Oggi se tutti noi ci fermassimo a pensare quali sono divenuti i nuovi costumi della società e i nuovi miti, ci accorgeremmo che ovunque volessimo porre il nostro sguardo vedremmo felpe, magliette, peluche e maree di gadget, oltre che quadri, poster e persino mostre dedicate a svariati personaggi dei videogiochi.
Queste figure o meglio questi titoli-brand fantastici, nati anche decenni fa, sono divenuti oramai vere e proprie icone, non solo di una generazione ma di intere culture.
La società di oggi ha abbracciato le bizzarrie e la magia che appartengono al mondo dei videogiochi e cerca di importarle anche nella propria realtà, tramite vestiti, statue, canzoni, dipinti, libri, film ecc…, ma come è successo tutto ciò?
Sul finire degli anni novanta si cominciava già a intravvedere l’alba di questo boom o meglio di questa rivoluzione vera e propria riguardo alla cultura nerd e geek nata negli anni ’70 e consolidatasi negli anni ’80.
Se prima questa realtà (il mondo del videogioco) era segregata e ostracizzata da gran parte della gente, adesso appare finalmente abbattuto questo muro di rifiuto e paura da parte della società.
I videogiochi sono stati accolti poco alla volta in ogni casa, divenendone accessori e apparecchiature comuni e non più superflue, le case si sono arricchite di sale apposite all’intrattenimento e l’antico focolare, prima spoglio e sobrio, si ritrova ora tappezzato e invaso da decorazioni di ogni genere e da svariati prodotti derivati dal mondo videoludico.
Girando per strada, connettendosi sui social, navigando per internet, guardando Youtube o leggendo diverse riviste, non si può non imbattersi in qualche prodotto o richiamo al mondo battezzato da tutti come nerd, sia dai profani che dai fedeli sostenitori di questa comunità.
Ma come è nata tale rivoluzione? Dove è partito questo cambiamento? Il mondo nerd, e in concomitanza quello del videogioco, hanno portato alla nascita agli inizi di comunità di soli appassionati al genere che col tempo sono cresciute di numero grazie anche al progresso delle tecnologie.
Dalla passione di pochi sono nati progetti che han trasformato l’intera facciata di questa realtà, tramutandola in veri e propri lavori che oggi registrano introiti da capogiro.
Negli anni si è creato un mercato sempre più florido e vasto, ma soprattutto sempre più accessibile.
I videogiochi col tempo sono riusciti a richiamare su di loro i riflettori e l’attenzione di tutta la società, sono stati in grado di affascinare e incuriosire anche chi era completamente estraneo a questo mondo, finendo per accettarlo o persino abbracciandone tutte le sue sfaccettature.
Si è partiti considerando il videogioco un prodotto di nicchia, segregato solo a quelle persone che ricercavano un rifugio o una distrazione per evadere dalle loro vite.
Il videogioco ora invece è finto per essere considerato in maniera completamente opposta, come una moda, altri come una fonte di creatività e di arte, oppure come uno status symbol della nostra epoca che non si può rifiutare/negare.
Il videogioco, con i suoi eroi e nemesi, con i suoi mondi e realtà, con i suoi costumi e filosofie ha influenzato sempre più le popolazioni di ogni paese, ritagliandosi nel mercato una fetta sempre più grande, si è imposto a gran forza nella vita quotidiana grazie sii alla pubblicità, ma soprattutto per merito del cambiamento di pensiero che è avvenuto negli anni da parte della gente.
Come col cinema o il fumetto, il videogioco ha raggiunto oramai la sua epoca di riconoscimento, esso viene celebrato, omaggiato con mostre e tributi, si fonde e coinvolge altre arti che si mescolano tra loro creando nuovi prodotti; è divenuto il nuovo manifesto della filosofia POP dei nostri tempi.
Per molti quando un qualcosa diviene “popolare” va a perdere l’anima originale che ne aveva mosso la nascita, personalmente sostengo che non è la natura del prodotto a cambiare, ma è l’approccio di chi gli si pone a mutare nel tempo; è stata sdoganata l’etichetta negativa che accompagnava i videogiochi e che al contrario sono stati finalmente accolti con rispetto ed entusiasmo a loro dovuto.
I videogiochi han compiuto, rispetto a solo qualche decennio fa, una crescita o in questo caso un “level up” talmente grande da influenzare e arricchire quello stesso mondo che un tempo li teneva in disparte e che delle volte tentava pure di arrestarne lo sviluppo, ma che adesso ne è stato travolto e conquistato.