L’estate sta finendo.
Molti di noi sono già tornati al lavoro e molti altri ancora presto torneranno sui banchi di scuola.
E’ tempo di lasciarsi alle spalle la leggerezza degli argomenti estivi e di passare a qualcosa di più serio.
E’ tempo di Back to School, e con esso non sono solo i libri di testo ad essere tirati fuori dagli armadi, ma anche i problemi.
No, non sto parlando dei compiti che sono rimasti ignorati per mesi nè degli esami a Settembre.
Sto parlando del Bullismo.
Cos’è il Bullismo?
Ne abbiamo già parlato nel nostro articolo su Horizon Zero Dawn che vi invito a leggere.
Personalmente per quanto datata, trovo calzante la definizione che offre l’arma dei Carabinieri sul proprio sito.
“Un comportamento bullo è un tipo di azione che mira deliberatamente a far del male o a danneggiare; spesso è persistente, talvolta dura per settimane, mesi, persino anni ed è difficile difendersi per coloro che ne sono vittime. Alla base della maggior parte dei comportamenti sopraffattori c’è un abuso di potere e un desiderio di intimidire e dominare.“ (Sharp e Smith, 1995).
Oltre a questa citazione inserisce anche un’elenco delle principali caratteristiche del comportamento dei bulli:
- l’intenzionalità.
- la durata nel tempo.
- la disuguaglianza tra bullo e vittima. “Ciò significa che esiste una disuguaglianza di forza e di potere, per cui uno dei due sempre prevarica e l’altro sempre subisce, senza riuscire a difendersi” (Il fenomeno del bullismo: conoscerlo e prevenirlo, Telefono Azzurro).
- la mancanza di sostegno. la vittima si sente isolata ed esposta, spesso ha molta paura di riferire gli episodi di bullismo perché teme rappresaglie e vendette;
- il danno per l’autostima della vittima. Si mantiene nel tempo e induce il soggetto ad un considerevole disinvestimento dalla scuola e ad un progressivo isolamento. Nei casi più gravi si possono avere anche conseguenze a lungo termine come l’abbandono scolastico e lo sviluppo di patologie legate alla sfera psichica.
Bullismo diretto e indiretto
Fanno anche un’utile distinzione tra bullismo diretto ed indiretto.
- Diretto fisico. Si manifesta in molti modi, per esempio nel picchiare, spingere e appropriarsi degli oggetti degli altri o rovinarli.
- Diretto verbale. Implica azioni come minacciare, insultare, offendere, esprimere pensieri razzisti, estorcere denaro e beni materiali.
- Indiretto. E’ meno evidente e più difficile da individuare ma altrettanto dannoso per la vittima. Si tratta di episodi che mirano deliberatamente all’esclusione dal gruppo dei coetanei, all’isolamento e alla diffusione di pettegolezzi e calunnie sul conto della vittima.
Quanto è diffuso?
Bene o male tutti noi conosciamo il fenomeno del bullismo, ma quanti di noi sanno quanto sia effettivamente diffuso?
Secondo il nono Rapporto Nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza, presentato dall’Eurispes e dall’associazione Telefono Azzurro, il quadro è preoccupante.
Oltre un quarto dei bambini risulta essere stato ripetutamente vittima di bullismo. [Brutti scherzi (27,8%), provocazioni e prese in giro (26,6%) e offese immotivate (25,6%).]
Il 17,6% è stato invece continuamente escluso e isolato dal gruppo.
Nel 13,5% dei casi i bambini riferiscono di aver subito furti di oggetti o cibo (13,5%), percosse (11,5%), minacce (11,1%), ma anche furti di denaro (4,7%).
Sono soprattutto i maschi ad aver subito ripetutamente minacce (15,4% contro il 7% delle bambine) e percosse (14,8% contro 8,2%), provocazioni e/o prese in giro (29,5% contro 23,8%).
Le bambine invece si trovano con più frequenza a dover subire l’esclusione e l’isolamento dal gruppo (20,2% contro il 14,9%).
Il bullo risulta sempre essere tra i coetanei.
Come intervenire?
Risulta quindi importante trovare una corretta strategia di intervento.
Ma in un mondo dove il gap generazionale tra genitori, insegnanti e ragazzi è così profondo, è sufficiente affidarsi alla sensibilità individuale delle figure di riferimento?
Da questa domanda sono nate molte iniziative.
E visto che siamo qui per parlare di videogiochi e non per fare la morale ai nostri lettori (forse) voglio concentrarmi proprio sulle iniziative videoludiche.
Games@School
Su questo argomento si è concentrata Game@School.
Le Olimpiadi nazionali del videogioco a scopo didattico, che dal 2017 mettono alla prova gli studenti delle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado dando un tema da sviluppare in un’esperienza interattiva.
Scopo della gara di quest’anno è stato infatti realizzare un videogioco che possa salvare una vittima di bullismo, o modificare i comportamenti dei bulli.
Questa iniziativa ha portato un’ottimo spunto di riflessione su come il gruppo dei pari sia importante nel prevenire gli atti di bullismo.
Ha anche spostato il focus su come sia necessario trovare un nuovo linguaggio in grado di parlare ai ragazzi.
E quale linguaggio può parlare ai giovani meglio di quello dei videogiochi?
La stessa domanda sta iniziando a farsela l’industria videoludica.
Curare le vittime grazie ad un videogame?
E’ evidente la necessità di uno strumento ludico ed educativo al tempo stesso, che sensibilizzi i ragazzi sul tema del bullismo, parlando direttamente alle vittime.
Così nasce Concrete Genie, il videogioco sviluppato dallo studio californiano PixelOpus, che verrà lanciato in autunno su PlayStation 4.
Il videogioco è stato presentato a fine Luglio a Roma da due dei suoi realizzatori: Dominic Robilliard e Jeff Sangalli.
“Abbiamo deciso di parlare di bullismo attraverso questo videogioco perché è un mezzo semplice, ludico, comprensibile, che arriva facilmente a tutti. E abbiamo deciso di improntare il videogioco proprio sulle difficoltà relazionali che possono incontrare le vittime di bullismo durante l’adolescenza, come Ash, il protagonista del videogioco. Questo perché l’idea del progetto non è soltanto quella di sensibilizzare i ragazzi su questo aspetto, ma di riflettere su come poter reagire, perché molto spesso senza il giusto sostegno o i giusti mezzi, sono le stesse vittime a diventare con il tempo dei bulli. Un circolo vizioso che si può e si dovrebbe rompere in qualche modo: in questo videogioco abbiamo pensato di farlo con il potere creativo dell’arte, un’escamotage naturale che può farci fare grandi cose”.
Il protagonista, Ash, si rifugia nell’arte per fuggire al bullismo subito dai suoi coetanei.
Evidenzia l’importanza di esprimere liberamente le proprie emozioni attraverso un pennello magico che permette ai suoi disegni di prender vita.
Colorando e ristrutturando i diversi quartieri/capitoli presenti il pennello aiuterà Ash ad affrontare i propri persecutori.
Il forte potere di immedesimazione di questo gioco è dato anche, e sopratutto, dal gameplay.
Il controller Dualshock 4 sarà parte integrante del modo in cui potremo disegnare paesaggi e creature.
Alcuni elementi reagiscono anche alla direzione del tratto, riprendendone rette e curve portandoci così a modificare in prima persona il gioco.
Ne nasce un percorso artistico altamente personalizzato, che ripristinerà lentamente e muro dopo muro l’antico fulgore della città in cui vive Ash.
Nella nostra avventura saremo anche accompagnati da un genio, che potremo disegnare noi stessi con il sistema di stili precompilati del gioco, e il cui aspetto ne influenzerà carattere e caratteristiche.
Questo livello di personalizzazione e di immedesimazione ci porta a comprendere a fondo come i disegni magici di Ash siano anche i nostri strumenti di espressione.
Siamo infatti noi che attraverso una serie di strumenti creativi possiamo riportare colore, armonia e felicità in questo angolo di mondo virtuale e forse, finito il gioco, riusciremo a farlo anche nel mondo reale.
Il Gameplay