Abbiamo tutti presente la situazione migranti nel mediterraneo: centinaia e centinaia di persone ogni giorno rischiano la vita nella speranza di raggiungere un futuro diverso, fuggendo dal storie e da realtà ben più sfortunate delle nostre. Ma vi siete mai chiesto cosa succede invece oltre oceano, al confine tra Messico e Stati Uniti? Anche qui si parla di migranti, ma cosa devono affrontare? E chi sono veramente?
Qui entra in gioco Carne y Arena (carne e sabbia), un’installazione in realtà virtuale scritta e diretta dal regista messicano Alejandro González Iñárritu, prodotta da Legendary Entertainment e Fondazione Prada. Questa innovativa opera d’arte immerge a 360° lo spettatore in un mondo per lui estraneo.
Basata su fatti realmente accaduti, l’installazione in VR permetteva di rivivere il percorso che i migranti latini hanno dovuto affrontare a piedi al confine con gli Stati Uniti.
Dopo essersi tolto le scarpe, il visitatore viene accompagnato in una stanza chiusa piena di sabbia e, oltre al visore per la realtà virtuale, gli viene fatto indossare uno zaino (vedi immagine sotto). Esattamente come i protagonisti del filmato ci si ritrova a camminare nel deserto, portando l’esperienza sensoriale ed emotiva a livelli avanzati, quasi realistici.
Dal punto di vista psicologico, un fenomeno importante per la riduzione del pregiudizio risiede nel ruolo dell’assunzione di prospettiva e dell’empatia: indurre una stato empatico nei confronti di persone appartenenti ad un gruppo diverso dal nostro sembra essere un’importante variabile nel combattere il pregiudizio (Batson e Ahmad, 2009). Come mostrano altri studi, infatti, è più facile provare empatia nei confronti di persone in difficoltà (Weiner, Perry e Magnusson, 1988).
I personaggi presenti nella realtà virtuale sono veri immigrati che hanno provato sulla loro pelle che cosa significhi camminare per giorni e giorni sotto il sole cocente, con scorte di acqua e cibo limitati, nella speranza di raggiungere finalmente una vita migliore.
Carne y Arena ha ricevuto un Oscar dal “Board of Governors of the Academy of Motion Picture Arts and Sciences” che ha definito l’istallazione come “un’esperienza narrativa visionaria e di grande potenza” e “un viaggio profondamente emozionale e fisicamente coinvolgente nel mondo dei migranti”.
Bibliografia:
Batson, C.D., & Ahmad, N.Y. (2009). Using empathy to improve intergroup attitudes and relations. Social Issues and Policy Review.
Weiner, B., Perry, R.P., & Magnusson, J. (1988). An attributional analysis of reactions to stigma. Journal of Personality and Social Psychology.