa “selettiva”, si concentra su quello che avete trovato e guida le azioni successive.
Tuttavia, come ben sapete, in questo genere il target raramente è solo. Basta un nemico che esce da un nascondiglio, una macchina che compare nello specchietto retrovisore e la vostra strategia viene stravolta.
Quanto richiesto al giocatore, quindi, è la capacità di passare da un’attenzione selettiva ad una distribuita rapidamente e ripetutamente, con l’obiettivo di compiere azioni veloci e accurate.
Come è stato dimostrato?
Nello studio di Bediou e colleghi, le abilità cognitive dei partecipanti sono state valutate misurando l’attenzione spaziale e l’abilità nel gestire simultaneamente compiti multipli.
Gli psicologi hanno avviato una meta-analisi che comprendeva 2,883 soggetti, giocatori e giocatrici, suddivisi in due gruppi:
- Il gruppo sperimentale, coinvolto in sessioni di gioco con videogiochi d’azione;
- Il gruppo di controllo impegnato, invece, in giochi di ruolo e di altro genere.
Entrambi i gruppi, dopo aver partecipato ad un primo test cognitivo, accumulavano 8 o più ore di gioco durante la settimana, per un totale di almeno 50 ore per 12 settimane. Al termine di questa fase, i giocatori dovevano partecipare ad un ulteriore test della abilità cognitive, per verificare la presenza di effettivi cambiamenti legati alle sessioni di gioco.
L’obiettivo era scoprire se i videogiochi d’azione avessero un effetto causale o meno sulle abilità dei partecipanti.
Quanto osservato, è che la performance dei giocatori d’azione nei test cognitivi era nettamente migliore rispetto a quella del gruppo di controllo.
“Learn to learn”
Tale miglioramento, suggerisce che l’esperienza di gioco abbia trasmesso ai partecipanti l’abilità di apprendere più rapidamente ed efficacemente come portare a termine un compito. Rispetto ai videogiochi di controllo, infatti, quelli d’azione richiedono un maggiore controllo attentivo per poter sopprimere fonti di distrazione, come suoni e elementi visivi non rilevanti. Con il tempo, poi, i videogiocatori diventano sempre più accurati e rapidi nel riconoscere quali sono le informazioni utili per raggiungere l’obiettivo.
In altre parole, i videogiochi di azione permettono al giocatore di “imparare ad imparare”.
Insomma, buone notizie per tutti i giocatori amanti del genere, ma attenzione. È opportuno evidenziare che tali effetti sono stati osservati in seguito a sessioni di gioco distribuite per diverse settimane o mesi, non a seguito di una singola sessione intensiva.
Come qualsiasi attività di apprendimento, infatti, brevi periodi di pratica se ripetuti sufficientemente e adeguatamente, sono preferibili a quelli saltuari.
Riferimenti bibliografici
Bediou, B., Adams, D. M., Mayer, R. E., Tipton, E., Green, C. S., & Bavelier, D. (2017). Meta-Analysis of Action Video Game Impact on Perceptual, Attentional, and Cognitive Skills. Psychological Bulletin.
Chopin, A., Bediou, B., & Bavelier, D. (2019). Altering perception: the case of action video gaming. Current opinion in psychology.