Nuovo titolo, stesse lamentele. Quando cambiare titolo non ci piace.

Facebook
Twitter
LinkedIn

Nel giro di un anno ci affezioniamo ad un titolo che, nonostante i difetti, scandisce le nostre giornate: ci accompagna nel dopo cena prima di addormentarci o ci distrae al nostro rientro da lavoro dopo una giornata faticosa. Magari conosciamo  un gruppo di amici o formiamo un team più serio per partecipare alle varie competizioni e tornei. E poi ecco, è arrivato il tempo di metterlo da parte e comprare il nuovo titolo della saga. E’ tempo di cambiamento.

Era il 12 del mese scorso quando uscì il titolo più aspettato di sempre, il titolo dal sapore ciclicamente autunnale vista la data di uscita.

Ebbene sì, sto parlando proprio del quindicesimo capitolo di Call Of Duty, Black Ops 4 videogioco sparatutto in prima persona sviluppato da Treyarch.

Di recensioni ne avremo lette a milioni: videorecensioni sui vari canali youtube e twitch,  articoli dei più grandi sostenitori sino ai più agguerriti critici.
Per non dimenticare i tuttologi improvvisati nei commenti dei vari gruppi fan base di Facebook. Quello che preme qui sottolineare – dunque – è come un nuovo titolo porti con sé grandi aspettative e, spesso, la novità dello stesso – come per tutte le nuove notizie –porti con sé più critica che gioia.  Ciò fa riflettere come ci sia in tutti noi quella naturale ricerca delle origini, delle radici del videogioco; di un bisogno di continuità e di attaccamento ad un titolo che tende ogni anno a trasformarsi rimanendo  simile per alcuni aspetti; quella irrefrenabile ricerca di sentirsi sempre fra le braccia della madre,   nonostante l’età avanzi che, talvolta, si trasforma in rifiuto della novità.

In psicologia questo fenomeno è noto come “resistenza al cambiamento”, quella negazione che ci porta ad esclamare più volte “Questo non è vero il COD!!”.

Con resistenza al cambiamento s’intende l’angoscia emotiva causata dalla prospettiva di una trasformazione o dal cambiamento che sta avvenendo; è una risposta che l’essere umano adotta di fronte ad un cambiamento, la tendenza a mantenere un’omeostasi generale, una stabilità interna di fronte agli impulsi esterni.

Lo psicologo statunitense Albert Ellis elenca le possibili cause della resistenza al cambiamento nel setting terapeutico, evidenziando come oltre la gravità del disturbo, gli elementi da tenere in considerazione siano la paura, la bassa tolleranza alla frustrazione, la sfiducia, il pessimismo, poca assunzione del rischio, grandiosità, perfezionismo, spirito di ribellione e timore nelle novità.

Kurt Lewin, psicologo tedesco pioniere della Psicologia Sociale, descrisse uno dei primi modelli di gestione del cambiamento, Change Management, descrivendo la transizione a tre stadi che cercherò di sintetizzare:

Nella prima fase abbiamo lo scongelamento, Unfreezing, in cui l’individuo supera le sue vecchie abitudini mostrando apertura ad un cambiamento attraverso il superamento della naturale resistenza innescata dai meccanismi di difesa.

Nella seconda fase si ha il cambiamento vero e proprio, attraverso una ristrutturazione cognitiva. In questa fase il soggetto si sente confuso, è in un momento di transizione e ne percepisce lo squilibrio.

Nella terza, invece, si ha il cosidetto Refreezing, un ricongelamento delle proprie abitudini. Così l’individuo consolida il proprio cambiamento ristabilendo una nuova omeostasi, permettendo al soggetto di sentire un nuovo livello di confidenza col nuovo gioco come quello percepito del gioco precedente.

Così, dopo tanto scetticismo abbiamo finalmente deciso di avviare il nostro nuovo titolo, comprendendo che il vecchio gioco può essere riposto nella nostra libreria.  Magari ci accorgiamo anche che non ci dispiace poi molto, cerchiamo di goderci quegli aspetti positivi che non pensavamo potesse proprio avere, ad alcuni potrà persino piacere più del precedente.  Alla fine il videogioco diventa nostro, è integrato nelle nostre abitudini pomeridiane e siamo pronti a giocarci ogni giorno.

 

 

More to explorer

Educazione digitale delle emozioni: la missione di Emotion 3.0

Il tema dell’educazione digitale delle emozioni è un campo di ricerca sempre più in espansione. Sfruttare le potenzialità delle tecnologie digitali al servizio dello sviluppo umano rappresenta un punto cruciale per il campo dell’innovazione in campo psicologico. L’educazione digitale delle

Dall’amore al reato, dal Sexting al Revenge Porn.

Con la diffusione degli smartphone, si spalancano nuove frontiere al mondo dell’amore. Il fenomeno più in voga in questo momento è sicuramente il sexting. Il sexting è un inglesismo composto dalla crasi delle parole sex (sesso) e texting (messaggiare) e

Riconoscere le Fake News: Informarsi Giocando

Mass media, Internet, e Fake News Il mondo dell’informazione ha subìto una trasformazione radicale negli ultimi decenni. Nell’era di Internet, il moltiplicarsi delle fonti di notizie e della quantità di informazioni disponibili ha portato, da un lato, ad una concorrenza

Scrivi un commento

Questo sito utilizza i cookies per migliorare l'esperienza d'uso dell'utente. Proseguendo nella navigazione dichiari di aver letto e accettato i termini e le condizioni di utilizzo, per maggiori informazioni a riguardo clicca

QUI