Uso terapeutico dei videogiochi: il caso della dislessia

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L’apprendimento della lettura è un’attività complessa che diventa estremamente difficile nei bambini affetti da dislessia. La dislessia è un disturbo dell’apprendimento che influenza l’acquisizione dell’alfabetizzazione e che si manifesta con difficoltà nella decodifica del testo, nonostante un’adeguata istruzione ed un quoziente intellettivo nella norma.

Le cause neurocognitive della dislessia sono ancora fortemente discusse e ad oggi non sono ancora state identificate terapie e trattamenti definitivi: tutti i trattamenti esistenti sono controversi e richiedono elevati livelli di risorse, inoltre i processi cognitivi che sottendono i miglioramenti nella capacità di lettura rimangono ancora poco distinti. Tuttavia è chiaro che uno dei più importanti deficit associati alla dislessia è la disfunzione delle capacità attentive, in quanto le lettere devono essere selezionate in modo preciso tra gli altri grafemi mediante un rapido orientamento dell’attenzione visiva, prima che venga applicata una corretta integrazione lettera-suono. Un deficit attentivo riduce il successo dei trattamenti tradizionali della dislessia perché l’abilità di apprendimento è ostacolata dalla disfunzione di attenzione spaziale e temporale. Pertanto la terapia dei deficit attentivi potrebbe essere cruciale per il trattamento della dislessia.

Quale connessione potrebbe esserci quindi tra videogiochi e dislessia?

Negli ultimi tempi la letteratura sui video games ha messo in evidenza come le capacità attentive migliorino in seguito alla loro esposizione, in special modo ai generi AVG (action video games) e come tali miglioramenti possano essere trasferiti ad altri domini cognitivi. A tal proposito un gruppo di ricerca del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova[1], ha ipotizzato che il training agli AVG migliori la mappatura sonora di lettere (decodifica fonologica) e, di conseguenza, la capacità di lettura. Lo studio da loro condotto, su un campione di 20 bambini dislessici, ha mostrato che l’esposizione a videogiochi d’azione (che non includono alcuna forma fonologica o ortografica) per 12 ore migliora considerevolmente le abilità e la velocità di lettura dei bambini con dislessia. Inoltre tali miglioramenti sono superiori ad un anno di allenamento con lettura spontanea e trattamenti di lettura tradizionale. Altro risultato rilevante riguarda la capacità attentiva che risulta migliore dopo il training ai videogiochi d’azione che, secondo gli autori, può tradursi in miglioramenti nelle abilità di lettura offrendo un rimedio nuovo e divertente alla dislessia.

Tali risultati possono essere spiegati grazie alle grandi ed intrinseche caratteristiche dei videogiochi d’azione: elevata velocità (come eventi transitori e oggetti in movimento), alto carico percettivo e motorio, forte capacità interattiva ed immersiva che potrebbero migliorare soprattutto l’efficienza del sistema magnocellulare-dorsale, acquisendo una forte rilevanza teorica nello svelare il ruolo causale dell’attenzione nell’acquisizione della lettura. Ciò potrebbe aprire la strada a programmi di prevenzione precoce a “basse spese” tramite l’utilizzo dei videogames presenti già in commercio o nella creazione di videogames mirati all’acquisizione di determinate capacità cognitive che potrebbero ridurre l’incidenza dei disturbi della lettura.

Sono necessari ulteriori studi per esaminare il ruolo specifico degli AVG nel miglioramento delle capacità attentive e nell’acquisizione della lettura. Pertanto l’obiettivo principale è quello di sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica e scientifica su tale tema in modo da poter chiarire ed eventualmente applicare l’assunto che il training agli AVG può ridurre i disturbi della lettura nei bambini con dislessia, aumentando l’efficienza dei sistemi di orientamento e attenzione.

Per saperne di più: [1]Franceschini et al., Action Video Games Make Dyslexic Children Read Better, Current Biology (2013), http://dx.doi.org/10.1016/j.cub.2013.01.044

 

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