Quando dico alla gente che mi sto specializzando nello studio psicologico dei fenomeni videoludici tendenzialmente la prima domanda che mi viene posta è: “Che bisogno c’è di studiare i videogiochi?”. In questo articolo dunque discuteremo di questa semplice, ma altrettanto importante questione.
“Perché studiare i videogiochi? Alla fine sono solo giochi…” Non c’è affermazione peggiore con cui rispondere ad uno che i videogiochi li adora, per il semplice fatto che è sminuente. Cioè, è solo un gioco? Come se per il fenomeno del gioco non ci fosse una letteratura di almeno due secoli. Numerosissimi sono gli autori che hanno studiato i processi ludici dei bambini al fine di comprenderne i meccanismi cognitivi, la buona salute, lo sviluppo e chi più ne ha più ne metta. Dunque la domanda giusta sarebbe, “perché NON studiare i videogiochi?” Un fenomeno cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi anni e, che da dati del 2013, coinvolge il 63% della popolazione mondiale merita un minimo di attenzione.
IL VIDEOGIOCO COME TECNOLOGIA POSITIVA – In ogni caso approfondire il fenomeno videoludico non si limita a questo. “I videogiochi rendono violenti”. Questo è quello che sa la maggior parte della popolazione mondiale. Dunque attenzione ragazzi, chi gioca troppo perde gli occhi, subisce una lobotomia o si trasforma direttamente in uno Zombie. Ah le streghe le bruciamo ancora? No? Potremmo iniziare con le console… Chiaramente sono ironico, ma c’è poco da scherzare sull’opinione pubblica a riguardo. La gente è disinformata. Non per colpa sua eh, i media ci mettono del loro, ma la disinformazione è un dato di fatto. Dunque un primo punto per cui ha senso studiare il fenomeno videoludico è sicuramente per far chiarezza sulle potenzialità che i videogame hanno. Essi possono favorire la concentrazione, migliorare la coordinazione occhio-mano, implementare meccanismi sociali e così via, ma chiaramente non bisogna farne un abuso. Ogni tecnologia nasce con lo scopo di migliorarci la vita, basta saperne sfruttare le potenzialità e gli aspetti positivi e i videogiochi non fanno eccezione.
ESTENDERE IL VIDEOGIOCO ANCHE AD ALTRO – Quando i primi creatori di videogame hanno creato i primi giochi, probabilmente non si rendevano conto della potenza del medium che avevano generato. Tuttavia il videogioco, sebbene abbia una principale funzione ludica, può essere utilizzato in tanti altri ambiti. A dire la verità i primi videogame erano stati creati e pensati per i soldati, in maniera da poterli formare adeguatamente prima di essere inviati al fronte. Proprio questo aspetto di apprendimento è particolarmente favorito da questa tecnologia, che può essere impiegata innanzitutto per sedimentare meglio il ricordo e poi per permettere al soggetto di “imparare facendo” (leggi qui per saperne di più). Oltre a questa branca tuttavia, il videogame può essere impiegato anche in altri ambiti. Un esempio è la riabilitazione: terapie di focalizzazione attentava per bambini affetti da disturbi dell’apprendimento come dislessia o ADHD stanno venendo testate proprio con l’ausilio di videogame (leggi qui per saperne di più). Insomma questi nuovi strumenti, sebbene siano “solo giochi” possono essere utilizzati in diversi settori, basta studiarli.
Terminiamo rispondendo al quesito iniziale: “c’è bisogno di studiare i videogame?” Assolutamente sì ed i motivi sopraccitati sono solo alcuni esempi del perché ciò sia importante. E soprattutto c’è bisogno di gente appassionata, che sappia individuarne pregi e potenzialità.