DLC, è una sigla che lascia ogni giocatore con l’amaro in bocca, per la consapevolezza di un sequel o dell’obbligo quasi forzato di acquisto di uno o più pacchetti di espansione, e pensare che una volta bastava un solo CD.
Negli ultimi anni, per intenderci dall’avvento degli smartphone, sempre più videogiochi hanno adottato l’ottica del Pay to win, mettendo a disposizione dei propri utenti uno store da cui è possibile acquistare risorse, oggetti, accessori bonus. Sebbene questa trovata faccia storcere il naso a molti, che vedono l’obbligo di una spesa futura sul titolo per poter proseguire nella propria avventura digitale, la realtà statistica è che molti giocatori usufruiscono di questo tipo di servizi, portando le case produttrici ad aumentarne efficienza ed offerta.
Nel piccolo delle nostre ricerche abbiamo sottoposto un questionario a circa 500 giocatori, registrando che circa il 32% del campione spenderebbe soldi ulteriori in uno store virtuale, a patto di avere vantaggi nel gioco, seppur minimi.
Qual è tuttavia la logica dietro questa spesa? Innanzitutto la possibilità di avere boost, ovvero potenziamenti e vantaggi, tenta molti giocatori. Secondariamente molto spesso gli acquisti permettono di risparmiare tempo, dalle settimane di costruzione di un personaggio di World of Warcraft alle relativamente poche ore di attesa per la prossima vita a Candy Crush. Se poi per gli uomini è forte l’istinto di supremazia, per le donne può essere fatale, come spesso avviene durante un’offerta con sconto a tempo limitato, questo per dire che i motivi che portano un utente alla decisione di effettuare l’acquisto possono essere molti e molto diversi. Le case produttrici, e più nello specifico i relativi reparti di marketing, si concentrano su strategie che permettano di massimizzare l’incasso, a maggior ragione davanti al prospetto di un minimo sforzo come la creazione di oggetti aggiuntivi o temi secondari. Un esempio semplice riguarda le varie offerte che vengono proposte ad ogni accesso di molti dei giochi più recenti per smartphone e non solo.
Molto spesso infatti, terminato un tutorial o all’avvio del gioco, viene donata una piccola quantità di una risorsa speciale al giocatore. Tale risorsa differisce da gioco a gioco ma ha sempre caratteristiche particolari che portano, fintanto che il suo effetto non termina, grandi vantaggi in termini di progressi di gioco o esiti di battaglie. Questa “gentile donazione” non è casuale ovviamente, ma avviene per fare in modo che il giocatore prenda consapevolezza di tali vantaggi e, sostanzialmente, investa nuovamente altri o anche più soldi pagando in moneta virtuale o reale. Oltre a questo processo di esposizione appena spiegato, è necessario spiegare la tecnica nota in psicologia come piede nella porta (evidente in ogni situazione di sconto sulla risorsa). Essa consiste nell’abbassare un’offerta iniziale per provocare un aumento di accettazione e quindi creare uno spazio per un’offerta o un acquisto successivo al primo. Infine è necessario considerare la semplicità e l’immediatezza nell’effettuare il pagamento, che è sempre a pochi click o tocchi da voi, molti sistemi, infatti, prevedono in media solamente due o tre passaggi per completare l’operazione.
Da questo punto di vista sembra che l’acquisto di materiale aggiuntivo all’interno dei videogames sia analogo allo strappare un cerotto: sopportabile poiché immediato.