L’obiettivo di questo articolo è di sensibilizzare il lettore circa la possibilità di migliorare le proprie prestazioni beneficiando della sola presenza di altre persone durante le ore di gioco.
Il giorno di natale del 1999 i miei genitori mi regalarono una playstation 1 e il mio primo gioco, il mitico Tekken 3 uscito solo l’anno prima in Europa. Per chi non sapesse a cosa mi riferisco, sto parlando del terzo capito della saga di uno dei picchiaduro marcati Namco più famosi per cabinati, console e console portatili. Ogni volta che mi ritrovavo ad affrontare gli ultimi round della modalità arcade mi imbattevo in qualche personaggio dannatamente difficile da sconfiggere. Un pomeriggio dopo quasi 3 ore di tentavi passati a cercare di battere la fatalissima Nina Williams sento suonare il campanello, mia madre borbottare qualcosa al piano di sopra e dopo qualche secondo vedo palesarsi il mio vicino di casa nonché storico compagno di gaming. Pochi tentativi dopo Nina williams era k.o e con lei anche Heiachi, Ogre e Trueogre; gli ultimi tre sfidanti per completare la modalità.
Gli appassionati di simulatori di guida si ricorderanno che nel 2003 uscì il primo Need for speed underground, che ha segnato una rivoluzione rappresentata da gare clandestine e dall’enorme numero di modifiche apportabili alle macchine. Io avevo 12 anni e nonostante avessi già preso le misure con i giochi di guida non riuscivo a progredire per via della difficoltà che riscontravo in alcune sfide. Con il passare dei tentativi il mio nervosismo aumentava e conseguentemente anche le mie imprecazioni, fino a quando mio nonno non entrava in stanza e si metteva seduto di fianco a me per capire cosa mi rendesse tanto agitato. Una volta coinvolto dalle gare clandestine l’uomo di 60 anni seduto al mio fianco cominciava a lasciarsi andare in un tifo esagerato. A quel punto perdere qualunque sfida non era più un’opzione, la sua presenza generava in me uno stato di attivazione funzionale alla gara e una volontà a non deludere qualunque aspettativa che quell’uomo avesse nei confronti di suo nipote.
I due episodi che ho deciso di riportare hanno un comune denominatore, videogiocare in presenza di qualcun altro (pubblico) o con qualcun altro (cooperare)
Oggi come ieri il pubblico è una componente presente nei videogiochi come nelle partite di calcio. I videogiochi prediligono piattaforme di condivisone come Twitch o Youtube piuttosto che la televisione come il calcio o altri sport, tuttavia la sensazione di giocare di fronte ad un pubblico è la medesima.
Gli psicologi hanno studiato come la presenza di altri individui influenzi la prestazione rispetto ad un compito che si sta svolgendo. Se il compito viene percepito come semplice la presenza degli altri facilita la prestazione, se il compito viene percepito come difficile si riesce meglio da soli in quanto la presenza degli altri produce inibizione sociale. Si può inoltre affermare che la presenza degli altri(la folla) produce aumento del respiro, una tensione muscolare e un innalzamento della pressione e del battito cardiaco, può quindi portare a risposte giuste o a riposte sbagliate.
Per Zajonc (un celebre psicologo sociale) la presenza degli altri facilita la prestazione solo di coloro che sono preparati rispetto al compito che stanno svolgendo poiché la loro riposta dominante, ossia quella generata in uno stato di attivazione fisiologica, sarà per forza quella corretta ; mentre le persone non preparate si troveranno di fronte ad un compito complesso .
Sono state fornite altre interpretazioni che suggeriscono che avere delle persone che ci osservano ci porta ad essere apprensivi e a preoccuparci di come ci stanno valutando, quest’apprensione per la valutazione provoca attivazione fisiologica. Quest’ultima interpretazione potrebbe spiegare come quanto più le persone sono preoccupate per il giudizio degli altri tanto più la prestazione sarà influenzata, il tutto in misura amplificata nel caso in cui il pubblico sia costituito da estranei.
Se giocate online a qualche gioco competitivo come League of legend, World of warcraft, Call of duty, Destiny, Mortal kombat ecc vi sarà sicuramente successo di provare una strana adrenalina in presenza di altre persone, che vi ha portato a giocare meglio per non deluderne le aspettative o per dimostrare a qualche nuova conoscenza quale fosse il vostro livello di gioco. Questo fenomeno viene chiamato dagli psicologi facilitazione sociale.
Ho citato i comparti online dei giochi più famosi per farvi notare come non sia necessaria la presenza fisica degli altri per generare facilitazione sociale.
L’invito per tutti è quindi quello di condividere le vostre ore di gioco con altre persone, non solo per migliorare la qualità del tempo speso ma anche per ottenere prestazioni migliori.
A tal proposito vi lascio il seguente video, il risultato di un paio di pomeriggi passati con il mio amico VERONELLO alla ricerca del colpo perfetto su destiny.