Stava seduta con le gambe incrociate, sbattendo le ciglia bistrate di mascara come le ali di un colibrì. Era arrabbiata, al punto da non essersi rasata e sotto il trucco pesante faceva capolino l’ombra scura della barba. Lei era un lui, una checca di Christopher Street
La narrazione del Daily News comincia così, con una descrizione semplice, eppure incisiva.
La storia
Immaginate… Siamo nel 1969, in America, precisamente a New York.
E’ una calda serata estiva, è ormai fine Giugno, e siete nel vostro locale preferito nel Greenwich Village a ridere, ballare e scherzare con i vostri amici. Le lettere rosse al neon risplendono sulla vetrina: Stonewall Inn.
Ad un certo punto la porta si apre, sbatte contro il muro. Rumori, luci di torce nella penombra della pista da ballo, vi sentite accecati, impauriti, confusi.
E’ arrivata la polizia. Voci che urlano, sguardi indagatori che scrutano nelle scarse luci del locale per vedere se state indossando almeno 4 capi coerenti con il vostro sesso di nascita, come prescrive la legge. Mani vi afferrano, vi stringono, vi strattonano, vi chiudono le manette sui polsi.
E venite portati via, così, solo perchè avete passato una serata in compagnia, solo perchè siete voi stessi.
Una voce rompe il brusio, “e voi non fate nulla?” urla.
Le coscienze di colpo si svegliano, non ci state a farvi trattare così, e iniziate a reagire.
Così, 50 anni fa, sono iniziati i moti di Stonewall ed il movimento LGBT.
Introduzione
Ma perchè, vi chiederete, scrivere dei moti di Stonewall proprio qui?
Noi di Horizon, come avrete notato, ci schieriamo da sempre contro stereotipi e discriminazioni di ogni tipo. Certo, siamo una rivista che parla di videogame, e quindi ci concentriamo maggiormente sugli stereotipi videoludici, ma crediamo che i pregiudizi vadano scardinati in ogni ambito della vita.
Quindi ho pensato, al cinquantesimo anniversario dei moti di Stonewall, di rendere omaggio a tutte le persone che sono state arrestate, malmenate, insultate ed uccise per difendere i propri diritti, e lo farò nel nostro modo, suggerendovi i 5 videogiochi a tematica LGBT che proprio non potete perdervi.
Consigli per gli acquisti
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Caper in the Castro
La menzione d’onore va a questo titolo, del 1989. In questo puzzle/mistery i videogiocatori interpretano il ruolo di Tracker McDyke, detective lesbica, alla ricerca dell’amica scomparsa, la Drag Queen Tessy la Femme.
Questo gioco è stato originariamente pubblicato come “Charity Wave”, chiunque lo abbia scaricato è stato infatti invitato a donare dei fondi ad un’organizzazione per la cura dell’AIDS di propria scelta.
Insomma, la dimostrazione eclatante che i videogiochi possano anche fare del bene.
Il gioco è stato recentemente riscoperto e trasposto in formato giocabile grazie al contributo della dottoressa Adrienne Shaw della Temple University di Philadelphia, fondatrice di LGBTQ Video Game Archive , che ha co-curato la mostra assieme a Jan Schnorrenberg dello Schwules Museum e alla giornalista Sarah Rudolph, collaboratrice di Herzteile.
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Pride run
Trattasi di un videogioco strategico musicale in tempo reale, con una forte connotazione estetica in pixel art. Giocando di livello in livello si ripercorrono le tappe principali del Gay Pride, dalla Stonewall del ’69 fino alla battaglia finale che vede come boss niente di meno che il Presidente Trump. “Pride Run impone di controllare un corteo attraverso le strade della città, ballando e muovendosi per generare più orgoglio, più energia positiva, più pride possibile”. Un bel modo per giocare ad un videogioco ben fatto e imparare anche qualcosa.
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“Dream Daddy: a Dad Dating Simulator”
Gioco di cui vi abbiamo già parlato in un precedente articolo, ma che merita di rimanere in top five.
Un videogioco divertente e rilassante, un dating sim, che vi permetterà di passare delle ore piacevoli mentre cercherete di conquistare uno dei 7 papà più ambiti di Maple Bay con il vostro fascino da uomo barbuto (o non barbuto, d’altronde la fisicità del vostro personaggio è totalmente personalizzabile!).
4. Dragon Age: Inquisition
Titolo ben noto al grande pubblico che merita di entrare nella nostra top five sebbene non si tratti di un videogioco a tematica completamente omosessuale. Nella storia del franchise di EA sin dal primo titolo si ha la possibilità di interagire con personaggi LGBT, ma questo capitolo risalta in quanto indiscutibilmente presenta quello che viene ancora oggi definito come “il più bel personaggio Gay di tutti i tempi” ovvero Dorian. Vincitore, tra l’altro, assieme ad Iron Bull, Sera e Krem, del GLAAD Award per Most Intriguing LGBT Characters del 2014.
5. Night in the Woods
Il personaggio principale è Mae, una pansessuale che, dopo aver abbandonato il college, ritorna nella sua città natale. Qui, oltre a doversi scontrare con il fatto che le cose e le persone cambiano con il tempo, dovrà anche fare i conti con gli indecifrabili sogni che tormentano le sue notti e una serie di eventi misteriosi che si verificano nell’apparentemente tranquilla cittadina.
Inoltre gli amici di Mae includono una coppia gay ed una donna Trans. Che dire… Una popolazione variegata per una tranquilla cittadina!
Concludo la mia piccola lista sperando di avervi fatto conoscere qualche nuovo titolo interessante.
Fatemi sapere cosa ne pensate, se li avete già giocati o se secondo voi mi sono dimenticata qualche titolo degno di nota… insomma, mandatemi la vostra Top 5!
Noi ci vedremo al prossimo articolo, e ovviamente al Pride!