VRChat è un’applicazione per realtà virtuale che permette ai giocatori di interagire tramite degli avatar 3D personalizzabili. Una versione contemporanea di Second Life o di Habbo Hotel, VRChat include anche una serie di minigiochi, tra cui rubabandiera e guardie e ladri, ma anche aree dedicate come una sorta di “l’ora del principiante”, dove i giocatori possono cantare o raccontare barzellette al microfono di un pub virtuale affollato da avventori reali (ma digitali).
Nonostante le migliori intenzioni, come qualunque MMO lasciato in balia dei suoi abitanti, senza alcuna forma di restrizione, regola, e soprattutto scopo, VRChat ha dato vita a vere e proprie perle nere dell’Internet. Primo tra tutti il meme Ugandan Knuckles, mix di vari memi che ha acquistato un corpo grazie al DeviantArtist tidiestflyer, il quale creò un modello 3D dell’orrenda versione di Knuckles rappresentata in un video dello YouTuber Gregzilla. Tale fastidiosa versione dell’echidna del mondo di Sonic si aggirava dunque per VRChat in frotte rumorose, che chiedevano incessantemente al malcapitato di turno se “conoscesse la strada” o “perché stesse correndo”.
Tra echidne ansiogene, stuoli di Bugs Bunny urlanti o di personaggi degli anime dai colori sgargianti, VRChat sembrava destinato ad essere null’altro che una fucina di memi, un ambiente caotico, matto e disperato.
Eppure, da questo mare di spazzatura e di “cultura della spazzatura” (Bennett Foddy), sono sbocciate le potenzialità insite nella tecnologia della realtà virtuale: il potenziale umano. VRChat ha infatti dato voce a chi non ne aveva: da persone costrette in casa da terribili malattie, a persone nei guai con la giustizia, a persone abbattute dalle sfortune della vita che non cercano null’altro che una finestra sul mondo, una voce amica al di là dei pregiudizi.
Si può dunque fare giornalismo con VRChat? Sembra di sì. E non è semplice giornalismo social, sociologia della persona ordinaria esaltata fino a diventare star, ma giornalismo online nella sua forma più nobile, che ci presenta storie intense di vita quotidiana, storie di straordinaria umanità, sulla scia di “Humans of…“, fortunato circuito in cui giornalisti intervistano gli abitanti delle più svariate città, chiedendo loro di raccontare la loro storia, corredata da una fotografia scattata sul momento.
Chi ha portato la raccolta di queste interviste uniche ed autentiche in realtà virtuale e ne ha fatto una vera e propria professione è lo Streamer e YouTuber canadese Syrmor. La magica alchimia tra la privacy regalata dell’avatar 3D, la connessione in tempo reale con altri utenti da tutto il mondo regalata da Internet e l’immersività regalata dalla realtà virtuale, cioè la sensazione fisica, mentale ed emotiva di essere realmente nel mondo virtuale con altre persone rende VRChat un luogo perfetto per avvicinarci al cuore umano di chi fa fatica ad aprirsi perché ancora oggi vittima di stereotipi negativi.
Lo stesso Syrmor afferma, parlando del suo lavoro:
“[VRChat] è pieno di così tanta stupidità, ma si verificano anche queste vere gemme, questi momenti realmente umani, malgrado il contesto in cui si verificano. Ed è davvero qualcosa di pazzo pensare di farne parte.”
Mentre assistiamo ai primi passi della realtà virtuale, di questa tecnologia ancora agli albori che ha già fatto così tanta strada tenendo per mano l’Uomo, una nuova forma di giornalismo è nata, con la duplice funzione di regalare a chi ha bisogno non solo una voce, ma anche migliaia di orecchie che ascoltino ciò che ha da dire. Una risorsa che, non ci resta che sperare, non tardi ulteriormente ad essere notata da psicologi e ricercatori, che ne studino appofonditamente le ricchezze e le potenzialità per il benessere di molti.
Link alle interviste:
“Ragazzino in VRChat parla di come sia vivere con una malattia rara”: qui il video
“Ragazzo in VRChat parla dell’abuso di alcol”: qui il video
“Uccellino canterino in VRChat parla di come sia vivere per strada”: qui il video
“Uccellino coreano in VRChat parla della morte del fratello”: qui il video
“Ragazzino in VRChat parla di come sia subire atti di bullismo”: qui il video