Ognuno di noi nel corso della propria vita fa esperienza di alcuni momenti cardine: calpestare un mattoncino Lego a piedi nudi, affrontare il “test di Cooper” durante l’ora di educazione fisica, prendere una pallonata in faccia, e tentare di lanciare un “Hadouken” con le mani.
Quest’ultimo ci introduce all’argomento che tratteremo qui, ovvero le due principali categorie dei Picchiaduro: i Beat ’em up, anche detti Picchiaduro a scorrimento, e gli 1 vs 1, conosciuti come Picchiaduro a incontri.
Nei Beat ’em up il concetto principale è attraversare un percorso, combattere gli avversari corpo a corpo con difficoltà crescente e terminare il gioco. Essi nascono in un periodo nel quale le trame dei videogiochi erano molto semplici e lineari e si manifestavano attraverso alcune schermate iniziali.
Successivamente il giocatore intuiva quali erano i pretesti per iniziare la lunga e tormentata battaglia del suo personaggio (che spesso comportava il salvare una donzella rapita da un personaggio cattivissimo oppure portare allo scoperto e terminare gli illeciti di una gang che controlla una New Qualcosa City), individuava, combatteva e quindi sconfiggeva gli antagonisti principali, meglio noti come “Boss di fine livello” o “Mostro”, e i loro scagnozzi di bassa lega, ed infine il gioco si concludeva come se fosse un film, con dei titoli di coda e l’idea che molto presto ci sarà un seguito.
La loro trama sarà sicuramente banale, ma proprio grazie alla loro banalità, i Beat ’em up hanno rappresentato il primo vero salto di qualità nel mondo dei videogame, nello sviluppo dei coin op (quanto mi mancano!) ed hanno spianato il terreno per la console war.
Noto anche come “picchiaduro da strada”, il Beat ’em up è di norma composto da una storia, da dei cattivi che aumentano di numero e aggressività nel corso del gioco e da uno o più personaggi selezionabili dal giocatore che combattono il malvagio gruppo. Le ambientazioni spaziano molto e possono prendere luogo nel medioevo, nel futuro, così come nel presente ma anche in delle realtà fantasy e fantascientifiche e chi più ne ha più ne metta.
Nei Beat ’em up si ha la possibilità di scegliere eroi o eroine dotati di attributi fisici, capacità e tecniche uniche e personali: da quello con notevole resistenza fisica ma minor velocità, a quello scattante ma poco potente; dal personaggio in grado di effettuare prese e mosse letali, a quello che, correndo, compie attacchi molto efficaci.
Nella parte alta della schermata di gioco di un Picchiaduro a scorrimento sono presenti delle piccole icone con il volto del nostro personaggio e le vite residue, il punteggio ottenuto ed una barra che rappresenta l’energia residua.
Ad ogni nemico sconfitto si vince un premio che generalmente serve per ottenere vite extra e per venir inseriti nella “Top 10” dei migliori giocatori (NB: nei coin op questa lista si resettava quanto veniva staccata la presa di corrente, perciò molti ragazzini degli anni ’90 si vantavano di aver raggiunto record assurdi non dimostrabili).
Nel gioco sono presenti anche dei bonus che permettono di ripristinare l’energia del nostro personaggio, la quale diminuisce a causa degli schiaffoni incassati durante lo scontro. Tra i bonus più famosi campeggia il “pollo arrosto”, emblema della vitalità totale nei Beat ’em up su strada.
Titoli storici sono “Final Fight”, “Cadillac and Dinosaurs”, “The Punisher”, “Street of Rage”, “P.O.W”, “Vendetta” e “Double Dragon”.
Le caratteristiche principali che delineano il Picchiaduro a scorrimento sono:
- Life meter: la barra d’energia del nostro giocatore.
- Life: vite disponibili.
- Extra life: vita aggiuntiva che si ottiene superando un determinato punteggio o come oggetto raccoglibile durante il percorso.
- Punch, Kick, Jump, Grab, Trow: Pugno, calcio, salto, presa, lancio. Come nelle regole generali del Dodgeball della ADAA (“schiva, piega, evita, tuffati e schiva”), questi sono gli elementi-chiave in quasi tutti i Beat ’em up.
- Special move: Mossa speciale che serve per liberarsi di tutti i nemici intorno al nostro personaggio in un colpo solo. Tuttavia, utilizzando questa mossa, il nostro personaggio perde un po’ di energia, sebbene riesca a riprendere fiato per poter continuare a combattere. Altra variante, chiamata “Bomba”, prevede un attacco molto potente che proviene dall’alto o da lontano, che investe tutti i nemici presenti nella schermata.
- Boss o “Mostro di fine livello”: si tratta del nemico più ostile e resistente e sconfiggerlo equivale a passare al livello successivo.
- Route map: la mappa del nostro percorso, che è suddiviso in stage. Uccidere il boss consente il passaggio allo stage successivo.
I Beat ’em up su strada, molto diffusi negli anni ’80 e ’90, hanno subito il peso del passare del tempo e dell’introduzione del 3D. Nonostante la presenza di alcuni ottimi prodotti in 2.5D nell’ultimo decennio, il resto del mercato è cambiato considerevolmente.
Diverso è invece l’approccio presente nei Picchiaduro a incontri, detti anche 1 vs 1, infatti, mentre nei picchiaduro su strada (Beat ’em up), c’è un cammino da compiere con tanti avversari di livello variabile, negli 1 vs 1 il combattimento ha luogo in una schermata fissa, è suddiviso in round e si tratta di scontri uno contro uno. Vincendo 2 round su 3, il giocatore può passare all’avversario successivo. Solitamente la trama consiste in un incontro tra campioni di arti marziali che, per diversi motivi, si ritrovano a sfidarsi in un torneo.
Nei primi 1 vs 1 era possibile conoscere il motivo della partecipazione al torneo da parte del nostro combattente ed il futuro che lo aspettava dopo la vittoria, solamente sconfiggendo l’ultimo avversario.
Considerando che il 1 vs 1 è attualmente molto in voga, a differenza del picchiaduro su strada, tanti elementi sono cambiati rispetto alle primissime versioni e si hanno delle nuove possibilità di gioco.
Le caratteristiche principali che delineano il Picchiaduro a incontri, o 1 vs 1, sono:
- Life meter o Life Gauge: indicatore della vita del nostro combattente. Non è più presente l’oggetto che può ripristinare energia, ma alcuni personaggi hanno mosse di ristoro (per esempio Sie Kensou in KOF);
- L,M,H: light o low, medium, heavy o high, indicano la potenza del colpo e a volte anche la direzione. Sono da associare al pugno o al calcio (per esempio LP sta per pugno leggero o basso, mentre HK, calcio alto o pesante). Più il colpo è forte, più tempo impiega ad arrivare a segno;
- Combo: combinazione di colpi in sequenza che vanno a segno contro l’avversario;
- Counter: contrattacco;
- Mossa o Moves o power moves o special moves o secret moves: mossa speciale utilizzabile dal nostro personaggio, come l’hadouken di Ryu e Ken, Power Wave di Terry Bogard o la Spear di Scorpion. Normalmente vanno da almeno 2 set di mosse a molteplici mosse che si ottengono con una combinazione di movimenti e un tasto ( ad esempio “quarto di giro” e pugno per l’hadouken). A seconda del videogame, il termine può subire variazioni;
- Striker: in alcuni 1 vs 1 è possibile scegliere una propria squadra. Durante il combattimento, chiamando lo striker, questo interviene nella lotta, sostituendosi al nostro personaggio o interrompendo il suo attacco;
- Gauge bar: barra speciale che si riempie in base alla quantità di colpi inflitti all’avversario e/o ricevuti. In alcuni giochi, questa barra può essere caricata mediante pressione prolungata di un tasto. Questa può essere utilizzata per le Super special moves, per le Super Desperation o alcune forme di special moves (come in Art Of Fighting). Il nome della barra cambia a seconda del gioco;
- Desperation moves: mossa speciale altamente distruttiva per l’avversario. Potremmo considerarla “la penultima spiaggia”, utile per ribaltare le sorti del combattimento. Si può ottenere quando il nostro eroe o eroina hanno la barra della vita quasi al termine (detta anche Flashing bar);
- Super Desperation moves: si ottengono con Flashing bar e Special bar al massimo. Con una combinazione di tasti, si ottiene un colpo estremamente distruttivo per l’avversario. A volte, questo colpo porta quasi a zero la vita del nostro rivale;
- Fatality: tipica di Mortal Kombat (ma presente anche in altri 1 vs 1), è una mossa che uccide l’avversario in modo più o meno cruento;
- “Maledetto”: Giocatore che schiaccia tasti a caso e riesce a sconfiggere il player più tecnico. Generalmente si tratta di un bambino di 8-10 anni o di una persona che non ha mai toccato un pad in vita sua. L’imprevedibilità con cui i tasti vengono schiacciati rompe gli schemi dell’abile giocatore, che finisce col perdere miseramente le sfide. Il termine può presentare diverse sfumature, fino a toccare diverse Divinità.