The New Horizon of Gaming, Capitolo 2: Mobilità, un Nuovo Imperativo

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Capitolo 2

Mobilità: Un Nuovo Imperativo

 

 

Introduzione

 

Dopo aver parlato a lungo della nuova era videoludica che stiamo vivendo (link all’articolo se ve lo foste perso) tratterò un concetto che sta fortemente caratterizzando l’industria dei videogiochi: la mobilità.

 

 

  1. Una Nuova Prospettiva di Vita: La Mobilità

 Ormai mancano solo due anni alla chiusura della seconda decade degli anni duemila.

Se ci voltassimo indietro a guardare ci renderemmo facilmente conto di come il paradigma del videogioco sia profondamente mutato dal 2000 ad oggi.

 

Ad inizio secolo l’Italia stava per “mandare in pensione” la sua storica moneta che l’aveva accompagnata fin dalla sua nascita, la Lira; il mercato internazionale era molto limitato e soprattutto i prodotti d’importazione avevano ancora prezzi particolarmente elevati e non accessibili a tutti.

Internet era in rapida diffusione ma rappresentava ancora una nicchia (meno di un terzo degli italiani aveva una connessione a casa) che, ricordiamo, era legata quasi esclusivamente al mondo dei PC.

L’online competitivo nei videogiochi era un miraggio così come la realtà virtuale, l’alta definizione e il supporto digitale delle memorie (le videocassette, ad esempio erano largamente diffuse).

 

Il mio obiettivo non è quello di ripercorrere come fosse il mondo quasi vent’anni fa bensì farvi ricordare da dove siamo partiti per meglio comprendere quello che ho intenzione di spiegarvi.

Entrando nel discorso prettamente tecnologico ogni oggetto che fosse accompagnato dall’aggettivo “potente” era necessariamente di grandi dimensioni e difficilmente trasportabile.

Tutto ciò che era invece “mobile” soffriva di pesanti compromessi per garantire leggerezza e durata della batteria impedendo di fatto la possibilità di fruire dell’esperienza “fissa” in un oggetto portatile.

 

Il GameBoy era la console mobile più diffusa e, benché abbia visto un’infinità di cartucce diverse e spesso molto interessanti, è innegabile che l’esperienza fosse nettamente diversa rispetto ad un Nintendo 64 o un Nintendo GameCube (per citare le console fisse della casa giapponese che affiancavano il prodotto portatile).

Anche il successore Nintendo DS non avrebbe avuto pretese differenti: seppur la grafica fosse migliore, i giochi mobile si distaccavano fortemente dalla controparte casalinga.

Stesso discorso valeva per la Sony Playstation Portable (PSP): molti dei giochi erano dei “remastered” di storici titoli della Playstation 1 o versioni accorciate (o concentrate su personaggi secondari di alcuni titoli famosi) dei titoli PS2 e PS3.

 

Tuttavia dal 2010 questa prospettiva sarebbe stata destinata a mutare.

 

 

 

  1. Perché Mobilità?

 Prima di approfondire le varie offerte delle principali aziende del mondo dei videogiochi vorrei parlare del perché la mobilità sia diventata una necessità sempre più impellente nel mondo odierno.

Il mondo all’inizio degli anni 2000 non era ancora del tutto internazionalizzato e i prodotti esteri non erano così presenti come lo sono oggi.

La larga diffusione di internet con la conseguente crescita esponenziale degli e-shop online (quali Ebay ma soprattutto Amazon) hanno permesso agli acquirenti di interagire con un mercato molto più vasto che permette di usufruire di un numero di offerte nettamente maggiori rispetto alle tradizionali catene di elettronica con costi di spedizione in continua diminuzione (se non addirittura gratuite da una certa cifra spesa in poi).

Questa internazionalizzazione oltre a toccare l’economia ha anche toccato il settore dell’istruzione degli studenti con la sempre più diffusa pratica della scolarizzazione all’estero (tendenzialmente al liceo) e il programma europeo Erasmus (all’Università).

Poiché i maggiori fruitori e sostenitori dell’industria videoludica appartengono alla fascia che va dai 15 ai 30 anni diverse aziende attive nel settore hanno captato la necessità dei videogiocatori di essere accompagnati da mezzi di intrattenimento digitali che permettessero di essere vicini all’esperienza di un prodotto casalingo.

Gli smartphones, nonostante siano largamente diffusi, non sono riusciti ancora ad offrire un’esperienza videoludica convincente ed approfondita per questioni di rapido consumo della batteria, grande frammentazione della potenza di calcolo (specialmente nel mondo Android), comandi touch non adatti a tutte le circostanze di gioco e nessun interesse reale di grandi software house.

Il mondo degli smartphones e quello dei games sono uno dei binomi più fruttuosi al mondo  ma in questo editoriale intendo concentrarmi maggiormente sulle soluzioni dedicate ai videogiochi più complessi; approfondirò il mondo della telefonia in un successivo articolo.

 

Adesso analizzerò nel dettaglio i principali prodotti destinati al gaming che seguono la filosofia del “portable but powerful”:

 

 

 

  1. Nintendo Switch e Console Portatili

 Volente o nolente questa console è spesso citata in molti dei miei articoli proprio perché tocca molteplici argomenti di discussione.

La Switch viene presentata come una “console ibrida” ovvero un prodotto che permette di offrire ottime performance sia in mobilità che in postazione fissa.

Questa visione è realmente nuova ed innovativa nel mondo delle console poiché mai prima d’ora un produttore aveva implementato un prodotto che coprisse sia il mercato fisso che quello portatile.

Fino ad allora era sempre stata operata una netta separazione dove (citando ad esempio Sony) la Playstation rappresentava il massimo della resa grafica mentre la versione Portable il miglior compromesso in mobilità.

La Switch permette di giocare in modalità portatile ad una massima risoluzione di 720p (HD) e di 1080p (FullHD) una volta collegata alla dock fissa.

Nonostante la risoluzione vari in base alla modalità, il gioco e l’esperienza rimangono i medesimi permettendo di sfruttare un hardware dedicato nelle dimensioni di un tablet con una discreta durata della batteria (circa 4 ore ma variabile a seconda del gioco).

I primi mesi di vita della console vi era la diffusa preoccupazione che, al di fuori dei videogiochi prodotti dalla Nintendo, fosse difficile convogliare interesse da parte delle software house di terze parti in grado di portare titoli tripla A: questo era dovuto soprattutto all’hardware che all’esterno non appariva performante.

Al conto dei fatti gli ottimi risultati grafici ottenuti da titoli noti del calibro di Skyrim e Doom hanno eliminato questi timori e ben presto nuovi titoli prestigiosi arricchiranno la line-up della console giapponese nel 2018 (tra i quali Dark Souls).

Questo avvalora la tesi che quando si ha a che fare con le console il fattore potenza non è così incisivo come nel caso dei PC (argomento già ampiamente trattato precedentemente).

Da qui possiamo dedurre che la Switch sia la prima console fissa che, con i relativi compromessi, risulti in grado di riprodurre videogiochi “da console fissa” in mobilità e quindi è probabile che sostituirà definitivamente il Nintendo 3DS, icona di un mobile “troppo mobile ”.

Una menzione va fatta a Sony che, dopo il buon successo di PSP e il semi flop di PS Vita, è da anni silente sul panorama mobile e chissà se ritornerà in futuro a solcare queste acque seguendo il grande successo di Switch.

 

 

 

  1. PC Gaming: Laptop, Nvidia Max-Q, Cloud Gaming ed External GPUs

 

 Poiché il mondo videoludico è composto non solo da console ma anche da PC è necessario approfondire questo mondo anche perché probabilmente è proprio lui ad aver subito le più grandi trasformazioni in questi ultimi anni.

Tutti i giocatori PC sapranno bene che fino a circa cinque anni fa se si voleva godere il massimo dell’esperienza del settore era necessario orientarsi verso una soluzione fissa (e pesante).

Tuttavia, con il passare del tempo, la necessità di mobilità ha portato le case produttrici di PC a creare una linea di produzione dedicata esclusivamente al gaming (che tra l’altro, ad oggi, è l’unica che non ha mai realmente risentito del calo profondo delle vendite del settore PC).

Poiché la costruzione e l’assemblaggio di un computer da gioco fisso è sempre risultato relativamente fattibile anche per una singola persona (che quindi non necessariamente si affidava ad una sola marca per la componentistica) le principali aziende si sono concentrate sul settore dei portatili (prodotti chiaramente di difficile costruzione autonoma).

Il primo obiettivo del portatile da gaming è sempre stato quello di non far rimpiangere la postazione fissa.
Visti i prezzi tendenzialmente elevati rispetto alla media dei laptop il cliente si aspetta un prodotto in grado di poter eseguire un qualsiasi titolo giocabile su una macchina fissa.

Mentre i primi anni le schede video da portatili risultavano nettamente meno prestanti rispetto alla controparte dalla serie 10xx di Nvidia la sonata è cambiata.
Queste schede video, dalla 1050 in poi, garantiscono un’elevata resa videoludica e una buona longevità mentre è la serie 60 (e successive) a permettere la fruizione su un portatile dei contenuti VR tramite visori HTC Vive e Oculus Rift.

Parlando proprio di Nvidia essa ha presentato nel 2017 le nuove linee guida hardware per i propri partner (Nvidia Max-Q) permettendo di inserire schede video ad elevate prestazioni (fino alla 1080) in portatili di dimensioni relativamente contenute.

I principali problemi dei portatili da gioco sono sempre stati il peso, le temperature e la durata della batteria (mediamente un’ora di gioco alimentati a batteria che garantisce prestazioni sempre inferiori rispetto all’alimentazione da presa di corrente).

Mentre quest’ultima problematica non ha ancora visto una risoluzione per le altre due l’innovazione targata Nvidia ha permesso di creare prodotti come l’Asus Rog Zephyrus: sottile, relativamente leggere in rapporto alla componentistica e, in questo caso, dotato di una scheda video (Nvidia 1080) paragonabile alla controparte 1070 desktop.

 

All’interno del panorama dei laptop ci sono molte persone che, per le più disparate motivazioni, non hanno un PC da Gaming ma hanno interesse a giocare su queste piattaforme ai titoli più recenti.
Fino a poco tempo fa questo significava una sola cosa: compromessi, compromessi e ancora compromessi.
Il compromesso nel mondo del PC Gaming è sempre coinciso con grafica bassa e scatti in gioco.

Nvidia, sempre attivissima in questo mondo, ha deciso di venire incontro ai molteplici utenti privi di PC Gaming ma pronti a giocare su questa piattaforma, principalmente coloro i quali sono dotati di ultrabook recenti che, per questioni di mobilità e di consumo, sono tradizionalmente privi di scheda video dedicata.

Nvidia GeForce Now è un servizio streaming dedicato inizialmente ad utenti Mac i quali per antonomasia sono considerati lontani dal mondo dei videogiochi poiché il sistema operativo, MacOS, non è mai stato indicato per quello scopo.
Poco dopo è stato presentato il medesimo servizio anche per sistema operativo Microsoft Windows.
Questo sistema permette, ottima connessione internet permettendo, di “affittare” un PC in remoto dotato delle più recenti schede video Nvidia 1080, e di usufruire in diretta di eccellenti rese grafiche che difficilmente l’hardware di un ultrabook potrà permettere.
Altre case stanno seguendo le orme dell’azienda statunitense tra le quali HP e Vortex.

 

Un’altra area di recente nascita ma in grande espansione è il settore delle GPU Desktop Esterne.
Sebbene esistano ormai da diversi anni e nonostante ciò risultino veramente poco diffuse, la recente rivoluzione delle porte USB Type C 3.1, che permette un trasferimento dati fino a 40 gb/s (come mostrato ad esempio dall’ultimo modello di MacBook Pro) ha permesso loro una “seconda giovinezza”.
Esse permettono di usufruire di un boost prestazionale anche su PC portatili il cui scopo primario non è la resa grafica garantendo ottime prestazioni (leggermente inferiori ad una scheda grafica dedicata direttamente presente in un computer desktop).

 

 

 

  1. Conclusioni

 Il mondo dei videogames è da sempre in continua evoluzione e ormai definitivamente sta abbandonando una staticità caratterizzata da postazioni fisse e potenti da un lato e portatili e semplificate dall’altro.

Non sappiamo se alcune di queste innovazioni potranno realmente diminuire o eliminare il gap prestazionale tra desktop e mobile oppure scompariranno tra qualche anno ma è sicuro che il dominio del grande, grosso e potente hardware sembra destinato a scomparire o ad essere definitivamente ridimensionato per far fronte alle esigenze di mobilità che ormai guidano il mondo moderno.

 

 

 

 

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