Il nuovo titolo targato CD Projekt Red è sui nostri scaffali dopo una lunga odissea che lo ha visto protagonista. Dopo 8 anni di sviluppo e 3 rinvii, finalmente i giocatori hanno avuto modo di giocare il tanto agognato Cyberpunk 2077. Il suo debutto non è stato, però, facile. Gli sviluppatori padri di “The Witcher“ erano pronti a rinviare ulteriormente la data di uscita a causa di problematiche legate alle versioni per attuali console (PS4, PS4 pro, Xbox ONE), ma così come gli investitori, anche i giocatori hanno mosso polemiche, a volte anche in maniera fin troppo esagerata.
Il gioco arriva incompleto sia su pc che su console di nuova generazione, mentre sulle attuali non era possibile giocarci. I problemi di giocabilità verranno risolti tramite le patch (a volte anche molto corpose), ma il malessere dei giocatori li ha portati a richiedere il rimborso e sia Sony che Microsoft hanno dovuto soddisfare le richieste.
Sony, in particolare, ha creato un precedente: ha rimosso Cyberpunk 2077 dal suo store fino alla risoluzione della maggior parte dei problemi: un duro colpo per CD Projekt Red e i vari sviluppatori.
A seguito di questo caso viene spontaneo chiedersi di chi sia la “colpa” e come questo evento modificherà il rapporto tra store e giocatori.
Come cambierà il rapporto con gli Store?
Vorrei provare a trovare delle risposte, partendo dal secondo quesito: gli store dovranno lavorare duramente per poter cambiare la loro politica di rimborso, chiedendosi quando sia effettivamente possibile concederlo. Secondo la mia opinione, le regole devono vertere sull’impossibilità di giocare un titolo. Alcuni giocatori hanno richiesto il rimborso solo dopo aver terminato il gioco, questo creerebbe un grave precedente qualora Store come Microsoft o Sony accettassero.
Perciò l’ipotesi migliore, a mio avviso, sarebbe quella di individuare un elenco di motivazioni valide al fine di richiedere il rimborso con, ovviamente, un intervallo adeguato di tempo per poter maturare questa decisione.
Cyberpunk 2077: Di chi è la colpa?
Per quanto riguarda il responsabile, il “colpevole”, di quest’evento, il discorso si fa più complicato, ma allo stesso tempo semplice: la colpa, sempre secondo il mio personale punto di vista, è da attribuire a tutti.
La CD Projekt Red ha commesso uno sbaglio osando su hardware vecchi, limitarsi alla nuova generazione e ai pc sarebbe stata una scelta più sensata. Sarebbe stato più sensato anche evitare l’apertura dei preordini e l’annuncio delle date di uscita, poi cambiate (che ci sarebbero state anche senza la situazione Covid), poiché avrebbe concesso ulteriori benefit, soprattutto per gli sviluppatori, che sono stati sottoposti ad estenuanti sessioni di Crunch, ed i consumatori, che avrebbero evitato di sentirsi “presi in giro”.
I produttori, invece, hanno sbagliato nel mettere fretta agli sviluppatori. Pur essendo i finanziatori del titolo, avrebbero dovuto concedere al team i giusti tempi.
Anche i consumatori hanno una parte di colpa: si tratta delle minacce di morte indirizzate agli sviluppatori e l’empatia inesistente nei loro confronti. Questi comportamenti non dovrebbero mai essere messi in atto, per nessun motivo, e non esistono giustificazioni.
Infine anche gli store detengono le loro colpe, Sony e Microsoft in primis. Accettare e pubblicare un titolo incompleto è un grossissimo errore: hanno prestato molta più attenzione all’introito che avrebbero ricevuto, piuttosto che a curare al meglio la qualità del titolo.
Lascio la parola a voi, come rispondereste a queste domande?