Viviamo in un periodo senza precedenti. La pandemia COVID-19 ha avuto e continua ad avere un grosso impatto sulla vita delle persone in tutto il mondo e ci ha costretti, ahimè, a rivedere le nostre abitudini e routine quotidiane.
Tra le tantissime difficoltà in cui tutti noi siamo coinvolti, chi più chi meno, anche la didattica “tradizionale” è stata messa a dura prova.
Ma la scuola non si ferma, né in città né in provincia.
Il gioco ha un potere unico per unire le persone, per intrattenerle e aiutarle nel percorso di apprendimento.
Caso Microsoft, Minecraft: Education Edition

Minecraft: Education Edition, disponibile l’accesso da casa fino al 30 giugno
Microsoft e Xbox hanno condiviso alcune novità in ambito education e gaming per garantire una continuità nello studio e aiutare gli studenti a rimanere connessi con i loro pari, contribuendo così a mantenere rapporti sociali in queste giornate di quarantena. Infatti, Phil Spencer, Head of Xbox, ha evidenziato l’importanza del gaming come strumento per potenziare le relazioni umane in questo periodo di distanziamento sociale e una modalità per apprendere mediante il divertimento.
Microsoft ha annunciato la possibilità per tutti coloro che utilizzano Minecraft: Education Edition, di potervi accedere in modo del tutto gratuito anche da casa (per ora disponibile fino al 30 giugno 2020). (Qui una guida su come installare Minecraft: Education Edition).
Minecraft: Education Edition è un videogioco “open world” che incrementa la creatività, la collaborazione e il problem-solving in un ambiente immersivo e coinvolgente dove l’immaginazione può essere sperimentata senza limiti. Questo ambiente virtuale aiuta a migliorare l’impegno da parte degli studenti e facilita l’apprendimento. Infatti, gli studenti possono lavorare in team per risolvere problemi o vincere le sfide all’interno del gioco con l’aiuto di tutti i compagni della classe.
I giocatori possono esplorare la Stazione Spaziale Internazionale attraverso una partnership con la NASA, imparare a codificare con un robot, visitare i famosi punti di riferimento di Washington D.C., trovare e costruire frattali 3D, imparare cosa significa essere un biologo marino e molto altro.
Microsoft, oltre ai contenuti, pone l’attenzione anche circa le modalità del gioco: per questo forniscono delle impostazioni familiari che aiutino i genitori a scegliere i limiti di tempo delle attività ludiche, i filtri per i contenuti, i limiti di acquisto, le impostazioni di comunicazione e condivisione che sono adatte alle famiglie. Così le impostazioni familiari potrebbero aiutare a bilanciare il gioco con il lavoro scolastico da effettuare offline.
GAMIFICATION: il caso di Voghera (Pavia)

La docente Federica Scarrione, nota per l’applicazione della gamification alla didattica
Il comune italiano di Voghera (o Vughera, in dialetto oltrepadano) è il centro dell’Oltrepò Pavese e non solo, anche per la recente notizia della docente “geek” Federica Scarrione. La professoressa di italiano e latino Scarrione, del Liceo G. Galilei, ha aggiunto, già dal 26 febbraio, la “gamification” alla tipica didattica online. Con gamification, o Gameful Design, intendiamo l’utilizzo di elementi videoludici e di tecniche di game design in contesti non ludici, come lo sono quelli educativi e scolastici (Deterding & Dixon, 2011).
Infatti, la gamification permette un maggior coinvolgimento da parte dell’utente e, in questo caso studente, una miglior motivazione a lungo termine e un incremento nell’apprendimento e nelle performance. La professoressa Scarrione ha riproposto nella classe virtuale la dimensione competitiva del gioco, come piattaforme come Socrative, Quizlet, Questbase e Kahoot, in cui gli studenti si possono sfidare. Anche gli esami e le interrogazioni diventano un momento di gamification, in cui vengono proposte veriche per dare ai ragazzi la misura della loro preparazione o della loro comprensione di un argomento.

Kahoot, piattaforma gratis per il blended learning disponibile su tutti i dispositivi
Kahoot è una piattaforma gratis di blended learning, di tipo collaborativo e consente di realizzare dei quiz personalizzabili dal docente. Gli studenti possono così divertirsi ed imparare nella classe “virtuale”, Inoltre, è possibile la condivisione dei quiz nei principali social network (Facebook, Twitter, Pinterest, Google +, ecc.).
Didattica online: vantaggi e 5 buone pratiche
La didattica online non può e non si pone come un sostitutivo di quella fisica, soprattutto per quanto riguarda la scuola dell’obbligo. Un grande punto a favore della didattica virtuale è che può dare uno spazio maggiore a quei ragazzi che, chiamati “timidi”, raramente prendono la parola in classe. Infatti, la possibilità di poter rispondere attraverso la chat con una frase scritta, può dare l’opportunità di esprimersi laddove, altrimenti, difficilmente i più “timidi” lo avrebbero fatto.
La didattica a distanza non è una replica o una semplice copia della didattica tradizionalmente intesa, ma è un modo diverso e allo stesso modo stimolante per promuovere la conoscenza e l’apprendimento.
Ci sembra corretto dunque, se non d’obbligo, indicarvi alcune buone pratiche per un insegnamento digitale più efficace e coinvolgente, sia per gli insegnanti che per gli stessi studenti.
- Organizzare spazi e tempi della lezione: stabilire gli orari, le pause, dove reperire i materiali utili per la lezione del giorno e i compiti assegnati;
- Evitare di inviare solamente il materiale registrato: l’insegnante è una figura attiva;
- Porre attenzione alle diverse possibilità delle famiglie: non tutte le famiglie dispongono degli stessi spazi e hanno le stesse risorse per accedere ai contenuti digitali;
- Utilizzare le slides per l’esposizione: aiuta a coinvolgere lo studente, oltre a rendere più chiara la lezione;
- Creare minuti di intervallo: effettuare intervalli online potrebbe stimolare le interazioni spontanee, permettendo di mantenere vivi i rapporti interpersonali con i compagni favorendo condivisione e spunti di riflessione.
Dove fare lezione?
Di piattaforme digitali per svolgere le proprie lezioni ne esistono diverse, moltissime dire. Tra le più celebri e affidabili abbiamo Skype e Microsoft Teams, Cisco Webex e centro del mirino è diventato anche Zoom, soprattutto per la sua difficoltà nel garantire la privacy, motivo per cui terapeuti e molte lezioni sono state (finalmente, direi), spostate su altre piattaforme (qui per saperne di più). Anche Whatsapp o il social network Facebook e la creazione di un Drive permettono di veicolare materiale e di gestire le lezioni, in particolare per chi ha difficoltà nel connettersi durante le videochiamate.
Chissà se, una volta passato questo periodo di isolamento e ritornati alla nostra “normale” vita quotidiana, le scuole non integreranno le due modalità di didattica, al fine di favorire un maggior coinvolgimento da parte degli studenti?